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Medicina Preventiva Riabilitativa e Sociale Prof. Fabrizio Iecher ...

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I CONCETTI DI SALUTE GENERALE E MENTALE<br />

Dott.ssa Lucia Taddei<br />

Parlando della componente prettamente somatica o corporea si può affermare che ciò che si<br />

desidera è una lunga vita, capacità di riproduzione, capacità di rendimento, forza, poca esauribilità,<br />

assenza di dolori, uno stato nel quale si senta sempre il meno possibile del corpo, a prescindere da<br />

un sentimento piacevole di esistere. Tutto ciò è desiderato con tanta comune naturalezza che il<br />

concetto di malattia nel corporeo, ha una notevole costanza. Il lavoro del medico consiste nel<br />

constatare che cosa si rileva in uno stato e in un evento, entrambi determinati e concreti, da cosa<br />

dipendano, quale sia il loro decorso ulteriore, che cosa agisce su essi. Invece di un concetto di<br />

malattia generale, che è un semplice concetto di valore, egli crea una quantità di concetti di essere e<br />

di eventi (per es. lesioni, infezioni, tumori, mancanza o aumento di secrezioni endocrine, etc.). La<br />

malattia è intesa come un qualcosa di dannoso, di indesiderabile, di scadente. Per trovare un<br />

concetto empirico di ciò che è malattia si può utilizzare “il concetto del termine medio”: ciò che è<br />

proprio della maggioranza, che è comune, è sano. Ciò che è raro, ciò che differisce, che è al di là di<br />

una certa misura, è malato. L’individuo si “sente male”, “sa” la propria malattia e “prende<br />

posizione” verso di essa. Il sentirsi male sta in un circolo più ampio in coincidenza con un reperto<br />

oggettivo somatico: Che in ciò ci sia una presa di posizione del malato, che ci sia un salto dalla<br />

semplice osservazione di qualche disturbo, che considera indifferente, al giudizio “io sono malato”,<br />

e che questo giudizio a sua volta si riferisca a particolari mancanze locali della salute in generale,<br />

oppure possa essere l’espressione di una coscienza della malattia in generale, questi sono fatti<br />

importanti per la storia della vita, Solo i casi “limite” portano al conflitto: o il reperto senza<br />

“coscienza” oppure senza coscienza adeguata “della malattia” (per esempio carcinoma gastrico<br />

iniziale) nel qual caso solo con la cooperazione del giudizio medico, il malato può giungere alla<br />

visione medica, senza averne ragione sufficiente nel sentimento, nello stato generale e nelle proprie<br />

percezioni. Oppure il “il senso di malattia senza reperto” e allora dal medico arrivano perso ne che<br />

si sentono gravemente malate; il medico non trova nulla e le invia al n neurologo o allo psichiatra.<br />

In tutti questi casi limite, nei quali il medico somatico, trova che non vi sia coincidenza fra tipo e<br />

grado del reperto e tipo e grado del senso di malattia, il problema di giungere ad adeguarsi alla<br />

coscienza di malattia in teoria, è risolvibile mediante la cooperazione del giudizio medico. In modo<br />

completamente diverso e veramente problematico stanno le cose nelle malattie mentali. O manca un<br />

reperto somatico, oppure la inadeguatezza della presa di posizione fa parte della natura della<br />

malattia, oppure perfino la volontà di essere malati crea sintomi specifici. Anche nei confronti della<br />

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