nuova fotografia italiana ny italiensk fotografi - Artericambi
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Elisa Sighicelli<br />
Nata a Torino nel 1968, Sighicelli costruisce dei lightbox alquanto particolari. L’artista interviene infatti sul retro del<br />
vetro per mascherare con del colore nero opaco alcune zone dell’immagine, che così non risultano retroilluminate,<br />
orientando invece la luce nelle parti che vuole sottolineare, il più delle volte coincidenti con le luci rappresentate<br />
nell’immagine. L’effetto che ne risulta è di grande efficacia, di luce “viva” e al tempo stesso misteriosa perché reale e<br />
finta insieme. All’inizio le immagini raffiguravano a loro volta situazioni, paesaggi o interni sospesi, onirici, atmosfere<br />
rade e soffuse, scene dove la mancanza di presenza umana e la messa a fuoco di singoli oggetti fa pensare che qualcosa<br />
sia appena avvenuto o stia per avvenire Poi altri soggetti e situazioni sono subentrati. Un’altra serie, per esempio,<br />
riprende dei dettagli di dipinti italiani del Medioevo e Rinascimento giocando, sempre attraverso le sottolineature<br />
luminose, tra realtà e rappresentazione.<br />
Una serie recente privilegia le impalcature e i pannelli pubblicitari illuminati ma dal contenuto invisibile,<br />
o perché vuoti, o perché di profilo, o perché la luce li sbianca del tutto. Il gioco delle luci si fa dunque più duro,<br />
fino all’annullamento, alla cancellazione, allo svuotamento, mentre è l’intrico geometrico a prevalere in un caos<br />
allucinatorio che altrove diventa sempre più pura forma luminosa. La semplicità o la ripetizione delle forme le porta<br />
sempre più verso l’astrazione, come sottolineano anche i titoli – Grid, Double Triangle, Empty Square – mentre la luce<br />
si fa più forte e contrastata. Mentre le prime immagini coinvolgevano lo spettatore facendolo entrare nello spazio<br />
rappresentato, ora le porte si chiudono su un mondo autonomo che sta al di là della superficie che stiamo guardando.<br />
La luce non sembra più emanare dalle immagini ma implodere dentro la “scatola”. In mezzo c’è stata tutta una serie<br />
di video dagli effetti ipnotici, tridimensionali e movimentati. Questi stessi caratteri sono ora anche nelle più recenti<br />
immagini dei lightbox. Le immagini si sono fatte più indecifrabili, più inestricabili, e spesso sembrano presentare degli<br />
ostacoli più che delle situazioni invitanti, quando non un vero e proprio accesso sbarrato, come in Double Triangle.<br />
L’immagine è un mondo a parte.