COSE E LUOGHI DA VEDERE - Comune di Dolcedo
COSE E LUOGHI DA VEDERE - Comune di Dolcedo
COSE E LUOGHI DA VEDERE - Comune di Dolcedo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>COSE</strong> E <strong>LUOGHI</strong> <strong>DA</strong> <strong>VEDERE</strong><br />
LA PARROCCHIALE DI S. TOMMASO<br />
Si tratta <strong>di</strong> una costruzione con una sola magnifica arcata a sesto acuto,<br />
ad una sola volta in declivio, <strong>di</strong> pietra scalpellata da maestri muratori<br />
del luogo.<br />
La Chiesa <strong>di</strong> S. Tommaso, è la più ricca e vasta della valle; ed è<br />
l’ampliamento <strong>di</strong> quella preesistente <strong>di</strong> stile romanico. L’aspetto attuale<br />
è quello definitosi dopo la ricostruzione terminata nel 1738, che è<br />
caratterizzata esternamente da una facciata in stile barocco, e da un<br />
portico dello stesso stile, sorretto da colonne <strong>di</strong> pietra nera. Il portale<br />
che questi racchiude è quello della vecchia chiesa quattrocentesca e<br />
ne rappresenta in pratica l’unico ricordo, sull’architrave possiamo leggere<br />
la seguente iscrizione: MCCCCLXXXXII DIE XI DECEMBRIS PRO<br />
IUDICE BERNARDI BERTA ET THOMAE DE REBUTATI.<br />
La Chiesa si affaccia sul sagrato, caratterizzato<br />
da una pavimentazione <strong>di</strong> acciottolato<br />
sistemato in corsi policromi<br />
bianchi e neri. Una caratteristica importante<br />
del sagrato, era quella <strong>di</strong> essere<br />
stato in passato, un luogo <strong>di</strong> rifugio, in<br />
quanto come citano gli antichi scritti, “<br />
sopra questo territorio, non avevano<br />
giuris<strong>di</strong>zione alcuna i signori feudali:<br />
onde è che le genti soggette, oppresse<br />
per tutti i sei giorni della settimana, nella<br />
loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> uomini del Marchese<br />
(<strong>di</strong> Clavesana), potevano respirare<br />
un’aurea <strong>di</strong> libertà”. Tornando a parlare<br />
della Chiesa, opera dell’architetto Giacomo<br />
Filippo Marval<strong>di</strong> (1673 – 1743) <strong>di</strong>ciamo<br />
subito che è caratterizzata<br />
da una pianta a croce greca a tre navate con<br />
quattro bracci uguali a cui si aggiunge una<br />
profonda abside centrale, il suo aspetto è imponente<br />
data la vastità dell’ambiente. I lavori<br />
iniziarono nel 1717, e l’interno allora fu decorato<br />
con stucchi ver<strong>di</strong> e rosa che attualmente sono<br />
presenti solo nella parte anteriore, in quanto in<br />
gran parte sostituiti nel restauro del 1860 da<br />
una tinteggiatura blu intenso, forse fin troppo<br />
carica, che però contribuisce ad esaltare le<br />
numerose decorazioni, i capitelli e le lesene<br />
dorati.<br />
3<br />
<strong>COSE</strong> E <strong>LUOGHI</strong> <strong>DA</strong> <strong>VEDERE</strong> 27