Edizione critica - Don Bosco nel Mondo
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p. 4<br />
G. <strong>Bosco</strong>, Documenti di pedagogia narrativa 141<br />
sacro Ministero e <strong>nel</strong>l'ajuto materiale e morale. Anche il Cav. T. Baricco<br />
ci ha più volte preso parte.<br />
Scuole domenicali. Molti giovanetti o per mancanza di mezzi o di<br />
comodità si trovavano già ad età alquanto avanzata senza i avere la<br />
istruzione necessaria per apprendere un mestiere. Lungo la settimana<br />
non potevano frequentar scuola di sorta, quindi la necessità suggerì le<br />
scuole domenicali. Queste tra noi cominciarono per la prima volta <strong>nel</strong><br />
1845. Sul principio sembrava cosa difficile, non esistendo né libri né<br />
persone che potessero a ciò dare norme o consigli. Si faceva scuola,<br />
s'insegnava, ma lungo la settimana dimenticandosi in gran parte<br />
115<br />
120<br />
120 tra noi om A add sl A 2 Per la prima volta om A add sl A 2 121 1845] 1846<br />
ABC 1846 D 1845 corr Db Cx Sul principio] Da prima A Sul principio em sl A 2<br />
121-123 non ... settimana om A add mrg sin A 2 123 in gran parte om ABC add sl Cb<br />
114-115 Il teol. cav. Pietro Baricco (1819-1887) era teologo collegiato dell'Università,<br />
membro dell'Accademia Solariana, di cui fu preside dal 1846 al 1860; consigliere<br />
comunale, assessore all'Istruzione e vicesindaco. Nelle sue pubblicazioni si occupò<br />
in particolare dell'Istruzione popolare a Torino.<br />
116-124 «Negli Oratorii festivi, mercé lo zelo di sacerdoti ed anche di laici caritatevoli,<br />
si cominciò <strong>nel</strong> 1846 ad insegnare i primi elementi della lettura, della scrittura e<br />
dell'aritmetica, e così furono istituite le scuole domenicali» - BARicco, L'istruzione<br />
popolare, p. 126 - La data del 1846 (e cioè inverno 1846-1847) è la più realistica e<br />
coincide con Cenno storico, lin. 179-181, 320-321. - Le Letture di famiglia (1842-<br />
1847) di L. Valerio davano talora notizie sull'apertura qua e là di scuole domenicali e<br />
serali. - Sulla diffusione delle scuole domenicali o festive in Germania, Svizzera,<br />
Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Regno Lombardo-Veneto informa J.M. DEGÉRANDO,<br />
Della pubblica beneficenza, t. III. Firenze, C. Torti 1844, pp. 349-353; F. APORTI,<br />
Sulle scuole festive di Lombardia. Lettera ad Alessandro Torri a Pisa, 11 gennaio<br />
1834. Pisa, tip. Nistri 1834; R. LAMBRUSCHINI , Sulla istruzione del popolo. Memoria<br />
letta all'Accademia dei Georgofili in Firenze <strong>nel</strong>l'adunanza del dì 4 dicembre 1831,<br />
ora in R. LAMBRUSCHINI, Scritti politici e di istruzione pubblica raccolti e illustrati da<br />
A. Gambaro. Firenze, La Nuova Italia 1937, pp. 437-450: parla, tra l'altro, della<br />
scuola delle feste da lui fondata a Figline Valdarno (Firenze) in favore degli artigiani,<br />
«in cui si insegna il disegno lineare applicato alle arti, la prospettiva, e qualche più<br />
ovvio principio di geometria e di meccanica» (p. 445); lo scopo era «non levarli dal<br />
lavoro nei giorni feriali, e distoglierli dall'ozio e dal gioco nei giorni festivi» (lett. del<br />
3 giugno 1833 allo zio, card. L. Lambruschini, in difesa contro un articolo apparso<br />
sulla retriva «Voce della Ragione», che vedeva <strong>nel</strong>l'iniziativa il pericolo del liberalismo<br />
e disprezzo per il giorno festivo: A. GAMBARO, Primi scritti religiosi di<br />
Raffaello Lambruschini. Firenze, Riv. Bibl. Italiana 1918, pp. 308-3 10, n. 1).