19.04.2014 Views

ARDEA - il Caffè

ARDEA - il Caffè

ARDEA - il Caffè

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

22<br />

CRONACHE n. 268 - dal 20 giugno al 3 luglio 2013<br />

POMEZIA/<strong>ARDEA</strong> Possib<strong>il</strong>e prenotare l’esame gratuito per la prevenzione al tumore della prostata riservato a chi ha tra i 45 e i 65 anni<br />

Test Psa gratuito per i donatori dell’Avis<br />

Èstata avviata dal 1 giugno,<br />

dall’AVIS (Associazione italiana<br />

volontari del sangue)<br />

intercomunale di Pomezia e Ardea<br />

una campagna di prevenzione dei<br />

tumori alla prostata, attraverso un<br />

esame gratuito del PSA (Antigene<br />

Prostatico Specifico), che sarà effettuato<br />

a tutti i donatori di sesso<br />

masch<strong>il</strong>e di età compresa tra i 45 e<br />

i 65 anni, in occasione della loro<br />

donazione del sangue. L’iniziativa<br />

proseguirà fino al prossimo ottobre<br />

e per beneficiarne, i donatori<br />

dovranno contattare la segreteria<br />

dell’AVIS ai numeri 069123007 o<br />

3347821775: per prenotare <strong>il</strong> test,<br />

inoltre, sarà necessario per una<br />

valutazione urologica, riempire un<br />

questionario, che sarà consegnato<br />

all’atto della donazione: «L’adenocarcinoma<br />

della prostata – spiegano<br />

dall’associazione pometina – è<br />

diventata la neoplasia più frequente<br />

nei soggetti di età superiore ai<br />

45-50 anni, ed è la terza causa di<br />

morte per cancro, dopo i tumori<br />

del polmone e del colon-retto. La<br />

diagnosi precoce del cancro della<br />

prostata ha assunto un ruolo r<strong>il</strong>evante,<br />

grazie soprattutto alla determinazione<br />

sierica del PSA. Per<br />

questo motivo, l’Associazione<br />

Americana di Urologia (AUA) e<br />

l’Associazione Americana per <strong>il</strong><br />

Cancro (ACS) consigliano che tutti<br />

gli individui di sesso masch<strong>il</strong>e, al<br />

di sopra dei 45-50 anni di età, vengano<br />

sottoposti, almeno una volta<br />

l’anno, al dosaggio dei livelli ematici<br />

del PSA, attraverso un semplice<br />

prelievo del sangue». Vista la<br />

sua semplicità e importanza del<br />

test, <strong>il</strong> consiglio direttivo dell’Avis<br />

ha deciso anche per quest’anno di<br />

acquistare i kit per <strong>il</strong> dosaggio del<br />

PSA, per tutto <strong>il</strong> periodo estivo,<br />

grazie anche al parziale contributo<br />

ricevuto dalle offerte del 5x1000:<br />

«Quando la malattia si chiama<br />

cancro – spiegano i rappresentanti<br />

del direttivo Avis – nessuna chemioterapia,<br />

radioterapia è più efficace<br />

della diagnosi precoce. Forse,<br />

eseguendo “a tappeto” <strong>il</strong> dosaggio<br />

del PSA nella popolazione masch<strong>il</strong>e,<br />

potremmo vedere ridurre <strong>il</strong><br />

rischio di morte per carcinoma<br />

prostatico, così come è avvenuto<br />

per <strong>il</strong> cancro della mammella. Riteniamo<br />

inoltre che <strong>il</strong> donatore, sottoposto<br />

a un esame non richiesto<br />

dalla legge, prenda coscienza dell’importanza<br />

della donazione, non<br />

solo come atto di solidarietà verso<br />

gli altri ma anche come momento<br />

di controllo preventivo della propria<br />

salute».<br />

Giovanni Salsano<br />

POMEZIA Giancotti condannato a pagare le spese di giudizio<br />

Il Tar respinge <strong>il</strong> ricorso<br />

del dirigente comunale<br />

al Tar <strong>il</strong><br />

dirigente comunale<br />

Giuseppe Gian-<br />

“Sconfitto”<br />

cotti, che su una verifica disposta<br />

sul suo operato ha<br />

ingaggiato un braccio di ferro<br />

con <strong>il</strong> Comune di Pomezia.<br />

Il 23 febbraio 2012 <strong>il</strong><br />

consiglio comunale pometino<br />

ha istituito una commissione<br />

speciale d’inchiesta,<br />

al fine di verificare l’operato<br />

del dirigente. Quest’ultimo<br />

non si sarebbe presentato<br />

alle prime due riunioni della<br />

commissione, presentando<br />

poi per i successivi incontri<br />

certificazione medica.<br />

La commissione, dopo<br />

aver disposto l’acquisizione di documenti su<br />

impegni di spesa del III settore del Comune a<br />

partire dal 2008, settore diretto appunto da<br />

Giancotti, non ha preso alcun provvedimento,<br />

specificando che, a causa delle ripetute assenze<br />

del dirigente agli incontri, non poteva adempiere<br />

al proprio mandato. Giancotti ha chiesto<br />

invece di acquisire, esaminare ed estrarre copia<br />

di tutti gli atti predisposti dall’ente pubblico<br />

relativamente alla commissione di vig<strong>il</strong>anza,<br />

specificando di avere<br />

un interesse «diretto, concreto<br />

e attuale» nel vagliare<br />

tale documentazione, visto<br />

che aveva aperto anche<br />

un contenzioso davanti alla<br />

sezione lavoro del Tribunale<br />

di Velletri, per ottenere<br />

l’accertamento del suo diritto<br />

a percepire l’indennità<br />

di risultato. Il Comune non<br />

ha dato risposte al dirigente<br />

ed è scattato <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio<br />

rigetto dell’istanza. A quel<br />

punto Giancotti si è rivolto<br />

al Tar del Lazio. I giudici<br />

amministrativi romani hanno<br />

però ora respinto <strong>il</strong> ricorso<br />

e condannato <strong>il</strong> ricorrente<br />

a pagare all’ente pubblico le spese di giudizio.<br />

Per <strong>il</strong> Tar, vista la condotta tenuta da<br />

Giancotti verso la commissione speciale d’inchiesta,<br />

la sua richiesta non merita accoglimento.<br />

Il dirigente, per i giudici, ha «evidenziato<br />

una carenza di interesse che contrasta con<br />

quanto dichiarato nella richiesta di accesso»<br />

agli atti.<br />

Clemente Pist<strong>il</strong>li<br />

POMEZIA Cordaro e Cefaro dovranno risarcire 297.200 euro<br />

“Caso mazzette”, condanne<br />

a metà per due ispettori Inps<br />

Condanne confermate solo a metà<br />

dalla Corte dei Conti per due ispettori<br />

dell’Inps di Pomezia, coinvolti<br />

in una storia di «mazzette». Italo Cefaro e<br />

Diego Cordaro nel 2010 erano stati condannati<br />

a risarcire all’Istituto previdenziale<br />

oltre un m<strong>il</strong>ione di euro per danno patrimoniale<br />

e lo scorso anno 50m<strong>il</strong>a euro<br />

per <strong>il</strong> danno all’immagine dell’Inps causato<br />

dalla loro condotta. I due hanno fatto<br />

ricorso e, con due sentenze, la III sezione<br />

centrale d’appello della Corte dei Conti<br />

ha ora assolto i due dal danno all’immagine<br />

e riformato la sentenza sul danno patrimoniale,<br />

stab<strong>il</strong>endo che all’Inps dovrano<br />

essere risarciti soltanto 297.200 euro. Gli<br />

ispettori di vig<strong>il</strong>anza dell’Inps di Pomezia,<br />

Cefaro e Cordaro, furono arrestati su ordine<br />

del gip di Roma a maggio del 2001.<br />

Secondo gli inquirenti avevano costituito<br />

un’associazione per delinquere, che chiedeva<br />

denaro alle aziende in cambio di<br />

controlli «fac<strong>il</strong>i» e altre agevolazioni. Dagli<br />

accertamenti compiuti anche dall’Inps,<br />

emerse che i due avrebbero effettuato<br />

ispezioni arbitrarie, non avrebbero contestato<br />

alle aziende controllate omissioni<br />

contributive, ridotto sanzioni <strong>il</strong>lecitamente<br />

e riconosciuto rimborsi non dovuti, <strong>il</strong><br />

tutto in cambio di somme considerevoli di<br />

denaro. L’Istituto previdenziale stimò di<br />

aver così subito un danno, derivante da<br />

mancate entrate o uscite <strong>il</strong>legittime, per<br />

oltre un m<strong>il</strong>ione e mezzo di euro. Il 18<br />

marzo 2004 Cefaro e Cordaro vennero rinviati<br />

a giudizio per associazione per delinquere,<br />

concussione, corruzione, abuso<br />

d’ufficio, falso, ricettazione e rivelazione<br />

di segreti d’ufficio. I due ispettori sono<br />

stati condannati dal Tribunale di Roma <strong>il</strong><br />

19 gennaio 2009, ma la vicenda prima in<br />

Corte d’Appello e poi in Cassazione è finita<br />

in prescrizione. Ora caso chiuso anche<br />

con la Corte dei Conti, tirando fuori<br />

297.200 euro anziché quasi un m<strong>il</strong>ione e<br />

mezzo.<br />

Clemente Pist<strong>il</strong>li

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!