I Siciliani - Libera Informazione
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www.isiciliani.it<br />
<strong>Informazione</strong> e giornalismo/ Altri modelli<br />
Strane antenne crescono<br />
E' nata la tv delle donne<br />
“Fimmina Tv”<br />
Nel posto più abbandonato<br />
d'Italia, nella Locride<br />
in Calabria, un<br />
gruppo di donne ha deciso<br />
di prendere la parola.<br />
Come Facendosi<br />
la sua tv. “Non solo<br />
contro la mafia. Abbiamo<br />
molte altre cose da<br />
dire”<br />
di Michela Mancini<br />
«Sai che nella Locride erano frequenti<br />
i matronimici Insomma qui erano le<br />
donne a dare il nome ai figli». Nominare<br />
le cose non significa anche crearle<br />
Fimmina tv è un’emittente con un solo<br />
mese di vita, è nata in Calabria, nella Locride,<br />
a Roccella Jonica per la precisione.<br />
Ha debuttato il primo settembre su canale<br />
684 del digitale terrestre. Quello che la<br />
rende speciale si intuisce dal nome. No,<br />
non è una televisione destinata ad un pubblico<br />
femminile. Fimmina tv non esclude<br />
nessuno, ma a farla – questa televisione –<br />
sono giornaliste donne. Quasi tutte almeno.<br />
L’idea è stata di Raffaella Rinaldis,<br />
ora direttrice. Ha una voce chiara, sottile.<br />
Nata a Chivasso, vicino Torino, si è trasferita<br />
in Calabria a sei anni, e lì è diventata<br />
giornalista.<br />
«Ho lavorato per quindici anni scrivendo<br />
di nera e giudiziaria. Nella Locride, le<br />
notizie che contano sono queste: i morti<br />
ammazzati. Poi ad un certo punto mi sono<br />
chiesta se questo fosse davvero l’unico<br />
modo per raccontare questo territorio.<br />
Possiamo inventarcelo un modo nuovo ».<br />
E se lo sono inventato davvero questo<br />
modo nuovo di raccontare, partendo dalle<br />
donne. Le donne di questa Calabria ancora<br />
troppo sconosciuta per chi viene da<br />
fuori: luoghi pieni di storie, ma spesso<br />
così silenziosi. E sbaglia chi interpreta<br />
quel silenzio come omertà. E' solo segno<br />
di una strana fierezza. La Calabria è una<br />
terra cocciuta, e i boschi della Locride<br />
sono boschi fitti dove puoi perdere anche<br />
il nome. Per generazioni le donne hanno<br />
scelto quel silenzio. La Calabria è una terra<br />
strana, così quieta in superficie, così<br />
impetuosa dentro.<br />
Raffaella è una donna luminosa, innamorata<br />
di suo marito, una roccia che l’ha<br />
sempre sostenuta. È una giornalista con<br />
un'innata attitudine al viaggio. È andata in<br />
giro per tutta Europa, ma non è solo questo.<br />
L’amore per il viaggio è qualcosa di<br />
più profondo: la scoperta del nuovo,<br />
dell’inesplorato. I viaggi nelle storie degli<br />
altri.<br />
«Nella mia esperienza ho capito che le<br />
donne sono quelle che vogliono raccontare,<br />
che si vogliono identificare in altre<br />
storie. Non si tratta di vivere altre vite, ma<br />
di trovare coraggio in quello che raccontano<br />
gli altri. Se vivi solo il tuo dramma, le<br />
tue esperienze, ti senti sola al mondo.<br />
Condividendo, ascoltando, riesci a trovare<br />
la forza che prima ti mancava».<br />
La squadra è composta da quindici giornaliste<br />
dai ventidue ai quarant'anni, ma<br />
anche gli uomini danno una mano. Ci<br />
sono tecnici, registi, montatori e un cronista,<br />
Antonio Falcone, che si occupa di cinema<br />
e cultura. Ma Fimmina tv non è solo<br />
una televisione, né solo un modo onesto<br />
di fare informazione.<br />
I <strong>Siciliani</strong>giovani<br />
– pag. 12<br />
«Non volevo creare solo una televisione<br />
ma un nucleo di persone che stanno insieme.<br />
Donne che ho incontrato nell’arco<br />
della mia vita e che ho portato con me. Mi<br />
danno tanto sia da un punto di vista umano<br />
che professionale. Certo i problemi<br />
sono tanti, ma stiamo cercando di superarli.<br />
È meraviglioso: quando una di noi è<br />
depressa, l’altra la tira su e viceversa. È<br />
un continuo reciproco. Ma stare insieme è<br />
così bello, che se ne sono accorti anche i<br />
nostri mariti, e i padri delle più giovani».<br />
Donna racconta donna<br />
«Credo che alla fine - continua a vulcaneggiare<br />
Raffaella - quando fai qualcosa<br />
di buono la maggior parte delle persone<br />
finisce per emularti. Certo, non puoi sperare<br />
che lo facciano tutti. Ma se facendo<br />
questo lavoro avremo spinto anche una<br />
sola ragazza a sviluppare il suo senso critico,<br />
beh, allora potremo dire di aver fatto<br />
qualcosa».<br />
Nel mondo del giornalismo italiano i<br />
vertici della piramide sono garantiti al<br />
sesso maschile. Un esempio: le donne dirigenti<br />
in Rai sono solo il 4%. Molti periodici<br />
destinati ad un pubblico femminile<br />
sono gestiti da uomini. Raffaella non ci<br />
sta, non perché sia femminista, ma perché<br />
le sembra sciocco.<br />
«Una donna sa raccontare una donna. È<br />
una verità inattaccabile. E poi quel giornalismo<br />
lì è marketing. Non siamo un oggetto<br />
commerciale, non veniteci a dire<br />
quello che ci deve piacere. Noi non combattiamo<br />
una battaglia femminista. Loro<br />
hanno un percorso storico molto importante<br />
alle spalle, ma noi non combattiamo<br />
in nome di un ideale. La nostra unica denuncia<br />
è quella contro le discriminazioni,<br />
quella femminile è solo un simbolo, ma<br />
noi le combattiamo tutte».<br />
E se discriminare significa lasciare che<br />
il pregiudizio annulli l’incontro con la diversità,<br />
allora, il primo pregiudizio che