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Edizione critica - Don Bosco nel Mondo

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p. 15<br />

G. <strong>Bosco</strong>, Documenti di pedagogia narrativa 131<br />

parato, con numeroso intervento di personaggi distinti, con grande trasporto<br />

di gioia si benedice la novella chiesa, e vi si fanno per la prima<br />

volta le sacre funzioni. La seguente poesia dà un cenno di quanto si<br />

fece in quel giorno: Come augel di ramo in ramo etc.<br />

Si fecero varie provviste per la chiesa, si comperò l'altare di S.<br />

Luigi: fu fatta costrurre l'orchestra. i<br />

1852. Lo scoppio della polveriera del 26 aprile anno antecedente<br />

scosse e danneggiò considerevolmente la casa dell'Oratorio perciò in<br />

quest'anno si dà principio ad un nuovo corpo di fabbrica. Vicino ad essere<br />

coperto (2 dicembre) rovina giù quasi intieramente con grande<br />

spavento e danno. Non si ebbe a lamentar alcun danno personale.<br />

Il Sig.r Scanagatti Michele provvede una muta di candellieri eleganti<br />

per l'altare maggiore. Si costruisce il campanile. Non essendovi<br />

410<br />

415<br />

420<br />

414-416 Lo scoppio ... anno om A add mrg sin A2 419-420 Il Sig.r ...maggiore om<br />

A add mrg sin A 2<br />

407-410 Nel margine sinistro del manoscritto allografo B don Giovanni Bonetti annota:<br />

«Si benedice solo la pietra». Effettivamente la benedizione della pietra fondamentale<br />

era stata fatta il 20 luglio 1851. La benedizione solenne della chiesa ebbe<br />

luogo il 20 giugno 1852.<br />

410-411 <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> fa stampare dalla Tip. Marietti un foglio volante con il testo<br />

dell'Ode in 21 quartine. In alto il titolo: Nel giorno in cui si benediceva la nuova<br />

chiesa dell'Oratorio di S. Francesco i giovani al medesimo addetti <strong>nel</strong> colmo della<br />

loro gioia i sentimenti della più sincera gratitudine verso i loro Benefattori così<br />

esprimevano. Al termine dell'Ode, la firma: A nome degli Ecclesiastici e de' Figli<br />

dell'Oratorio Il Sacerdote <strong>Bosco</strong> GIOVANNI. Il testo è riprodotto <strong>nel</strong>le MB IV 437-<br />

438 con questa notizia: «Quest'ode fu stampata a migliaia di copie, messa in musica,<br />

e i giovani l'avevano imparata».<br />

412-413 I lavori indicati furono fatti dopo l'inaugurazione della chiesa <strong>nel</strong>la seconda<br />

metà del 1852.<br />

414 La fabbrica e i depositi di polvere pirica e di esplosivi dell'esercito si trovavano<br />

vicino al cimitero di San Pietro in Vincoli, a poco più di 500 metri dall'Oratorio di<br />

San Francesco di Sales. Lo scoppio avvenne, provocando una trentina di vittime tra<br />

gli operai, alle ore 11 3 /4 del 26 aprile 1852 e non <strong>nel</strong>l' «anno antecedente».<br />

416-418 I crolli si verificarono in due tempi: uno parziale, il 20 novembre 1852, per<br />

la rottura di un ponte, il secondo di quasi tutta la nuova costruzione, due settimane<br />

dopo, il 2 dicembre. In primavera fu ripresa la costruzione dalle fondamenta. La casa<br />

era compiuta <strong>nel</strong>l'ottobre del 1853 - GIRAUDI, L'Oratorio..., pp. 122-124.<br />

419 Michele Scanagatti è un borghese agiato, che compare più volte tra i benefattori;<br />

si trova anche <strong>nel</strong>l'elenco dei membri della Commissione della lotteria del 1852<br />

insieme all'avv. Gaetano Bellingeri, che lavorava <strong>nel</strong>l'oratorio S. Luigi, all'ingegnere<br />

Giuseppe Blachier e al sig. Federico Bocca, rispettivamente progettista e impresario<br />

della costruzione della chiesa di S. Francesco di Sales.

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