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Inverno 2010-2011 - Regione Autonoma Valle d'Aosta

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Ad Avieil, fino a questo momento, sono state trovate<br />

sette delle tredici persone sepolte dalla valanga,<br />

di queste sette due sole sono sopravissute<br />

alla violenza dell’evento.<br />

Secondo giorno di ricerche<br />

I soccorritori, già dalle prime ore del mattino del<br />

29 febbraio, sono nuovamente all’opera nella ricerca<br />

dei sepolti. Durante la giornata sono estratti<br />

dalla neve altri tre corpi, quello di Champorney<br />

Elisabetta e degli altri suoi due figli Andrea e Agostino,<br />

essi «…andarono a raggiungere gli altri<br />

nella povera cappella di Saint - Clair…» 2 .<br />

La sera tra le 21:00 e le 22:00, mentre i soccorritori<br />

si scaldavano nella casa di Janin Martino solo parzialmente<br />

distrutta dalla valanga, «…una guardia<br />

forestale (Joly Martin), mentre passeggiava a guisa<br />

di sentinella fra le macerie, gli sembrò di sentire<br />

dei piccoli rumori sotto la neve, e chiamati i compagni,<br />

scavarono un pozzo da cui estrassero vivo<br />

Laurent Ambrogio…;…costui si trovava fuori di<br />

casa, ove furono trovati morti i suoi famigliari; si<br />

salvò nel piccolo spazio rimasto sotto una pianta<br />

che appoggiò i rami contro la casa diroccata…,<br />

e formò una piccola grotta nella neve ove rimase<br />

per circa 60 ore…» 5 .<br />

Rimangono ancora due dispersi, le ricerche proseguono<br />

anche il primo marzo ma senza alcun successo,<br />

ormai si teme che «…rimarranno colà fino allo<br />

squaglio delle nevi » 5 . Il ritrovamento di Ambrogio<br />

riaccende per un istante le speranze nei soccorritori.<br />

Nei giorni successivi le ricerche perdono d’enfasi,<br />

poiché nessuno dei dispersi viene ritrovato, ormai<br />

sono poco le speranze di ritrovare ancora<br />

in vita Laurent Martino figlio di Janin Teresa e<br />

Champorney Marcellino.<br />

Le due vittime sono recuperate l’undici marzo come<br />

ci riferisce La Gazzetta Piemontese del 16-17 marzo<br />

1888: «…dopo alcune ore d’indefesso lavoro si riuscì<br />

a estrarre da sotto un mucchio di rovine e di neve di<br />

circa otto metri di profondità le due povere salme…» 6 .<br />

antistante al villaggio. Ingenti danni si registrano<br />

tra il bestiame, numerose capre e pecore perdono<br />

la vita nelle loro stalle, anch’esse andate distrutte.<br />

La valanga nella zona di scorrimento inoltre provoca<br />

danni ad alcuni edifici delle frazioni Verdoyen<br />

e Ansèrmet e abbatte numerosi castagni da<br />

frutto secolari.<br />

■ Foto dei ruderi della frazione di Ansèrmet (993 m)<br />

anch’essa interessata dalla valanga.<br />

Bilancio delle vittime e danni<br />

Il bilancio della valanga è di tredici sepolti, di<br />

questi, tre vengono estratti vivi e uno di loro<br />

muore immediatamente dopo, gli altri dieci sono<br />

trovati privi di vita.<br />

I beni immobili interessati sono tutti e diciotto<br />

gli edifici che costituiscono il villaggio di Avieil<br />

tranne la cappella di Saint-Clair rimasta pressoché<br />

indenne all’evento; solo la campana, posta<br />

all’interno del piccolo campanile, viene divelta<br />

dal soffio della valanga e ritrovata sulla spianata<br />

■ Lettera del 9 marzo 1888 del Maggiore Montagna,<br />

comandante del forte di Bard indirizzata a P. Francesco<br />

Denza, direttore dell’Osservatorio meteorologico<br />

centrale del Real collegio “Carlo Alberto” di Moncalieri.<br />

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