dicembre 2011 - Pubblicazioni Ufficiali dello Stato - Istituto ...
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Notiziario / 92-97 53<br />
La Convenzione europea e la diffusione<br />
di una nuova cultura del paesaggio<br />
Maria Maddalena Alessandro<br />
Clarice Marsano<br />
L’atto di sottoscrizione della Convenzione europea del paesaggio da parte<br />
dell’Italia nell’ottobre del 2010 rappresenta una consequenziale evoluzione<br />
da parte del mondo culturale italiano di un riconoscimento di valori etici<br />
ed estetici connessi al paesaggio, un concetto maturato in ambito filosofico,<br />
rappresentato in tutte le espressioni artistiche e tradotto per la prima volta in<br />
termini normativi, in forma sistematica, con la legge n. 1497 del 1939.<br />
La nuova norma del 1939 costituiva una organica sintesi tra principi di<br />
riconoscimento delle qualità del paesaggio che andavano diffondendosi in<br />
alcune nazioni europee e del Nord America e che in Italia aveva portato a<br />
timidi accenni di riconoscimento dell’esigenza di tutela di porzioni di territorio<br />
espressi con precise normative, come ad esempio la legge del 1905<br />
per la Pineta di Ravenna, o per ambiti particolari come giardini, foreste,<br />
paesaggi e acque di prevalente interesse pubblico o ancora in termini generici<br />
come ‘bellezze naturali’ (legge 11 giugno 1922, n. 778).<br />
La forte impostazione crociana della normativa, con una attribuzione di<br />
valori storico-culturali al paesaggio, non poteva non affidare le competenze<br />
per la tutela di questa parte del patrimonio culturale italiano all’allora<br />
Ministero della pubblica istruzione, ed in particolare alla Direzione generale<br />
delle antichità e belle arti, successivamente separata dal Ministero<br />
di appartenenza per dare vita a quello che è oggi il Ministero per i beni e<br />
le attività culturali, portando con sé tutte le competenze della direzione,<br />
compresa quella della tutela del paesaggio.<br />
La visione filosofica della legge del 1939 è stata fondante nell’approccio del<br />
ministero nei confronti del paesaggio, recepita nel testo unico del 1999 e<br />
nel decreto legislativo n. 42 del 2004 (di seguito ‘Codice’) vigente.<br />
Il Codice, nel recepire i contenuti della Convenzione europea del paesaggio<br />
(modifiche apportate con il D.Lgs. n. 63/2008) e attribuendo al paesaggio<br />
nuovi valori legati alle identità della Nazione, affida al Ministero per i beni<br />
e le attività culturali il compito di mettere in atto gli impegni presi a Firenze<br />
nel 2000 nell’atto di sottoscrizione del trattato.<br />
Pertanto, da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, le consolidate<br />
modalità di svolgimento dei propri compiti istituzionali nella tutela<br />
paesaggistica sono integrate con una nuova e rivoluzionaria visione<br />
del paesaggio in cui la tutela dei valori legati allo stato dei luoghi e la<br />
sostenibilità delle trasformazioni interagiscono in termini positivi per il<br />
paesaggio e in cui il diritto di ogni individuo (oggi e nelle future generazioni)<br />
di fruire del paesaggio in quanto espressione della storia è principio<br />
inderogabile in ogni forma di sviluppo.<br />
Il paesaggio non è più considerato solo oggetto di ‘godimento’ culturale<br />
per delle caratteristiche di eccezionalità che emergono da una percezione<br />
‘colta’ della sua configurazione, ma è anche considerato quale rappresentazione<br />
visiva dei segni determinati dal succedersi delle vicende socioeconomiche<br />
delle popolazioni, stratificate nel corso dei secoli che hanno<br />
determinato la creazione di culture locali comunque riconducibili alla<br />
cultura ed alla storia <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> italiano.<br />
Nelle peculiarità identitarie del paesaggio possono riconoscersi tutti gli<br />
abitanti e su di esse si può far leva per la creazione di una quanto più<br />
diffusa consapevolezza sui valori del paesaggio, determinante per la condivisione<br />
di sostenibili scelte di trasformazione dei luoghi nel rispetto dei<br />
principi, fondanti per la democrazia, del Trattato di Aarhus del 1998, sottoscritto<br />
anche dall’Italia.<br />
Tale concezione implica un adeguamento ai principi della Convenzione<br />
europea del paesaggio in tutte le politiche di sviluppo che incidono nel<br />
territorio e pertanto coinvolge anche tutte le amministrazioni a tutti i livelli<br />
preposte all’attuazione di tali politiche, oltre il Ministero per i beni e<br />
le attività culturali, istituzionalmente investito nella tutela del paesaggio.<br />
Consapevole dell’importanza del proprio ruolo nelle sedi decisionali che<br />
riguardano l’attuazione delle politiche sul territorio e di costituire anche<br />
un significativo riferimento culturale, il ministero si è aperto a nuove occasioni<br />
di dialogo con altre amministrazioni, in termini collaborativi e<br />
propositivi per apportare concreti contributi finalizzati alla sostenibilità<br />
dei piani, dei programmi e dei progetti che in maniera diretta o indiretta<br />
incidono sul paesaggio.<br />
L’azione del MiBAC in tutte le attività di cooperazione orizzontale e verticale con<br />
le amministrazioni pubbliche trova un elemento di forza nella Convenzione<br />
europea del paesaggio e nei nuovi valori che essa attribuisce al paesaggio.<br />
Un positivo riverbero all’interno del Ministero per i beni e le attività culturali,<br />
con l’apertura a profonde riflessioni sul concetto di paesaggio e sul<br />
concetto di tutela, oggetti di dibattito e confronto con il mondo della cultura<br />
e della ricerca in occasioni di convegni e seminari.<br />
Negli scenari futuri in questi anni e nei prossimi a venire i segni di nuove<br />
istanze economiche e sociali produrranno una nuova configurazione<br />
geografica dei luoghi e in questa realtà il Ministero per i beni e le attività<br />
culturali intende proporsi in termini attivi e propositivi nelle scelte relative<br />
alle politiche settoriali di sviluppo.<br />
Si tratta di sottolineare il concetto per cui la tutela del paesaggio non deve essere<br />
considerata come elemento ostativo, ma come strumento capace di garantire<br />
la sostenibilità degli interventi e la valorizzazione del patrimonio culturale che<br />
costituisce un’opportunità di crescita economica attraverso la condivisione di<br />
obiettivi oggetto di intese, accordi e tavoli di concertazione tra amministrazioni,<br />
La Convenzione europea e la diffusione di una nuova cultura del paesaggio