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Massimo Ferretti - I <strong>maestri</strong> <strong>della</strong> <strong>prospettiva</strong><br />
schermatura prospettica che riesca illusivamente plausibile,<br />
ne esce spesso un effetto prossimo all’organizzazione<br />
formale di una tarsia 80 . Che tali effetti ricorrano<br />
in zona padana, non sorprende: i p<strong>it</strong>tori di età prospettica<br />
condividono la capac<strong>it</strong>à di ricomposizione modulare<br />
dei blocchi, il ricorso replicato e variato agli stessi cartoni,<br />
che sono propri degli intarsiatori. Si pensi soltanto<br />
alla continu<strong>it</strong>à di riusi figurali che si svolge nella bottega<br />
di Cima da Conegliano o del Montagna; o alla<br />
calettatura di precedenti modelli in un diverso contesto<br />
compos<strong>it</strong>ivo da parte del Bramantino. L’attrazione dei<br />
p<strong>it</strong>tori verso i topoi <strong>della</strong> tarsia incide maggiormente<br />
nelle aree di alta tradizione lignaria. Ad esempio, nell’Annunciazione<br />
del Bianchi Ferrari (Modena, Galleria<br />
Estense) o in quella, costesca, che fu <strong>della</strong> Collezione<br />
Cook (Venezia, Fondazione Cini), si spalancano stipi<br />
nascosti: lo spazio richiuso, le lamine ottiche che ne<br />
dànno struttura, la sparsa cadenza delle cose (libri, clessidra,<br />
ciliege nel dipinto veneziano), si accordano fin<br />
nella stessa lucidissima regola di proporzionamento verticale<br />
tipica delle tarsie dei cori 81 . E non ci si sofferma<br />
neppure sui dipinti che raffigurano mobili intarsiati (e<br />
che pure, nella loro puntual<strong>it</strong>à, potrebbero integrare la<br />
mappa delle diverse tradizioni decorative 82 .<br />
Ci sono tavole ed affreschi (come quelli di San Giovanni<br />
in Verdara, a Padova) di una caratterizzazione<br />
spaziale cosí spiccata da richiamare in modo spontaneo<br />
quanto generico l’amb<strong>it</strong>o <strong>della</strong> tarsia. Ma è partendo<br />
dalla loro funzione decorativa e seriale, dalla stessa collocazione<br />
anche, che si chiarisce meglio il rapporto con<br />
quei piú consueti moduli figurativi. La cosa riesce forse<br />
piú piana se si pensa che, quando cap<strong>it</strong>ò di dipingere gli<br />
spazi normalmente destinati all’opera di tarsia, se ne<br />
conservò intatti i temi e gli speciali modi di figurazione.<br />
Basti ricordare lo zoccolo figurato a finte tarsie nella<br />
Stanza <strong>della</strong> Segnatura 83 ; le aperture paesaggistiche di<br />
Storia dell’arte Einaudi 30