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Edizione critica - Don Bosco nel Mondo

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p. 10<br />

G. <strong>Bosco</strong>, Documenti di pedagogia narrativa 121<br />

bero giustificato quanto faceva. Di più era sì vivo il desiderio di<br />

avere un sito adattato che <strong>nel</strong>la mia mente lo giudicava come fatto e<br />

ciò era motivo che li medesimi miei più cari amici mi qualificassero<br />

di testa alterata; e li miei cooperatori, poiché non voleva loro accondiscendere,<br />

e cessare dalla mia impresa, intieramente mi abbandonarono.<br />

Il T. Borrelli entrava <strong>nel</strong>le mie idee e non potendo farsi altrimenti<br />

egli divisava di scegliere una dozzina di ragazzini, e fare privatamente<br />

il catechismo a costoro; aspettando tempi più favorevoli per compiere i<br />

nostri disegni.<br />

- Non così, io rispondeva, il Signore ha cominciato e deve finire<br />

l'opera sua.<br />

- Ma intanto dove radunare i nostri ragazzi?<br />

- Nell'Oratorio.<br />

- Dove è questo Oratorio?<br />

- Io lo veggo già fatto - veggo una chiesa - veggo una casa -<br />

veggo un recinto per la ricreazione, questo c'è ed io lo veggo.<br />

- Dove sono coteste cose?<br />

- Non so ancora dove siano, ma io le veggo.<br />

Ciò diceva pel vivo desiderio di avere tali cose, ed era intimamente<br />

persuaso che Iddio le avrebbe provvedute.<br />

Il T. Borrelli compiangeva il mio stato, e andava anch'egli dicendo,<br />

che temeva fortemente che io avessi la testa alterata. D. Caffasso<br />

mi diceva di non prendere per allora nissuna deliberazione. L'arcivescovo<br />

propendeva per la continuazione.<br />

Intanto il Marchese Cavour fermo di voler far cessare questi assembramenti,<br />

che egli chiamava pericolosi, e non volendo prendere deliberazioni<br />

che potessero tornare spiacevoli all'Arcivescovo i convocò<br />

la Ragioneria, che corrisponde al consiglio municipale, <strong>nel</strong> Palazzo ar-<br />

245<br />

250<br />

255<br />

260<br />

265<br />

270<br />

243-247 e ciò... abbandonarono] Li miei più cari amici mi consigliavano a desistere<br />

da tutto, a cui non volendo accondiscendere mi abbandonarono A e ciò era motivo<br />

che li medesimi più cari amici mi qualificassero di testa alterata; e non volendo loro<br />

accondiscendere, e cessare dalla mia impresa, intieramente mi abbandonarono em<br />

mrg sin AZ e ciò era motivo che li medesimi miei più cari amici mi qualificassero di<br />

testa alterata; e li miei cooperatori, poiché non voleva loro accondiscendere, e cessare<br />

dalla mia impresa, intieramente mi abbandonarono corr A'<br />

270 La Ragioneria non coincideva con il consiglio municipale generale. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />

si riferisce o al Consiglio particolare, che si radunava almeno una volta al mese «pel<br />

maneggio delle cose giornaliere ed ovvie della città» oppure all'ufficio di ragioneria,

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