I Siciliani - Libera Informazione
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www.isiciliani.it<br />
Trapani<br />
Mafia e antimafia<br />
I volti della mia città<br />
Conosciamo i mafiosi<br />
trapanesi, vecchi e<br />
nuovi. E chi li ha combattuti<br />
e li combatte...<br />
di Rino Giacalone<br />
Nel tempo a Trapani i visi dei boss<br />
sono stati quelli di Totò Minore, Francesco<br />
Messina Denaro, i campieri diventati<br />
latifondisti, Vincenzo Virga e<br />
Francesco Pace, i boss diventati imprenditori,<br />
Mariano Agate e Francesco<br />
Messina, l’imprenditore ed il muratore<br />
diventati mammasantissima da quando<br />
furono ammessi a sedere alla tavola del<br />
corleonese Totò Riina, Vito ed Andrea<br />
Mangiaracina, anche loro mazaresi, che<br />
potevano permettersi (Andrea) di incontrare<br />
a quattr’occhi il ministro degli<br />
Esteri Giulio Andreotti, il senatore a<br />
vita le cui accuse di mafiosità sono state<br />
prescritte (ciòè non più perseguibili<br />
perché il tempo a disposizione dato ai<br />
giudici per pronunciare la condanna è<br />
risultato scaduto quando Andreotti finì<br />
davanti ai giudici di Palermo).<br />
Oggi la mafia è quella di Matteo Messina<br />
Denaro erede di Francesco, il “patriarca”<br />
del Belice, capo di una Cosa nostra<br />
che dalla mafia delle armi e delle bombe è<br />
ora diventata “sommersa” ma per questo<br />
non meno percepibile. Ma è anche la mafia<br />
di imprenditori mai punciuti e che usano<br />
le imprese come un mafioso potrebbe<br />
bene usare un’arma. Ci sono gli imprenditori<br />
che pagano la “quota associativa a<br />
Cosa nostra”, che si informano come debbono<br />
comportarsi se prendono un appalto<br />
fuori da Trapani, come avrebbe fatto Vito<br />
Tarantolo al quale sono stati appena sequestrai<br />
beni oltre 30 milioni di euro, o è<br />
la mafia degli imprenditori che scontati la<br />
pena sono tornati liberi e ricevono ogni<br />
giorno l’omaggio della gente.<br />
Come succede a Ciccio Genna che giorno<br />
per giorno abita al Borgo, una volta<br />
cuore della mafia delle campagne, e dove<br />
riceve saluti e distribuisce consigli.<br />
Oggi la mafia di Matteo Messina Denaro<br />
è fatta anche da insospettabili, persone<br />
apparentemente al di sopra di ogni sospetto,<br />
che si muovono tra la politica e l’economia,<br />
e fanno tanta campagna elettorale<br />
in questi giorni.<br />
La mafia a Trapani non ha colore politico,<br />
te la ritrovi distribuita in modo trasversale,<br />
da sinistra a destra, anche perché<br />
qui non c’è poi una sinistra, tranne rare<br />
eccezioni, così “chiacchierona” contro i<br />
mafiosi e i corrotti, spesso guarda e non<br />
parla.<br />
Montalto, Cassarà, Rostagno...<br />
Conosciamo i volti dell’antimafia che<br />
ha avuto e ha il volto di Gian Giacomo<br />
Ciaccio Montalto, magistrato, ucciso nel<br />
1983, di Ninni Cassarà, capo della Mobile,<br />
ucciso nel 1985, di Mauro Rostagno,<br />
giornalista, ucciso nel 1988, di Giuseppe<br />
Montalto, agente penitenziario, ucciso nel<br />
1995, di Alberto Giacomelli, giudice, ucciso<br />
nel 1988, di Rino Germanà, poliziotto,<br />
commissario a Mazara, sfuggito ai sicari<br />
di mafia nel 1992, di Carlo Palermo,<br />
magistrato, scampato all’autobomba di<br />
Pizzolungo nel 1985, di Margherita Asta,<br />
attivista di <strong>Libera</strong>, figlia e sorella delle<br />
vittime della strage di Pizzolungo, di Giuseppe<br />
Linares, ex capo della squadra Mobile<br />
e oggi dirigente della divisione Anticrimine<br />
della Questura di Trapani da dove<br />
dà la “caccia” ai tesori e alle casseforti<br />
della nuova mafia, di Andrea Tarondo,<br />
magistrato della Procura di Trapani, che<br />
ha alzato tanto il livello di contrasto contro<br />
i mafiosi e i colletti bianchi, andando<br />
anche a riaprire armadi che si pensavano<br />
fossero stati chiusi per sempre come quelli<br />
sulla Gladio trapanese, da meritare una<br />
cimice collocata dentro la sua auto da<br />
qualche manina di un qualche 007, non è<br />
stato lavoro di qualche mafiosetto ma da<br />
specialiasti.<br />
L’antimafia ha il volto sofferente di un<br />
ex prefetto, Fulvio Sodano, inchiodato su<br />
una poltrona e legato ai respiratori per potere<br />
continuare a vivere, cacciato da Trapani<br />
nel 2003, ha ancora il volto di tanti<br />
ragazzi, studentesse e studenti, che hanno<br />
capito quanto grave sia la situazione che<br />
hanno deciso di dedicare ore di studio alla<br />
legalità, smentendo il neo sindaco di Trapani,<br />
un generale dei carabinieri, Vito Damiano,<br />
che aveva detto di non gradire motlo<br />
che di mafia si parlasse a scuola, e invece<br />
questi studenti hanno detto di volere<br />
capire il male che la mafia ha seminato in<br />
questa terra, e conoscere così quali strade<br />
non dovranno mai percorrere.<br />
Vorremmo conoscere adesso i volti di<br />
chi, a sentire qualcuno, ha fatto antimafia<br />
per fare carriera, che così ha ottenuto lavoro,<br />
guadagni, spesso ce li hanno indicati<br />
come “professionisti dell’antimafia” che<br />
era la stessa cosa che tanti anni addietro<br />
veniva pronunciata nei confronti di due<br />
giudici dilaniati dal tritolo mafioso.<br />
Anche Falcone e Borsellino venivano<br />
chiamati professionisti dell’antimafia, additati,<br />
indicati, così alla fine sono finiti<br />
ben posti al centro del mirino che i mafiosi<br />
tenevano acceso attendendo il momento<br />
buono per premere i loto timer: lo hanno<br />
fatto, a Capaci, il 23 maggio del 1992, in<br />
via D’Amelio a Palermo il 19 luglio dello<br />
stesso anno.<br />
Anni prima lo avevano fatto a Pizzolungo,<br />
il 2 aprile 1985, quando cercarono di<br />
uccidere il pm Carlo Palermo e fecero a<br />
pezzetti una mamma ed i suoi due figlioletti.<br />
Nel 1983 stessa cosa, autobomba imbottita<br />
di tritolo, per Rocco Chinnici, il<br />
capo dell’ufficio istruzione di Palermo.<br />
Anche loro venivano guardati come professionisti<br />
dell’antimafia.<br />
Benvenuti a Trapani<br />
Una lunga premessa per dire “benvenuti<br />
a Trapani”. La città della vela e del sale, si<br />
legge all’ingresso della città sui cartelli<br />
turistici, dove nel 2005 si è sperimentato,<br />
prima di attuarlo altrove, il sistema “protezione<br />
civile” e “grandi eventi” per fare<br />
svolgere le gare internazionali della Coppa<br />
America, dove il denaro scorreva a fiumi<br />
e la mafia si ingrassava.<br />
I <strong>Siciliani</strong>giovani<br />
– pag. 26