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Edizione critica - Don Bosco nel Mondo

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G. <strong>Bosco</strong>, Documenti di pedagogia narrativa 105<br />

da lui introdotte <strong>nel</strong> documento B. L'apparato delle varianti avrebbe dovuto<br />

evidenziare l'evoluzione subita dal testo a partire dalla originaria redazione A,<br />

tutta autografa di don <strong>Bosco</strong>, fino al documento finale D.<br />

Ma si è preferito privilegiare ciò che don <strong>Bosco</strong> effettivamente e direttamente<br />

ha scritto di suo pugno. Sulla linea A-C-D è intervenuto qualcosa che<br />

è dovuto a Oreglia e che non sembra derivato propriamente da don <strong>Bosco</strong>,<br />

che, quindi, non è rigorosamente suo; e questo è stato poi riversato in D.<br />

Si è, perciò, preferito partire dal documento originario A, arricchendolo e<br />

ricostruendolo in base agli espliciti interventi di don <strong>Bosco</strong> succedutisi in B,<br />

C, D, privilegiando qualche rarissima volta quelli riscontrati in D incompatibili<br />

con qualche intervento in B. In apparato sono registrate tutte le<br />

varianti, da chiunque introdotte <strong>nel</strong>le varie fasi redazionali.<br />

Considerato il carattere arcaico dei testi editi ci si è voluti attenere alla<br />

mens di don <strong>Bosco</strong>, intesa <strong>nel</strong> senso più letterale. Non è esclusa la legittimità<br />

e la validità di un altro tipo di edizione. A livello di interpretazione delle intenzioni<br />

e delle idee si è ritenuta più significativa questa, la quale garantisce<br />

che ogni parola e sillaba è uscita esclusivamente dalla penna di don <strong>Bosco</strong>,<br />

anche se i testi dei due amanuensi possono aver goduto di una sua tacita<br />

approvazione.<br />

In questa edizione, <strong>nel</strong>la quale interessa più la sostanza del documento<br />

che talune peculiarità morfologiche o grafiche, non si includono, <strong>nel</strong>l'apparato<br />

delle varianti, anomalie e particolarità puramente formali: punteggiatura<br />

(quando non sia indispensabile per la comprensione esatta del testo), diverso<br />

modo di indicare il plurale delle parole terminanti in -io (per es. laboratorii o<br />

laboratori, oratorii o oratori...), lo scambio di maiuscole e minuscole per molti<br />

nomi comuni (per es. Oratorio o oratorio, Falegname o falegname, Istruzione<br />

o istruzione...), l'assenza o presenza di sottolineature nei sottotitoli, l'uso per<br />

certe forme verbali di accenti e di elisioni (per es. fù-fu, fa-fa) e dell'imperfetto<br />

indicativo (facea-faceva, avean-avevano...).

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