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Edizione critica - Don Bosco nel Mondo

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94 Pietro Braido<br />

I Cenni storici, secondo don Lemoyne, dovrebbero essere stati stampati 4<br />

e in quanto tali compaiono elencati <strong>nel</strong> volume di P. STELLA, Gli scritti a<br />

stampa di S. Giovanni <strong>Bosco</strong>.' Un brano (corrispondente alle lin. 211-237<br />

della presente edizione) viene riprodotto in MB VI 804-805. Le successive<br />

correzioni e precisazioni fanno pensare a un testo che viene gradualmente<br />

preparato per essere pubblicizzato. Ma non ne è rimasta traccia, nemmeno in<br />

archivi e biblioteche di persone che ne potevano essere i più ovvi destinatari<br />

(per esempio i vescovi a cui don <strong>Bosco</strong> chiedeva «commendatizie» per ottenere<br />

l'approvazione della nascente Società religiosa).<br />

Per l'essenzialità e linearità del discorso essi sembrano rappresentare<br />

quanto di più semplice don <strong>Bosco</strong> ha tramandato, a livello informativo, sulle<br />

vicende «reali» del suo oratorio, senza sovrastrutture, interpretazioni,<br />

commenti.<br />

Pare sommamente interessante, d'altra parte, che gli oratori vi siano presentati<br />

non ancora quale opera «salesiana», potenziata e limitata insieme da<br />

particolari finalità e strutture «religiose», ma semplicemente come istituzione<br />

giovanile gestita da ecclesiastici e laici torinesi, tra cui don <strong>Bosco</strong> stesso,' affiancati<br />

da autorità locali e da privati, enti e persone, preoccupati o benevoli<br />

secondo le differenti mentalità e opinioni.'<br />

Si ha l'enorme vantaggio che don <strong>Bosco</strong>, le sue intenzioni e l'iniziativa<br />

che egli promuove, dopo e insieme ad altri, compaiono <strong>nel</strong>le forme più elementari,<br />

nei tratti essenziali: quindi con accresciuta ricchezza di virtualità e di<br />

universale proponibilità pedagogica.<br />

Anzitutto vi appare don <strong>Bosco</strong> uomo della sua terra, che conosce la fatica<br />

dell'avaro lavoro agricolo, sensibile ai disorientamenti e ai pericoli dei<br />

giovani della montagna e della campagna smarriti <strong>nel</strong>l'anonimato e <strong>nel</strong>le durezze<br />

della grande città. In più egli è presente come credente e prete, convinto<br />

che senza un principio morale e religioso non si possono risolvere ade-<br />

' «In quanto agli operai, diremo come <strong>nel</strong> 1862 don <strong>Bosco</strong> scrivesse un cenno storico<br />

sull'Oratorio di S. Francesco di Sales. Questo documento venne stampato» - MB IV 31.<br />

5<br />

Cfr. P STELLA, Gli scritti a stampa..., p. 40. Il titolo è registrato in base alla testimonianza<br />

del Lemoyne scarsamente credibile.<br />

6<br />

Ancora <strong>nel</strong> 1861 - una data che rende alquanto problematico il discorso - don <strong>Bosco</strong><br />

scriveva al rettore del Seminario diocesano, il can. Alessandro Vogliotti: «Del resto Ella sa<br />

che da vent'anni io ho sempre lavorato e tuttora lavoro e spero di consumare la mia vita lavorando<br />

per la nostra diocesi; ed ho sempre riconosciuto la voce di Dio in quella del Superiore<br />

ecclesiastico» - lett. del 3 settembre 1861, E 1208.<br />

' Cfr. G. BRACCO, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e le istituzioni, in Torino e don <strong>Bosco</strong>, vol. I Saggi. Torino,<br />

Archivio Storico della Città di Torino 1989, pp. 125-159.

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