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CORRI R<br />
Venerdì <strong>10</strong> maggio <strong>2013</strong><br />
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI-<br />
A due anni di distanza dall’operazione<br />
Drug on the road, il blitz<br />
che i militari <strong>del</strong>la Compagnia di<br />
Montella e la Procura di Sant’Angelo<br />
dei Lombardi fecero scattare<br />
contro una rete di spacciatori che<br />
aveva stabilmente avviato la propria<br />
attività in Alta Irpinia, concluso<br />
con 13 arresti, arriva un<br />
nuovo colpo all’allarmante fenomeno<br />
<strong>del</strong>la detenzione e spaccio<br />
di droga nel quadrilatero tra Castelfranci,<br />
Nusco e Paternopoli. La<br />
terza generazione dei pusher, che<br />
in un certo qual modo aveva tentato<br />
di occupare lo spazio lasciato<br />
vuoto dagli spacciatori arrestati<br />
nel maggio 2011, è finita nella<br />
rete dei militari <strong>del</strong>l’Arma, quelli<br />
<strong>del</strong>la Compagnia dei Carabinieri<br />
di Montella, agli ordini <strong>del</strong> capitano<br />
Enrico Galloro, coordinati dal<br />
Procuratore <strong>del</strong>la Repubblica di<br />
Sant’Angelo dei Lombardi, Antonio<br />
Guerriero.<br />
Un gruppo emergente, che cooperava,<br />
in particolare per l’approvvigionamento<br />
<strong>del</strong>la droga, ovviamente<br />
quello che avveniva tra le<br />
nuove piazze <strong>del</strong>la Stazione Centrale<br />
e Scampia. Quattro piazze diverse,<br />
comunque, in altrettanti comuni<br />
<strong>del</strong>l’area, rimasti «liberi» dopo<br />
il blitz dei militari <strong>del</strong>la Compagnia<br />
dei Carabinieri di Montella.<br />
La loro ascesa è stata bloccata,<br />
comunque, dalla rapida risposta<br />
da parte dei militari <strong>del</strong> Comando<br />
Provinciale <strong>del</strong>l’Arma e<br />
dalla Procura santangiolese.<br />
Le manette sono scattate all’alba<br />
di ieri nei comuni dove si svolgeva<br />
l’attività di spaccio. A Paternopoli,<br />
Sant’Angelo dei Lombardi,<br />
Nusco e Castelfranci. Una cinquantina<br />
i militari <strong>del</strong> Comando<br />
Provinciale di Avellino impegnati<br />
nell’operazione, quella per notificare<br />
la misura cautelare in carcere<br />
per tre dei quattro ed unaagli<br />
arresti domiciliari, firmata dal Gip<br />
Ciccone. A spiegare i dettagli <strong>del</strong>l’operazione,<br />
dal titolo eloquentissimo,<br />
lo stesso capo dei pm<br />
santangiolesi Antonio Guerriero,<br />
il colonnello Giovanni Adinolfi, il<br />
tenente <strong>del</strong>la Compagnia dei Carabinieri<br />
di Montella, Marra.<br />
LE INDAGINI<br />
Un normale controllo da parte dei<br />
militari <strong>del</strong>l’Arma scopre due giovani,<br />
coinvolti nellì’inchiesta, con<br />
una quantità di marijuana, quella<br />
per cui vengono deferiti alla<br />
Procura <strong>del</strong>la Repubblica di<br />
Sant’Angelo dei Lombardi. I militari<br />
<strong>del</strong>l’Arma avviano un’indagine.<br />
Quella <strong>del</strong>egata dal Procuratore<br />
Guerriero, con l’ausilio di attività<br />
di intercettazionetelefonica<br />
sulle utenze dei due denunciati ed<br />
una serie di attività di appostamento<br />
e di controllo. Quelle che<br />
giungono a circoscrivere le responsabilità<br />
<strong>del</strong>lo spaccio nei confronti<br />
di sette soggetti, iscritti nel<br />
registro degli indagati. E propro<br />
dalle intercettazioni e dalle varie<br />
attività tecniche eseguite dai militari<br />
<strong>del</strong>l’Arma, si giunge a ricostruire<br />
una serie di cessioni di sostanze<br />
stupefacenti da parte dei<br />
quattro.<br />
Con aspetti anche inquietanti. Come<br />
la cessione di una droga sintetica<br />
molto di moda negli anni 80<br />
e da qualche tempo tornata anche<br />
nella nostra provincia un vero e<br />
proprio allarme. Si tratta <strong>del</strong>l’Mdma,<br />
una potente droga sintetica,<br />
specificamente una metanfetamina<br />
dagli spiccati effetti eccitanti<br />
ed entactogeni, anche se non propriamente<br />
psiche<strong>del</strong>ici. L’ecstasy<br />
"morbidona" da consumare sciolta<br />
nella bottiglietta d'acqua o nel<br />
cocktail.<br />
I pusher, la chiamano solo "emmedì".<br />
Quella pura, cristallina,<br />
può costare anche <strong>10</strong>0 euro al<br />
grammo. Ma i ragazzini si accontentano.<br />
Per <strong>10</strong> o 15 euro in città<br />
compri un grammo di polvere, o<br />
«powder», in inglese.Ma nel carnet<br />
degli spacciatori c’erano anche<br />
altre sostanze stupefacenti.<br />
Quelle accertate ed in parte sequestrate<br />
dai militari <strong>del</strong>la Compagnia<br />
dei Carabinieri di Montella<br />
nell’ambito <strong>del</strong>le indagini. Rac-<br />
CRONACA 7<br />
OPERAZIONE EMERGENCY DRUG - I Carabinieri smantellano piazze di spaccio <strong>del</strong>l’Alta Irpinia<br />
Droga ai minori, quattro arresti<br />
Non solo marijuana, ma anche Mdma, la droga sintetica usata in discoteca, nell’attività<br />
criminale a cui Procura di Sant’Angelo e Compagnia di Montella ieri hanno posto fine<br />
COSTRETTA A VENDERE LA CASA PERCHE’ SUGGESTIONATA DA UNA COPPIA DI TRUFFATORI<br />
Così i falsi “figli spirituali di San Pio”<br />
truffano 500mila euro ad una donna<br />
«Sei una peccatrice, dobbiamo purificarti». Una vera<br />
e propria truffa, quella ordita da due napoletani, un<br />
uomo ed una donna, nei<br />
confronti di A.G classe 55,<br />
avellinese, che in tre anni è<br />
stata costretta dai due finti<br />
«figli spirituali di San<br />
Pio» a vendere una casa e<br />
il garage <strong>del</strong> valore di circa<br />
duecentomila euro a Via<br />
Due Principati e a comprare<br />
persino una vettura alla<br />
coppia. Ora la donna è costretta<br />
a vivere in periferia,<br />
in una casa in fitto e soprattutto<br />
a lavorare come<br />
donna <strong>del</strong>le pulizie. Ieri<br />
mattina, il Gip <strong>del</strong> Tribunale<br />
di Avellino Antonio<br />
Sicuranza, ha mandato a<br />
giudizio i due asseriti figli<br />
spirituali <strong>del</strong> Santo di Pietrelcina,<br />
che dovranno<br />
comparire davanti al giudice monocratico Landolfi, il<br />
prossimo 1 ottobre. Una storia triste. Anche perchè la<br />
signora avellinese è stata letteralmente «adescata» dai<br />
due truffatori napoletani, che approfittando di un suo<br />
stato di disagio, dopo la morte <strong>del</strong>l’anziana madre.,<br />
l’avevano suggestionata a tal punto da convincerla di<br />
essere «peccatrice» e di aver bisogno di una purificazione.<br />
Quella che gli è costata circa 500 mila euro. I<br />
due truffatori avevano iniziato prima con il versamento<br />
di somme per circa 150 euro, quelle che servivano<br />
a finanziare la casa di accoglienza per ragazze<br />
madri. Ovviamente solo una scusa per scucire dena-<br />
ro a quella che ormai era diventata una preda facile.<br />
Non solo, dalla ripetuta serie di prestiti, si era passati<br />
addirittura all’acquisto di una<br />
vettura, quella per circa<br />
4000 euro, che la coppia aveva<br />
comprato perchè c’era la necessità<br />
di accompagnare la donna<br />
dalla mistica siciliana, nota<br />
a livello nazionale. E la ressurrezione<br />
spirituale comunque<br />
non era ancora arrivata. Tanto<br />
che con il passare degli anni, la<br />
donna aveva venduto sia il suo<br />
appartamento in Via Due Principati,<br />
per un valore di circa 200<br />
mila euro ed un boxe che si trovava<br />
nella stessa palazzina. Una<br />
storia comunque finita male,<br />
con minacce e soprattutto<br />
con telefonate che arrivavano<br />
alla signora anche nel cuore<br />
<strong>del</strong>la notte.<br />
La donna, infatti, dopo aver<br />
prosciugato il conto in banca e soprattutto dopo aver<br />
anche venduto tutti i suoi beni, ha conosciuto l’aspetto<br />
meno caritatevole <strong>del</strong>la coppia di finti figli spirituali<br />
di San Pio. Questi infatti iniziano una serie di<br />
minacce, anche spingendosi oltre. Per tale motivo nella<br />
denuncia a loro carico presentata dalla donna, c’è<br />
anche la contestazione di estorsione e minacce. Insieme<br />
alla truffa saranno i capi di imputazione di cui<br />
la coppia di truffatori napoletana dovrà rispondere<br />
davanti ai magistrati <strong>del</strong> Tribunale di Avellino. Per la<br />
parte civile, in aula, c’era il difensore <strong>del</strong>la vittima, il<br />
penalista Angelo Polcaro.<br />
colte anche le dichiarazioni dei<br />
clienti, che nella maggior parte<br />
<strong>del</strong>le escussioni a sommarie informazioni<br />
da cui è emersa inequivocabilmente<br />
la responsabilità dei<br />
quattro. Per cui lo stesso Gip <strong>del</strong><br />
Tribunale di Sant’Angelo Fabrizio<br />
Ciccone ha emesso il provvedimento<br />
cautekare in carcere per tre<br />
di loro, mentre per uno solo ha disposto<br />
la misura degli arresti domiciliari.<br />
Nelle prossime ore saranno sottoposti<br />
all’interrogatorio di garanzia<br />
davanti al magistrato che<br />
ha firmato la misura cautelare in<br />
carcere. Una nuova operazione,<br />
quella dei Carabinieri, che non<br />
solo dimostra come sia allarmante<br />
il fenomeno <strong>del</strong> traffico di droga,<br />
anche in Alta Irpinia, ma che<br />
a distanza di due anni dall’ultimo<br />
blitz eseguito dai militari, ancora<br />
una sorta di rete, meno organizzata<br />
comunque rispetto a<br />
quella smantellata nel 2011, tentava<br />
di espandersi sul territorio<br />
santangiolese.<br />
LE PAROLE DEL CAPO DEI PM SANTANGIOLESI GUERRIERO<br />
«Un presidio in questa<br />
terra è indispensabile<br />
contro l’allarme droga»<br />
L’ascesa di un gruppo di giovani<br />
pusher rampanti, pronti anche a<br />
spacciare tra i minori e soprattutto<br />
sostanze come l’emmedì bloccata<br />
dal lavoro di magistrati e forze<br />
<strong>del</strong>l’ordine. Soddisfazione nelle<br />
parole <strong>del</strong> Procuratore <strong>del</strong>la Repubblica<br />
Antonio Guerriero che<br />
mette in risalto la forte ed essenziale<br />
sinergia e collaborazione con<br />
le forze <strong>del</strong>l’ordine in generale e<br />
nel caso specifico con l’Arma dei<br />
Carabinieri. “l’Indagine nasce dalla<br />
collaborazione e dalla forte ed<br />
ottima sinergia <strong>del</strong>la Procura con<br />
gli uomini dei Carabinieri <strong>del</strong> Comando<br />
provinciale e <strong>del</strong>la Compagnia<br />
di Montella – dice Guerriero<br />
– e siamo riusciti ad arrestare<br />
quattro giovani <strong>del</strong>l’Alta Irpinia<br />
che spacciavano anche a ragazzi<br />
di giovani età. Indagine conferma<br />
il disagio che esiste in queste aree<br />
dovuta anche alla crisi economica<br />
ed occupazionale che è presente<br />
nei giovani <strong>del</strong> territorio altirpino.<br />
Indagine ha consentito di recidere<br />
da questi pusher che spacciavano<br />
droghe leggere, ma anche nuove<br />
droghe che possono essere pericolose.<br />
Questa nuova operazione dimostra<br />
la necessità e l’importanza<br />
su questo territorio di un presidio<br />
che possa difendere l’intera<br />
zona da attività malavitose che<br />
possono mettere a serio rischio le<br />
zone interne come l’Alta Irpinia”.<br />
Anche il comandante provinciale<br />
<strong>del</strong>l'Arma, il Colonnello Giovanni<br />
Adinolfi ha parlato <strong>del</strong> rischio collegato<br />
alla presenza di spacciatori<br />
e al traffico di droga nella zona.<br />
SAN MARTINO<br />
Sequestro al boss<br />
annullato dall’Appello<br />
SAN MARTINO- Non ci sarà nessuna<br />
confisca per la mansarda <strong>del</strong>la palazzina<br />
al centro di San Martino Valle Caudina<br />
sequestrata alla mamma <strong>del</strong> boss Orazio<br />
De Paola. I magistrati <strong>del</strong>l’Ottava Sezione<br />
Penale <strong>del</strong>la<br />
Corte di Appello<br />
di Napoli hanno<br />
infatti accolto il<br />
ricorso dei difensori<strong>del</strong>l’anziana,<br />
i penalisti<br />
Dario Vannetiello<br />
e Valeria Verrusio,<br />
che già avevano<br />
ottenuto<br />
dal Tribunale di<br />
Avellino il dissequestro<br />
di alcune vetture e di un’altra parte<br />
<strong>del</strong>la palazzina ristrutturata nel comune<br />
di San Martino Valle Caudina. Il sequestro<br />
era scattato nel marzo <strong>del</strong> 2012<br />
ed il 20 dicembre scorso il Tribunale di Avellino<br />
aveva disposto la confisca <strong>del</strong> piano<br />
mansarda. Avverso quella decisione<br />
è intervenuto il ricorso da parte dei legali<br />
<strong>del</strong>la donna e la decisione <strong>del</strong> collegio<br />
<strong>del</strong>la Corte di Appello di Napoli, presidente<br />
De Carolis, estensore Fuorio Cioffi,<br />
nonostante il parere contrario espresso<br />
dal sostituto Procuratore generale d'udienza,<br />
ha restituito il bene all'anziana<br />
signora.<br />
“La droga – dice il colonnello Adinolfi<br />
– viene chiaramente dal napoletano,<br />
ma la piaga <strong>del</strong>l’uso degli<br />
stupefacenti, purtroppo, è presente<br />
anche in Alta Irpinia. Per<br />
contrastare il tutto stiamo puntando<br />
sulla prevenzione e quindi<br />
sul confronto proprio con i giovani<br />
anche nelle scuole ed in questo<br />
credo siano necessari e la partecipazione<br />
<strong>del</strong>le famiglie che devono<br />
contribuire per bloccare questi fenomeni.<br />
Altro aspetto sono le attività<br />
di controllo coordinate dalla<br />
Procura <strong>del</strong>la Repubblica e messo<br />
in atto dagli uomini <strong>del</strong>l’Arma,<br />
in questo caso degli uomini <strong>del</strong>l’Arma<br />
dei Carabinieri. Il nostro<br />
impegno è massimo, ma è auspicabile<br />
anche la collaborazione e<br />
l’impegno in particolar modo <strong>del</strong>le<br />
famiglie. Bisogna fare rete per<br />
provare a debellare questo fenomeno<br />
che, purtroppo, ha anche<br />
fatto <strong>del</strong>le vittime”<br />
ROTONDI<br />
Mazzette e camorra,<br />
Mainolfi davanti al Gip<br />
Fissato dal Gip <strong>del</strong> Tribunale di Salerno<br />
Dolores Zarone l’interrogatorio di garanzia<br />
a cui dovrà essere sottoposto il funzionario<br />
comunale originario di Rotondi<br />
coinvolto nell’operazione «Alma». Quello<br />
che si svolgerà<br />
venerdì 17<br />
maggio presso<br />
gli uffici <strong>del</strong> Tribunale<br />
di Salerno.<br />
l ruolo di<br />
Francesco Mainolfi<br />
è limitato<br />
ad una sola vicenda,<br />
quella<br />
relativa secondo<br />
l'accusa,<br />
quella di corruzione<br />
e turbativa d'asta, Nicola Madonna,<br />
l'imprenditore collegato al gruppo Bidognetti-Vargas<br />
e il suo prestanome Attilio<br />
Guida, per entrare come subappaltatori<br />
nei lavori di qualificazione e potenziamento<br />
<strong>del</strong>le infrastrutture Area Industriale<br />
di Battipaglia. Per questo, avrebbero promesso<br />
di dare una somma di denaro intorno<br />
ai 50.000 euro, o altre utilità, sia all'ingegnere<br />
Giovanni Argento che allo<br />
stesso Francesco Mainolfi, rispettivamente<br />
dirigente <strong>del</strong>l'Area Operativa Tecnico Territoriale<br />
e progettista dei lavori e capo ufficio<br />
Infrastrutture Secondarie <strong>del</strong> Comune<br />
di Battipaglia .