dicembre 2011 - Pubblicazioni Ufficiali dello Stato - Istituto ...
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Notiziario / 92-97 103<br />
to suo l’impresa deve convincersi che il referente non può essere solo il<br />
legislatore. Perché la soluzione non è “saltare” l’amministrazione, rincorrendo<br />
normative rigidamente dettagliate (e inevitabilmente uniformi)<br />
a garanzia di automatismi applicativi ma, appunto, un’amministrazione<br />
che sa consapevolmente distinguere e responsabilmente risponderne 29 ».<br />
Non solo concessioni. Evoluzioni e prospettive<br />
Con la legge Ronchey prima, e con il disposto dell’art.117 del Codice poi,<br />
l’amministrazione ha scelto di affidare a terzi la sola gestione di servizi 30 :<br />
nel tempo, l’evoluzione normativa e culturale ha portato al panorama attuale,<br />
ma non ha mutato l’obbiettivo e il quadro entro cui operare. Non<br />
di rado sono stati notati i limiti di tale mo<strong>dello</strong> di gestione, soprattutto per<br />
l’uso che ne è stato fatto e del quale si è detto. Tuttavia va ricordato che<br />
questa è solo una delle modalità mediante le quali realizzare forme di<br />
valorizzazione del patrimonio culturale.<br />
Si è già sottolineato come dall’attività relativa al rinnovo delle concessioni<br />
per la gestione dei servizi al pubblico rimangono esclusi circa 300 istituti<br />
della cultura statali che per le loro caratteristiche dimensionali, di ubicazione<br />
e numero di visitatori non consentono l’applicazione pedissequa<br />
delle formule progettuali e gestionali precedentemente accennate e, ove<br />
possibile, applicate.<br />
È pertanto indispensabile focalizzare l’attenzione su altri obiettivi che richiedono<br />
la messa a punto di strategie adatte a realizzare la massima fruizione<br />
e valorizzazione di quello che potremmo definire il “tessuto connettivo” della<br />
storia e della cultura italiana e che chiamiamo comunemente patrimonio<br />
diffuso. È infatti evidente come le regole definite per i “grandi siti”<br />
non garantiscano condizioni di appetibilità ai siti con un numero esiguo<br />
di visitatori. In questi casi, che rappresentano la maggioranza dei luoghi<br />
della cultura di proprietà statale - ai quali si associano quelli con analoghe<br />
caratteristiche di proprietà degli enti pubblici territoriali e dei privati -<br />
sembrano più che mai necessarie formule di gestione tese ad incoraggiare<br />
la partnership con soggetti privati, in modo da scongiurare l’eventualità<br />
che gran parte del patrimonio culturale, e quindi del territorio, venga marginalizzato<br />
e progressivamente abbandonato a se stesso 31 .<br />
Il prossimo passo della Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio<br />
culturale sarà quello, nella logica del potenziamento delle strategie<br />
di valorizzazione del patrimonio, di individuare linee politiche e di programmazione<br />
che, contribuendo ad innalzare la redditività di questi siti,<br />
incentivino il contributo gestionale dei privati, e rendano possibili anche<br />
29<br />
M. Cammelli, cit.<br />
30<br />
Cfr. G. Piperata, Natura e funzione dei servizi aggiuntivi nei luoghi di cultura, in<br />
«Aedon. Rivista di arti e diritto on-line» 2010, 1.<br />
31<br />
Di nuovi modelli e di alleanze per valorizzare il capitale culturale, è stato discusso nel<br />
corso del Secondo summit Arte e cultura organizzato a Milano da «Il Sole 24 Ore» (23<br />
febbraio 2012), cfr: www.ilsole24ore.com<br />
per questi casi, in forme e modalità appositamente individuate, la disponibilità<br />
e l’attivazione di nuovi modelli gestionali. Su questi temi si manifesta<br />
l’esigenza di un confronto costruttivo con tutti gli operatori interessati.<br />
Contemporaneamente è necessario riflettere su alcuni strumenti, solo apparentemente<br />
organizzativi e gestionali, mediante i quali l’amministrazione<br />
regola la fruizione del patrimonio culturale: il sistema del pricing e il sistema<br />
dell’accesso (orari di apertura, organizzazione delle risorse umane).<br />
Su questi temi la Direzione generale ha svolto una approfondita analisi degli<br />
scenari attuali e ha avviato uno studio 32 che porterà, a breve, a proposte<br />
di modifica del sistema di pricing attuale oltre che a proposte di modifiche<br />
normative reclamate sia da parte degli istituti che delle aziende coinvolte<br />
nella gestione dei luoghi della cultura. Anticipando solo alcuni aspetti delle<br />
ricerche in corso i punti di interesse sui quali sarà necessario aprire una<br />
riflessione e, successivamente intervenire, riguardano:<br />
- revisione delle politiche dei prezzi, non soltanto per proporre un progetto<br />
per “attualizzare” normative, tariffe e modalità di bigliettazione attualmente<br />
in vigore, ma soprattutto per comprendere meglio l’attuale sistema anche<br />
alla luce delle “correnti di pensiero” oggi prevalenti, evitando di allinearsi a<br />
tesi pericolosamente “riduzioniste”, essenzialmente riconducibili a obiettivi<br />
ipotetici di usare il prezzo quale leva di equilibrio economico delle gestioni<br />
o, all’opposto, a ipotesi di assoluta marginalità del prezzo alla contribuzione<br />
alla sopravvivenza ed al miglioramento del sistema di gestione dei luoghi<br />
della culturale e, quindi, dei servizi da questi erogati. Il percorso di analisi<br />
avviato dalla Direzione generale, in sintesi, è innanzitutto un tentativo di<br />
contestualizzazione delle politiche possibili e quindi degli obiettivi effettivamente<br />
conseguibili. Le analisi in corso, le comparazioni con altri sistemi in<br />
vigore in paesi europei (soprattutto Francia, Spagna, Germania) ci indicano<br />
che questo è uno strumento che forse oggi non stiamo utilizzando in tutte le<br />
potenzialità anche in favore della collettività;<br />
- il sistema dell’accesso richiede una revisione degli orari di apertura al<br />
pubblico dei luoghi della cultura, favorendo formule diversificate che tengano<br />
conto del bacino di utenza, delle tipologie di pubblico prevalenti,<br />
delle stagionalità. Una revisione in tal senso potrebbe favorire non soltanto<br />
una più efficace spending review da parte dell’amministrazione ma una<br />
maggiore aderenza ai bisogni dei visitatori: il museo è un luogo che ha<br />
ragion d’essere non solo perché deve conservare le testimonianze della cultura<br />
ma anche perché deve favorire accessibilità alla cultura.<br />
Una nuova organizzazione dei due aspetti, politiche dei prezzi e orari di accesso,<br />
potrebbe rappresentare una leva importante per migliorare e favorire fruizione<br />
e valorizzazione del patrimonio, oltre che concorrere a fornire risposte a richieste<br />
di attualizzazione del sistema, sempre più urgenti e irrinunciabili.<br />
32<br />
A. Hinna, Il “valore” della fruizione culturale. Idee per un nuovo pricing dei luoghi<br />
della cultura <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong>, in Atti del I Colloquio sulla Valorizzazione (Roma, 12 Ottobre<br />
<strong>2011</strong>), in corso di stampa.<br />
Per la valorizzazione dei luoghi della cultura