Edizione critica - Don Bosco nel Mondo
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G. <strong>Bosco</strong>, Documenti di pedagogia narrativa 101<br />
278x190 mm e degli altri due di 300x215 mm. Normale marginatura a sinistra,<br />
di circa 25/30 mm. Le pagine sono numerate dalla la alla 9a, quest'ultima<br />
occupata in piccola parte; la decima, non numerata, è bianca. L'inchiostro<br />
nero traspare nei due versi. La grafia è veloce, sicura e matura, fortemente<br />
inclinata verso destra. È del salesiano laico, cav. Federico Oreglia di S.<br />
Stefano.` Ogni tanto il testo è interrotto da un certo spazio bianco, quasi a<br />
voler lasciar possibilità di aggiunte, non consentite dalla ridotta marginatura.<br />
Successivamente <strong>nel</strong> testo si notano due tipi di intervento: di don <strong>Bosco</strong><br />
che corregge e precisa; di altro amanuense non identificato, il quale riporta<br />
<strong>nel</strong> testo del cav. Oreglia le correzioni e precisazioni introdotte da don <strong>Bosco</strong><br />
<strong>nel</strong> documento D.<br />
Il doc. C ignora il doc. B e gli interventi in esso operati da don <strong>Bosco</strong>.<br />
Esso dipende direttamente da A, ma con varianti di contenuto e di stile abbastanza<br />
significative. Inoltre in sette luoghi distinti - come verrà evidenziato<br />
<strong>nel</strong>le note al testo - l'amanuense aggiunge <strong>nel</strong> testo tra parentesi brevi<br />
osservazioni, richieste di precisazioni, qualche perplessità. Non è arbitrario<br />
pensare che in vista di una eventuale pubblicazione del documento o di una<br />
sua utilizzazione ufficiale, quale responsabile della tipografia il cav. Oreglia<br />
sia stato (o si sia sentito) autorizzato, ricopiando il testo, a introdurre e a proporre<br />
migliorie di dati e di stile. Il cavaliere era persona colta: aveva compiuto<br />
gli studi umanistici al collegio gesuita del Carmine a Torino; tanto è<br />
vero che presso i gesuiti, dopo il noviziato, per accedere al sacerdozio gli<br />
restò da compiere soltanto il corso teologico.<br />
4. D = ASC 132 Oratorio 2,3 - microsch. FDB 1.972 E 1-8.<br />
Il manoscritto è costituito da tre fogli doppi, inseriti uno <strong>nel</strong>l'altro e cuciti<br />
insieme con filo, formato 308x207 mm. La carta è leggera, da tipografia<br />
senza rigatura, molto ingiallita, con inchiostro color seppia, che traspare nei<br />
due versi. La grafia è curata, elegante, inclinata verso destra, con svolazzi<br />
10<br />
Il cav. Federico Oreglia di S. Stefano, figlio del barone Carlo Giuseppe Luigi (1795-<br />
1851), nasce a Benevagienna (Cuneo) il 15 luglio 1830. Incontra don <strong>Bosco</strong> agli Esercizi spirituali<br />
a S. Ignazio sopra Lanzo Torinese <strong>nel</strong>l'estate del 1860 ed entra <strong>nel</strong>l'Oratorio il 16 novembre<br />
dello stesso anno. Professa i voti triennali <strong>nel</strong>la Società Salesiana come coadiutore o<br />
religioso laico il 14 maggio 1862 e perpetui il 6 dicembre 1865. Appare già come segretario<br />
della lotteria del 1862 ed è costituito da don <strong>Bosco</strong> fin dagli inizi responsabile della gestione<br />
della tipografia e della libreria (1862/1863). Nel 1869 lascia la Società Salesiana ed entra <strong>nel</strong>la<br />
provincia romana della Compagnia di Gesù (un fratello è già uno dei padri della «Civiltà Cattolica»<br />
e un altro, dal 1866, intemunzio in Olanda, poi cardinale), <strong>nel</strong>la quale professa <strong>nel</strong> 1870<br />
e viene ordinato sacerdote. Muore il 2 gennaio 1912.