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Massimo Ferretti - I <strong>maestri</strong> <strong>della</strong> <strong>prospettiva</strong><br />
carriera del solo Cristoforo. Negli Evangelisti del<br />
Duomo di Modena, datati 1477, si precisa meglio una<br />
concezione costruttiva per cui non si può fare a meno<br />
di riadattare un’altra definizione che Longhi impiegò<br />
per Piero <strong>della</strong> Francesca: «il contorno non è linea ma<br />
curvata nettezza di lim<strong>it</strong>e prospettico» 127 . Proprio davanti<br />
alle tarsie fiorentine dei tempi di Baldovinetti, Pollaiolo,<br />
Botticelli, e ai loro diretti incroci formali con i<br />
valori grafici <strong>della</strong> p<strong>it</strong>tura contemporanea, Cristoforo da<br />
Lendinara rivela, nella stessa inconsistenza materiale<br />
<strong>della</strong> linea, la precisione euclidea dei profili, concretando<br />
nell’aggregazione dei legni la nozione matematica di<br />
disegno che fu sugger<strong>it</strong>a da Alberti e da Piero <strong>della</strong><br />
Francesca («[...] dico in questa circonscrizione molto<br />
doversi osservare ch’ella sia di linee sottilissime fatta,<br />
quasi tali che fuggano essere vedute»; «Desegno intendiamo<br />
essere profili et contorni che nella cosa se contene»)<br />
128 . La larga ed esatta profilatura del mento di San<br />
Giovanni risulta soltanto dall’accostamento di due pezzi<br />
<strong>della</strong> medesima essenza lignea, secondo il medesimo<br />
taglio, ma ruotati di direzione.<br />
Da tali considerazioni sull’autonomia espressiva delle<br />
tarsie di Cristoforo deriva un’ulteriore sment<strong>it</strong>a <strong>della</strong><br />
proposta longhiana, che peraltro ha avuto notevole fortuna,<br />
volta a riconoscere dietro le opere dell’intarsiatore,<br />
e in particolare dietro a questi Evangelisti, precisi<br />
modelli di Piero <strong>della</strong> Francesca 129 . Del resto l’ipotesi si<br />
completa e in un certo senso si richiude su se stessa<br />
quando Longhi osserva che a date «tarde come il ’77,<br />
l’86, l’88 le tarsie di Cristoforo non deflettono da uno<br />
stile che quadra al 1450». Ma di quale stile si tratta? Di<br />
quello <strong>della</strong> p<strong>it</strong>tura, non <strong>della</strong> tarsia. Alla dipendenza<br />
espressiva corrisponde coerentemente, in Longhi, l’impressione<br />
di uno scarto temporale.<br />
Non sembrerebbe difficile, tuttavia, risalire al vero<br />
autore di quei cartoni. Basta affiancare al San Giovan-<br />
Storia dell’arte Einaudi 48