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La Provincia di Milano per la pace e la cooperazione in Africa

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paesi del<strong>la</strong> regione, oltre all’Etiopia, partico<strong>la</strong>rmente amati dagli USA. È uno dei paesi sui quali, al<strong>la</strong><br />

f<strong>in</strong>e del bipo<strong>la</strong>rismo, gli USA avevano puntato dopo i cambiamenti avvenuti nei regimi dell’area nel<br />

’91 e rappresenta uno degli “allievi modello” del<strong>la</strong> Banca Mon<strong>di</strong>ale negli ultimi venti anni. Inoltre,<br />

l’Uganda è uno dei protagonisti del<strong>la</strong> guerra nel<strong>la</strong> Repubblica Democratica del Congo. Negli ultimi<br />

mesi, con il riacutizzarsi del conflitto nel Kivu, siamo <strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> un nuovo al<strong>la</strong>rgamento<br />

regionale. Anche <strong>per</strong> il Congo c’è un rischio <strong>di</strong> somalizzazione, <strong>di</strong> frammentazione, cioè che pezzi <strong>di</strong><br />

Congo se ne vadano <strong>per</strong> conto loro. Aumenta il rischio <strong>di</strong> esca<strong>la</strong>tion e <strong>di</strong> <strong>in</strong>ternazionalizzazione del<br />

conflitto, con il co<strong>in</strong>volgimento <strong>di</strong> tutto l’asse che collega <strong>la</strong> regione dei Gran<strong>di</strong> <strong>La</strong>ghi con l’area del<br />

Corno d’<strong>Africa</strong> propriamente detto.<br />

<strong>La</strong> comunità <strong>in</strong>ternazionale si sta rive<strong>la</strong>ndo partico<strong>la</strong>rmente impotente anche nel caso del Congo,<br />

non solo nel porre term<strong>in</strong>e al conflitto ma <strong>per</strong>s<strong>in</strong>o nell’arg<strong>in</strong>are almeno alcune delle conseguenze<br />

umanitarie più gravi, ad esempio l’enorme numero dei profughi e degli sfol<strong>la</strong>ti del Kivu. In Kivu non<br />

si riesce a garantire un m<strong>in</strong>imo <strong>di</strong> protezione del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione civile nonostante sia <strong>in</strong> atto un’azione<br />

dell’ONU partico<strong>la</strong>rmente autorevole, condotta dall’ex presidente del<strong>la</strong> Nigeria, uno dei gran<strong>di</strong> saggi<br />

africani, e sia presente nel<strong>la</strong> regione una forza mult<strong>in</strong>azionale dell’ONU <strong>di</strong> circa 17.000 <strong>per</strong>sone.<br />

C’è, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un’altra fascia <strong>di</strong> paesi collegati più <strong>di</strong>rettamente al<strong>la</strong> questione sudanese.<br />

Il primo è il Ciad, <strong>in</strong>nanzi tutto <strong>per</strong>ché, secondo le ultime stime ONU, ci sono <strong>in</strong> Ciad circa 300.000<br />

rifugiati provenienti dal Darfur. E ci sono <strong>in</strong> territorio cia<strong>di</strong>ano basi dei ribelli darfuriani che godono<br />

dell’appoggio del governo cia<strong>di</strong>ano, anche <strong>in</strong> considerazione del fatto che alcune fazioni del Darfur<br />

sono abbastanza legate, anche dal punto <strong>di</strong> vista etnico, al presidente e al governo attuali del Ciad.<br />

E, viceversa, ci sono movimenti ribelli cia<strong>di</strong>ani che o<strong>per</strong>ano <strong>in</strong> Ciad a partire dal territorio del Darfur;<br />

all’<strong>in</strong>izio del 2008 c’è stato un attacco <strong>di</strong> questi ribelli al<strong>la</strong> capitale del Ciad, sventato e represso<br />

anche grazie all’<strong>in</strong>tervento francese. I francesi appoggiano pesantemente l’attuale governo cia<strong>di</strong>ano<br />

nell’essere contrari a qualsiasi collegamento <strong>di</strong>plomatico o negoziale tra <strong>la</strong> questione del Ciad e <strong>la</strong><br />

questione del Darfur, con<strong>di</strong>zionando tutta <strong>la</strong> politica europea su questo tema. Il governo sudanese<br />

sostiene, <strong>in</strong>vece, che, se esiste un “problema del Darfur”, allora esiste anche un “problema cia<strong>di</strong>ano”<br />

e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> va a<strong>per</strong>to un tavolo anche sul<strong>la</strong> questione del Ciad.<br />

Anche <strong>la</strong> Libia è un attore importante sul<strong>la</strong> scena e non solo <strong>per</strong>ché ha legami storici con il Ciad con<br />

il quale ha contenziosi <strong>di</strong> frontiera. Negli ultimi anni si è assistito al tentativo <strong>di</strong> Gheddafi <strong>di</strong> rientrare<br />

nel<strong>la</strong> comunità <strong>in</strong>ternazionale uscendo dal novero dei cosiddetti stati canaglia che appoggiavano<br />

il terrorismo. L’Italia ha avuto un ruolo importante nell’<strong>in</strong>coraggiare questo cambiamento <strong>di</strong> rotta.<br />

Negli ultimissimi anni <strong>la</strong> Libia ha avviato una politica africana molto <strong>in</strong>tensa, spostando, almeno<br />

apparentemente, il suo baricentro politico dal mondo arabo verso l’<strong>Africa</strong>, e questo rappresenta un<br />

elemento <strong>di</strong> un certo <strong>in</strong>teresse. <strong>La</strong> Libia ha cercato <strong>di</strong> avere un ruolo chiave anche nel<strong>la</strong> soluzione<br />

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