Senso e valore della vita quotidiana
Senso e valore della vita quotidiana
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dal mondo — dice Gesù —, ma che li custodisca dal maligno» (Gv. 17, 15). Stare<br />
nel mondo è (già) la “missione” del laico, che si compie se “sta lì” (abbraccia<br />
quella condizione), se non ne esce, se non vuole rifuggirne, se non tradisce questo<br />
mandato.<br />
Nel mondo contemporaneo ciò diventa sempre più difficile a causa <strong>della</strong><br />
complessità crescente <strong>della</strong> VQ, che appare sempre più incerta, frammentata, disorientata,<br />
rischiosa. Qui torna in gioco la prospettiva <strong>della</strong> costituzione pastorale<br />
del Concilio Vaticano II Gaudium et Spes, là dove riconosce la legittima autonomia<br />
delle realtà terrene e vede nel laico l’agente proprio che deve ricondurle ad<br />
un senso soprannaturale (capitolo 3 L’attività umana nel mondo). Ma tale composizione<br />
(o ri-composizione) ha molti presupposti, che stanno precisamente nel<br />
modo di intendere e praticare il ruolo del laico nella VQ e la cui realizzazione presuppone<br />
che venga sciolto il paradosso <strong>della</strong> libertà del laico come specificità universale<br />
(come realizzazione di una condizione di universalità differenziata).<br />
Tutti i cristiani debbono santificare la <strong>vita</strong> ordinaria: ma come si distinguono<br />
i laici dai non-laici, e come si distinguono, fra i laici, coloro che seguono lo<br />
spirito del Beato?<br />
Per una risposta siamo di nuovo rimandati alla concezione <strong>della</strong> VQ. Per<br />
chi segue i cammini <strong>della</strong> contemplazione nel mondo, la VQ non è solo uno strumento,<br />
né solo una norma, neppure solo un specifico di relazioni, ma la materia e<br />
il contesto sostanziale delle finalità che danno senso alla propria <strong>vita</strong>: il “cotidie”<br />
è il criterio di valorizzazione (donazione di senso) <strong>della</strong> propria <strong>vita</strong>. Questo spirito<br />
può essere compreso e inserito nella propria <strong>vita</strong> da tutti, ma solo chi lo abbraccia<br />
integralmente e ne fa il suo programma di <strong>vita</strong> lo specifica in concreto come<br />
vocazione personale. Ecco perché questa visione <strong>della</strong> VQ appartiene a tutta la<br />
Chiesa, ma caratterizza il laicato e costituisce anche una vocazione specifica.<br />
Ci si può chiedere quale “<strong>valore</strong> aggiunto” porti questa visione <strong>della</strong> VQ<br />
rispetto ad altre visioni, laicali o non laicali. Facciamo un esempio: in che cosa<br />
una impresa, una scuola, un’università, un’associazione civile, al limite una famiglia,<br />
animata dallo spirito dell’Opus Dei è diversa da altre imprese, scuole, università,<br />
associazioni, famiglie che hanno altre visioni <strong>della</strong> VQ? Qual è il <strong>valore</strong><br />
aggiunto <strong>della</strong> prima?<br />
Rispetto alle visioni non cristiane, lo è certamente la specifica “atmosfera”,<br />
il clima umano che favorisce un senso interiore di <strong>vita</strong> pienamente vissuta, la percezione<br />
di essere alla presenza di una realtà visibile in cui si cela una realtà invisibile,<br />
che viene amata e con ciò stesso fatta apparire e messa nella luce che mostra<br />
l’incremento di essere che tale realtà (soprannaturale) conferisce all’umano. E<br />
rispetto ad altre visioni cristiane? Direi che c’è una specifica caratterizzazione<br />
civile, che e<strong>vita</strong> i toni ufficiali e consente una piena immersione nella secolarità<br />
senza cadere nel secolarismo. Se quell’ambiente (impresa, università, famiglia) è<br />
ufficialmente etichettato come cattolico, la VQ che vi si svolge è già preordinata.<br />
SENSO E VALORE DELLA VITA QUOTIDIANA - 259