dicembre 2011 - Pubblicazioni Ufficiali dello Stato - Istituto ...

Notiziario / 92-97 77
Il decreto-legge n. 64/2010 e la riforma del settore lirico-sinfonico
Antonio Parente
Premessa
Il settore lirico-sinfonico sta vivendo negli ultimi anni un momento di
grande disagio, come si desume dalla difficile situazione economico-gestionale
in cui versano molte delle quattordici fondazioni liriche del nostro
Paese costituite dal Teatro Comunale di Bologna, dal Teatro Maggio Musicale
Fiorentino, dal Teatro Carlo Felice di Genova, dal Teatro alla Scala
di Milano, dal Teatro San Carlo di Napoli, dal Teatro Massimo di Palermo,
dal Teatro dell’Opera di Roma, dal Teatro Regio di Torino, dal Teatro Lirico
G. Verdi di Trieste, dal Teatro La Fenice di Venezia, dall’Arena di Verona,
dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dal Teatro Lirico di
Cagliari ed infine dal Teatro Petruzzelli di Bari.
Questa situazione di evidente difficoltà è, in gran parte, dovuta alle consistenti
spese di mantenimento di tali enti ed in particolare alle spese per il
personale (circa 5.700 unità) che assorbono circa il settanta per cento del
finanziamento pubblico (Cfr. Tabella 1).
Per rendersi conto dello stato di crisi del settore lirico-sinfonico basti
considerare che la spesa per il personale, sostenuta dagli enti lirici, assorbe
un valore economico superiore al finanziamento statale (nel 2008
euro 340.146.756 di costo, a fronte di euro 235.465.231 di contributo, nel
2010 333.614.668 a fronte di 198.078.443). Dal 2002 al 2010 risultavano
accumulate dal settore lirico-sinfonico perdite per complessivi euro
200.310.833, a fronte di una situazione patrimoniale che vedeva in molti
casi eroso anche il patrimonio indisponibile di tali enti, costituito dal diritto
d’uso gratuito degli immobili.
Elevatissimi (euro 9.426.124 nel 2008) risultavano essere, inoltre, gli interessi
passivi a causa del continuo ricorso al credito bancario, nonostante la
tempestività della erogazione dei contributi da parte dello Stato.
L’intervento normativo d’urgenza posto in essere dal Governo con il decreto-legge
30 aprile 2010 n. 64, poi convertito dal Parlamento in legge 29
giugno 2010 n. 100, è stato di fatto finalizzato a porre in essere un sistematico
riordino del settore lirico-sinfonico di rilievo nazionale, in coerenza
con i principi di efficienza, correttezza, economicità ed imprenditorialità.
Infatti, a più di dieci anni di distanza dall’entrata in vigore del decreto
legislativo 29 giugno 1996 n. 367, che aveva disposto la trasformazione
degli enti autonomi lirici in fondazioni di diritto privato, è apparso assolutamente
necessario rivedere la normativa vigente del settore, in modo tale
da adeguare lo stesso alle mutate condizioni nelle quali le fondazioni si
trovano oggi ad operare.
Le predette fondazioni, infatti, perseguono tuttora una funzione pubblicistica
di interesse nazionale in campo musicale, sono finanziate in misura
quasi totalitaria dallo Stato, sono sottoposte al controllo sulla gestione finanziaria
della Corte dei conti e sono tenute al rispetto della normativa
comunitaria in materia di appalti pubblici.
Alla fine degli anni ’90 del secolo scorso gli enti autonomi lirici sono stati
sottoposti, infatti, ad un procedimento di privatizzazione soltanto formale che
non ne ha intaccato dal punto di vista sostanziale né la “mission” istituzionale
perseguita (favorire la formazione musicale, culturale e sociale della
collettività nazionale) né la loro originaria natura pubblicistica assumendo,
di fatto, la connotazione giuridica di fondazioni di diritto speciale aventi prioritario
interesse nazionale in campo lirico-sinfonico.
Tali considerazioni sono state ritenute valide anche dalla Corte costituzionale
nella recente pronuncia n. 153/2011 - emanata a conclusione del
giudizio di legittimità costituzionale promosso dalla Regione Toscana a
seguito dell’entrata in vigore del decreto-legge n. 64/2010 - nella quale è
stato espressamente evidenziato che nonostante l’acquisizione della veste
Tabella 1. Costi del personale (esercizio 2010)
Fondazione
Organici
approvati
Costo personale
dipendente
Totale costi
produzione
% Costo personale
/ costi produzione
Stanziamento
complessivo
dello Stato
% Costo personale /
stanziamento Stato
Teatro Comunale di Bologna 337 16.904.676 24.896.321 67,90 12.064.769,33 140,12
Teatro Maggio Musicale Fiorentino 453 26.250.243 37.794.574 69,46 15.712.793,78 167,06
Teatro Carlo Felice di Genova 329 16.468.234 23.683.565 69,53 11.858.295,39 138,88
Teatro alla Scala d Milano 802 64.682.633 112.804.589 57,34 29.634.993,98 218,26
Teatro S. Carlo di Napoli 434 21.171.001 36.798.008 57,53 13.578.533,93 155,92
Teatro Massimo di Palermo 510 23.992.377 35.809.080 67,00 16.498.548,28 145,42
Teatro dell’Opera di Roma 631 39.855.320 56.182.312 70,94 22.505.784,15 177,09
Teatro Regio di Torino 354 21.008.262 40.196.234 52,26 13.734.132,67 152,96
Teatro Lirico G. Verdi di Trieste 299 15.209.053 23.285.339 65,32 11.383.028,26 133,61
Teatro La Fenice di Venezia 344 18.880.139 33.285.880 56,72 13.231.876,58 142,69
Arena di Verona 552 26.140.722 49.719.885 52,58 14.241.212,82 183,56
Accademia Nazionale di S. Cecilia 250 21.088.812 34.260.697 61,55 9.735.418,32 216,62
Teatro Lirico di Cagliari 229 17.034.912 24.523.142 69,46 7.987.534,53 213,27
Petruzzelli e Teatri di Bari 171 4.928.284 14.425.088 34,16 5.911.521,48 83,37
Totale 5.695 333.614.668 547.664.714 60,92 198.078.443,50 168,43
La riforma del settore lirico-sinfonico