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Edizione del 10/05/2013 - Corriere

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CORRI R<br />

Venerdì <strong>10</strong> maggio <strong>2013</strong><br />

È il Sud a pagare ancora una volta il prezzo più pesante<br />

<strong>del</strong>la crisi, in termini di occupazione e di rischio<br />

desertificazione industriale. Secondo elaborazioni SVI-<br />

MEZ su dati Istat in quattro anni, dal 2008 al 2012, al<br />

Sud sono andati in fumo 301.270 posti di lavoro; il<br />

59,5% <strong>del</strong>le perdite, in un’area che concentra il 27%<br />

degli occupati nazionali. Dei posti di lavoro persi,<br />

141mila solo nell’industria. Mentre secondo altre elaborazioni<br />

Svimez su dati Eurostat anche le regioni<br />

<strong>del</strong> Nord in termini di produzione <strong>del</strong>la ricchezza perdono<br />

posizioni in Europa, e da ben prima <strong>del</strong> 2008,<br />

anno di inizio <strong>del</strong>la recessione globale. È quanto emerge<br />

dalla relazione <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la SVIMEZ Adriano<br />

Giannola oggi a Napoli al convegno “Il rilancio<br />

<strong>del</strong>l’economia meridionale”.<br />

Dal 2008 al 2012 persi in Italia 5<strong>05</strong>.961 posti di lavoro<br />

- Secondo elaborazioni SVIMEZ su dati Istat in<br />

quattro anni, dal 2008 al 2012, in Italia sono andati in<br />

fumo 5<strong>05</strong>.961 posti di lavoro, di cui 204.691 al Centro-Nord<br />

e 301.270 al Sud. Qui in fatti si concentrano<br />

le perdite; a fronte <strong>del</strong> 27 percento degli occupati na-<br />

zionali, i posti di lavoro persi sono il 59,5% <strong>del</strong> totale<br />

nazionale. La crisi <strong>del</strong>l’industria, i giovani e le donne<br />

- La metà circa è andata persa nell’industria: dal<br />

2007 al 2012 il Sud ha perso oltre 141mila occupati<br />

industriali, passando dai 951mila occupati <strong>del</strong> 2007 a<br />

809mila <strong>del</strong> 2012, con una riduzione <strong>del</strong> 15%. Il doppio<br />

<strong>del</strong> Centro-Nord, che in valori assoluti ha perso<br />

315mila occupati industriali, -7,7% in cinque anni. A<br />

farne le spese soprattutto giovani e donne. L’anno<br />

scorso, infatti, solo poco più di un giovane su tre under<br />

34 ha lavorato al Sud (37,9%), e poco più di una<br />

giovane donna su cinque (23,6%).<br />

La crisi <strong>del</strong>la ricchezza: un declino che unisce Nord<br />

e Sud – Se il Sud resta un’emergenza nazionale, la si-<br />

LAVORO 8<br />

tuazione critica <strong>del</strong> Centro-Nord risale a ben prima<br />

<strong>del</strong> fatidico 2008, anno di inizio <strong>del</strong>la recessione globale.<br />

Basta fare un passo indietro al 2000 – 2007 e<br />

confrontare i dati italiani con le dinamiche europee.<br />

Secondo elaborazioni SVIMEZ si dati EUROSTAT, la<br />

variazione cumulata <strong>del</strong> reddito pro capite in sette<br />

anni, dal 2000 al 2007, nel Sud è <strong>del</strong> 17,6%, a fronte<br />

<strong>del</strong> 15% <strong>del</strong> Centro-Nord, ma circa la metà <strong>del</strong>la dinamica<br />

<strong>del</strong>la Ue a 27 (31,6%). Il deterioramento <strong>del</strong>la<br />

posizione italiana non risparmia quasi nessuna regione:<br />

nella classifica <strong>del</strong>le regioni NUTS2 dei 27 paesi<br />

europei la Lombardia scivola dal 17° posto <strong>del</strong> 2000<br />

al 29° <strong>del</strong> 2007, l’Emilia Romagna dal 19° al 38°, per<br />

diventare 44° nel 20<strong>10</strong>, il Veneto dal 28° <strong>del</strong> 2000 al<br />

Trasporti, la furia di Vetrella<br />

“Che schifo, si dimettessero”<br />

L’assessore regionale all’incontro a Palazzo Caracciolo conferma il piano regionale ed accusa tutti<br />

REDAZIONE LAVORO<br />

“Si vergognassero. Fanno schifo.<br />

Si dovrebbero dimettere tutti coloro<br />

che in Campania hanno portato<br />

questo disastro: si dimettessero<br />

queste persone che hanno<br />

messo sotto i piedi il diritto alla<br />

mobilità dei cittadini che fanno<br />

gravare oggi sulla povera gente<br />

diversi miliardi di debiti che ci<br />

stanno ammazzando e per i quali<br />

stiamo lavorando giorno e notte<br />

per risalire”. L’assessore regionale<br />

per i trasporti, Sergio Vetrella<br />

ieri sera ha fatto tappa ad Avellino<br />

per incontrare il vice commissario<br />

<strong>del</strong>la Provincia, Armando<br />

Amabile, i consiglieri regionali<br />

irpini, Ettore Zecchino e Pietro<br />

Foglia e le organizzazioni sindacali<br />

che lo avevano chiamato per<br />

affrontare insieme la discussione<br />

sul piano dei trasporti, che ha penalizzato<br />

l’Irpinia con tagli, riduzioni<br />

e soppressioni. I toni usati<br />

da Vetrella hanno testimoniato il<br />

furore nei confronti <strong>del</strong>l’Irpinia,<br />

che aveva già offeso in una sua<br />

precedente sortita, quando, rivolgendosi<br />

ai rappresentanti <strong>del</strong>l’associazione<br />

In Loco Motiv li apostrofò<br />

indicandoli come quattro<br />

stipidi.<br />

Ed ieri il suo incontro con Pietro<br />

Mitrione, che <strong>del</strong>l’associazione è<br />

il rappresentante è sttao al vetriolo:<br />

“Assessore, non riesco a<br />

darle il benvenuto - gli ha detto<br />

Mitrione - perché lei nella sua<br />

mente ha solo la cazzimm napoletana,<br />

chiudendo la tratta Avellino-Rocchetta<br />

Sant’Antonio ha<br />

offeso la nostra storia; ha commesso<br />

una nefandezza ed io glielo<br />

ricordo ogni giorno e lo farò<br />

anche in vacanza. L’Irpinia è una<br />

terra di gente pacifica, se lei fosse<br />

andato in un’altra provincia ci<br />

sarebbe dovuto stare il battaglione<br />

<strong>del</strong>la celere”. L’associazione ha<br />

consegnato a Vetrella le proposte<br />

discusse nei mesi scorsi, ma l’assessore<br />

non è sembrato interessato<br />

ad aprire una mediazione:<br />

“Il mio obiettivo non è salvare aziende,<br />

il mio obiettivo è quello<br />

di offrire, in base alla costituzione,<br />

il diritto sacrosanto di mobilità<br />

dei cittadini e in quella direzione<br />

mi muovo - ha sottolineato<br />

- non ci saranno interessi né corporativi,<br />

né personali, né privati<br />

che potranno distogliarmi da questa<br />

strada”. Vetrella ha poi aggiunto<br />

che non potrà più accadere<br />

che i treni vadano in giro con<br />

pochi passeggeri o che le corse<br />

degli autobus siano vuote. Ha, infine,<br />

invitato alla collaborazione<br />

Dramma sfiorato a Salerno nel<br />

primo pomeriggio di ieri, quando<br />

un uomo di Avellino, da sei<br />

mesi senza stipendio ha tentato<br />

di lanciarsi nel vuoto al terzo piano<br />

<strong>del</strong>la sede Isoambiente di Salerno.<br />

L’Irpino, 40 anni, di nome<br />

Alessandro Marangelli, risiede a<br />

Pastena, in provincia di Salerno<br />

ed è dipendente di una società<br />

partecipata <strong>del</strong> bacino Salerno 2<br />

ed ieri mattina, in preda alla disperazione<br />

ha tentato di farla finita.<br />

E’ salito sul balcone ed ha<br />

iniziato ad imprecare. Sul posto<br />

sono giunti rapidamente i vigili<br />

<strong>del</strong> fuoco che hanno messo in sicurezza<br />

l’area interessata al possibile<br />

impatto e le forze <strong>del</strong>l’ordine<br />

che hanno subito provato a<br />

distogliere l’uomo dal gesto estremo.<br />

In un primo momento il<br />

lavoratore non intendeva assolutamente<br />

collaborare e respingeva<br />

l’aiuto fornito dalle forze <strong>del</strong>l’or-<br />

Sud, è rischio desertificazione industriale<br />

Svimez: in 5 anni perduti 300.000 posti<br />

perché “quando si tratta di combattere<br />

gli sprechi sono sempre<br />

lasciato solo”.<br />

Mitrione lo ha avvertito: il servizio<br />

a chiamata non potrà funzionare<br />

perché l’Irpinia è fatta di case<br />

sparse, quelle stesse case che<br />

hanno fornito solidarietà a Napoli<br />

in tante occasioni. All’incontro e-<br />

dine, poi, dopo quasi un’ora, ha<br />

subito un mancamento e si è sbilanciato,<br />

forse involontariamente,<br />

oltre la balconata rimanendo<br />

appeso solo per le braccia. E’ stato<br />

a quel punto che l’ispettore di<br />

polizia, Stefano <strong>del</strong>la Monica, con<br />

un gesto fulmineo e deciso lo ha<br />

afferrato portandolo all’interno<br />

<strong>del</strong>la balconata. L’uomo è stata<br />

stabilizzato ed accompagnato all’ospedale<br />

Ruggi di salerno. Roberto<br />

Celano, rappresentante di<br />

Isoambiente, esclude che la sua<br />

rano presenti i segretari generali<br />

<strong>del</strong>le organizzazioni sindacali e<br />

numerosi sindaci, soprattutto dei<br />

comuni più piccoli che soffrono<br />

più di altri i tagli <strong>del</strong>le risorse e<br />

di migliaia di chilometri. Palpabile<br />

la <strong>del</strong>usione di tutti i rappresentanti<br />

istituzionali che pensavano<br />

di poter aprire una ipotesi<br />

di discussione sul piano regionale,<br />

che non c’è stata. In pratica<br />

l’assessore è arrivato ad Avellino<br />

per confermare la bontà <strong>del</strong>le decisioni<br />

assunte, che rispondono<br />

innanzitutto ad una logica di risparmi<br />

contro favoritismi ed interessi<br />

perpetrati nel passato. Si<br />

attende la reazione <strong>del</strong>le amministrazioni<br />

locali e <strong>del</strong>le organizzazioni<br />

sindacali che meditano<br />

un’altra manifestazione di protesta<br />

perché la questione sarebbe<br />

politica: la chiusura <strong>del</strong>l’Avellino-<br />

Rocchetta consente di risparmiare<br />

un milione di euro all’anno e<br />

ci sono corse che potrebbero essere<br />

mantenute senza alcuno<br />

spreco.<br />

Senza stipendio da sei mesi, operaio irpino<br />

tenta di suicidarsi dalla sede Isoambiente<br />

società sia collegata con il disagio<br />

manifestato dall’uomo: “E’<br />

venuto qui perché noi abbiamo<br />

un credito residuale ma sostanzialmente<br />

una partita di giro per<br />

soldi che dobbiamo avere dal<br />

commissario di Governo e dobbiamo<br />

girare al Consorzio di Bacino<br />

- ha affermato - in passato,<br />

quando abbiamo potuto, abbiamo<br />

sempre aiutato i lavoratori,<br />

nel senso che abbiamo anticipato<br />

i soldi che dovevamo avere dal<br />

commissario di Governo e abbiamo<br />

consentito di far prendere lo<br />

stipendio anche ai lavoratori di Isoambiente.<br />

E’ chiaro che adesso<br />

siamo ad un livello massimo<br />

di sofferenza perché anche a noi<br />

i Comuni non pagano in modo<br />

tempestivo, in particolare qualcuno<br />

devo dire”.Anche in provincia<br />

di Salerno si verifica quanto<br />

sta accadendo in Irpinia. La<br />

tensione è altissima.<br />

46° <strong>del</strong> 2007, che diventa 55° tre anni dopo; il Piemonte<br />

sprofonda dal 40° al 62° e arriva nel 20<strong>10</strong><br />

all’84°. In discesa anche le regioni meridionali. L’Abruzzo<br />

passa dal 127° posto <strong>del</strong> 2000 al 167° sette<br />

anni dopo, per poi risalire, si fa per dire, nel 20<strong>10</strong> a<br />

164°; il Molipain dieci anni dal 157° al 185°, la Basilicata<br />

dal 183° al 201°, la Puglia dal 188° al 214°,<br />

la Sicilia dal 196° al 217°, la Sardegna dal 174° al<br />

189°, la Calabria dal 201° al 222°.Il 20% <strong>del</strong> Pil dal<br />

manifatturiero: chi ha centrato e chi no l’obiettivo di<br />

Confindustria - In dieci anni, sempre dal 2000 al 20<strong>10</strong>,<br />

la quota nazionale <strong>del</strong> manifatturiero sul valore aggiunto<br />

totale è scesa dal 19 al 16,6%, mentre nel Centro-Nord<br />

è passata da 21,5% al 18,8%. A livello regionale<br />

alcune regioni già superano l’obiettivo <strong>del</strong> peso<br />

<strong>del</strong> 20% <strong>del</strong> manifatturiero sul valore aggiunto totale<br />

indicato da Confindustria alle forze politiche in<br />

campagna elettorale nel Documento programmatico:<br />

il Veneto nel 20<strong>10</strong> era al 24,5%, le Marche al 24,2%,<br />

l’Emilia Romagna al 23,2%. Decisamente più basse<br />

le cifre al Sud.<br />

SANTESE: PRIORITA’ AGLI OPERAI<br />

Forestali, giù le mani<br />

dai fondi. La Fai Cisl<br />

“avverte” Caldoro<br />

“Abbiamo chiesto a tutti i nostri<br />

colleghi di vigilare con molta attenzione<br />

sull’operato <strong>del</strong>le comunità<br />

montane, soprattutto quelle<br />

irpine, perché è concreto il rischio<br />

che i fondi trasmessi per il pagamento<br />

di alcuni stipendi arretrati<br />

finiscano per essere utilizzati diversamente”.<br />

L’allarme è lanciato<br />

da Carmine Santese, segretario regionale<br />

<strong>del</strong>la Fai Cisl dopo l’avvenuto<br />

accreditamento dei venti<br />

milioni di euro dalla regione Campania<br />

agli enti <strong>del</strong>egati. “Sarebbe<br />

inaccettabile che dopo tanti mesi<br />

di attesa, i lavoratori venissero<br />

beffati con operazioni che potrebbero<br />

essere realizzate, le voci<br />

sono giunte anche a napoli - aggiunge<br />

Santese - ed il nostro dovere<br />

è vigilare”. Il rappresentante<br />

sindacale agita un altro sospetto,<br />

per il quale ieri mattina si è affrettato<br />

ad inviare una nota, sottoscritta<br />

anche dal segretario generale,<br />

Lina Lucci, direttamente<br />

al presidente Stefano Caldoro affinché<br />

intervenga subito per bloccare<br />

l’insano proposito relativo al<br />

rischio licenziamento per gli operai.<br />

“Caldoro deve intervenire perché<br />

alcuni amministratori stareb-<br />

Ipercoop, Nappi prova<br />

ad evitare i licenziamenti<br />

bero iniziando a dire che i loro enti<br />

non hanno più la <strong>del</strong>ega sulla<br />

forestazione e che, mancando i<br />

fondi per l’anno <strong>2013</strong>, saranno costretti<br />

a licenziare i lavoratori. Tutto<br />

questo è falso, i soldi ci sono,<br />

abbiamo lottato come sindacati<br />

per mesi affinché si creasse un fututo<br />

al settore e a nessuno potrà<br />

essere permesso di fare operazioni<br />

diverse. Noi diciamo in maniera<br />

molto ferma che se dovessero iniziare<br />

a fare così, li andremo a<br />

prendere con i forconi. Adesso basta,<br />

i lavoratori non possono essere<br />

merce per i giochini <strong>del</strong>la politica”.<br />

Intanto, dopo le protesta<br />

dei dipendenti <strong>del</strong>la comunità<br />

montana <strong>del</strong>l’Ufita, anche i colleghi<br />

<strong>del</strong>la Terminio Cervialto hanno<br />

intenzione di scendere nuovamente<br />

in campo perché sono allo<br />

stremo. Una operaia, di cui omettiamo<br />

il nome, tra le lacrime<br />

afferma: “Per comprare il pane sono<br />

stata costretta a vendermi per<br />

poco di oro che avevo in casa, ma<br />

dopo diciannove mesi senza stipendio<br />

non riesco più a reggere,<br />

mio marito non lavora ed ho tre<br />

figli. Ditemi voi come posso andare<br />

avanti”.<br />

L’assessore al Lavoro<br />

Severino Nappi ha incontrato<br />

ieri il presidente<br />

e il vicepresiden-<br />

te di Legacoop Campania, l’amministratore <strong>del</strong>egato e il responsabile<br />

<strong>del</strong>le relazioni sindacali di Ipercoop Tirreno e il responsabile<br />

<strong>del</strong> settore lavoro e formazione di Ance Coop. Al centro <strong>del</strong>la discussione,<br />

la procedura di mobilità per il licenziamento annunciato<br />

di 250 unità, avviata dal gruppo cooperativo Ipercoop Tirreno in<br />

Campania. L’assessore Nappi ha sottolineato la particolare attenzione<br />

con la quale la Giunta seguirà la vicenda e la fase di trattativa<br />

sindacale <strong>del</strong>la vertenza, nonché la necessità di salvaguardare le<br />

strutture produttive presenti in Campania.

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