Manuale per la tutela dei consumatori - Centro Tutela Consumatori ...
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Economia domestica, abbigliamento, consumo critico<br />
146<br />
scomparsa di una metà delle su<strong>per</strong>fici occupate<br />
dal<strong>la</strong> foresta tropicale: essa viene<br />
via via eliminata, ad esempio appiccandovi<br />
incendi, allo scopo di creare lo spazio<br />
<strong>per</strong> il pascolo <strong>dei</strong> bovini. Essi saranno poi<br />
i fornitori di carne <strong>per</strong> le catene di fast<br />
food. Le <strong>per</strong>dite di questo tipo rappresentano<br />
una catastrofe non solo <strong>per</strong> l’intero<br />
ecosistema, ma anche <strong>per</strong> l’economia <strong>dei</strong><br />
Paesi tropicali. Senza <strong>la</strong> tenuta garantita<br />
dalle radici, il terreno viene di<strong>la</strong>vato dalle<br />
fitte piogge e vanno anche <strong>per</strong>se le condizioni<br />
che <strong>per</strong>metterebbero coltivazioni alternative.<br />
Basta pensare che l’hamburger<br />
di una qualsiasi catena di fast food, costa<br />
circa 6 m 2 di foresta tropicale. I problemi<br />
che ne derivano sollecitano il nostro senso<br />
di responsabilità; possiamo sintetizzarli<br />
così:<br />
- enormi difficoltà nel<strong>la</strong> compagine sociale<br />
<strong>dei</strong> Paesi interessati<br />
- moria su ampia sca<strong>la</strong> di specie animali<br />
- mutamenti irreversibili del clima.<br />
conveniente. Le iniziative di boicottaggio<br />
avviate in un primo momento nei Paesi<br />
destinatari di queste produzioni hanno<br />
<strong>la</strong>sciato lentamente lo spazio a considerazioni<br />
di diversa natura: le stesse <strong>la</strong>voratrici<br />
del settore andrebbero infatti a risentire<br />
di un’eventuale chiusura delle coltivazioni,<br />
<strong>per</strong>ché, pur con un sa<strong>la</strong>rio da fame,<br />
riescono oggi a mantenere non di rado<br />
intere famiglie. Le organizzazioni attive<br />
nel<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>dei</strong> diritti umani cercano invece<br />
di sensibilizzare l’opinione pubblica e il<br />
consumatore. I produttori che decidano<br />
di modificare e migliorare le condizioni<br />
di <strong>la</strong>voro possono ottenere oggi un partico<strong>la</strong>re<br />
marchio col quale essi dichiarano<br />
al consumatore che le proprie produzioni<br />
florovivaistiche sono state ottenute nel<br />
rispetto del<strong>la</strong> dignità del <strong>la</strong>voratore. In<br />
Germania, Austria e Svizzera sono molti<br />
i fiorai che offrono fiori con il marchio<br />
“FLP”, mentre in Alto Adige si sta appena<br />
cominciando.<br />
Fiori<br />
I fiori recisi prodotti oltreoceano rappresentano<br />
<strong>per</strong> il mercato europeo una<br />
merce molto apprezzata, in quanto i costi<br />
di produzione sono di molto inferiori a<br />
quelli del prodotto locale. La convenienza<br />
deriva <strong>per</strong>ò da condizioni di sfruttamento<br />
del <strong>la</strong>voro e dal trattamento inumano<br />
del<strong>la</strong> manodo<strong>per</strong>a nelle grandi coltivazioni<br />
in serra dell’America Centrale e del Sud.<br />
Gli spregiudicati metodi di coltivazione lì<br />
usuali coinvolgono soprattutto donne e<br />
bambini che, tra <strong>la</strong> manodo<strong>per</strong>a a buon<br />
mercato <strong>dei</strong> cosiddetti Paesi in via di sviluppo,<br />
rappresentano <strong>la</strong> fetta ancora più<br />
www.flower-<strong>la</strong>bel-programm.org<br />
Il marchio ri<strong>la</strong>sciato dal FLP - Flower Label<br />
Program - “Fiori di produzione equa<br />
e solidale nel rispetto dell’ambiente”