I Siciliani - Libera Informazione
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www.isiciliani.it<br />
Italia<br />
Cetto La Qualunque<br />
in salsa calabropadana<br />
La privatizzazione della responsabilità partorisce<br />
tanti piccoli Zambetti che agiscono indisturbati<br />
e si garantiscono l'autopreservazione<br />
di Giulio Cavalli<br />
Dunque alla fine anche nella celeste<br />
(e per niente celestiale) Lombardia<br />
un politico decide di comprare i voti<br />
dalla ‘ndrangheta come in quelle storie<br />
minuscole a cui ci ostiniamo ad<br />
abituarci appena sotto Roma.<br />
Mica un politico qualsiasi questa volta:<br />
l’assessore alla casa Domenico Zambetti<br />
decide di acquistare 4000 preferenze<br />
al modico prezzo di 200.000 euro (a<br />
proposito, un pessimo affare, caro Zambetti!)<br />
per garantirsi un posto in Giunta<br />
che ovviamente arriva. Domenico Zambetti,<br />
assessore alla casa della Giunta<br />
Formigoni quater con lo slogan “la forza<br />
della competenza”.<br />
Lo sgretolamento del formigonismo<br />
Sembra Cetto La Qualunque in salsa<br />
calabropadana e invece è l’ultima scena<br />
dello sgretolamento del formigonismo<br />
nella sua petulante multiformità di rivoli<br />
che abbeverano lobby da diciassette<br />
anni.<br />
Non importa che fossimo in molti a<br />
gridare da anni che la ‘ndrangheta fosse<br />
l’interlocutore privilegiato delle campagne<br />
elettorali in Lombardia, forse non<br />
conta che quattro scassaminchia ripetessero<br />
petulanti che non si voleva vedere<br />
ciò che era successo e sta succedendo e<br />
succederà ancora per un bel po’.<br />
Ora l’allarme rosso dell’antimafia fatta<br />
tutta e solo di sdegno ha suonato a<br />
tutto volume e anche le casalinghe più<br />
lontane si sono svegliate di soprassalto<br />
per gridare allo scandalo e alla vergogna.<br />
E come sempre è scivolato via il<br />
punto, il centro del discorso, il cuore<br />
per una chiave di lettura collettiva davvero.<br />
Il sistema culturale e politico Lombardo<br />
è la culla migliore per le mafie<br />
per una storia che arriva da lontano e ha<br />
un nome preciso: il federalismo della<br />
responsabilità.<br />
Una Lombardia in cui la retorica leghista<br />
e formigoniana ha inculcato il diritto<br />
ad occuparsi della propria sfera<br />
personale con egoismo iperprotettivo<br />
occupandosi solo dopo del benessere e<br />
dei diritti degli altri: in Lombardia si sta<br />
tranquilli se il proprio paesotto appare<br />
tranquillo, se il proprio quartiere scorre<br />
tranquillo e se il proprio condominio infonde<br />
tranquillità.<br />
Lo sgretolamento della solidarietà<br />
Come se questi ultimi vent’anni avessero<br />
eroso lentamente il dovere della<br />
solidarietà lasciandolo all’angolo, anzi,<br />
peggio, considerandolo un vezzo democratico<br />
che non ci possiamo permettere<br />
in nome della Santa Sicurezza: essere<br />
solidali in Lombardia - ci dicono- è un<br />
atto irresponsabile che mette a rischio la<br />
sicurezza della nostra famiglia e dei<br />
nostri figli.<br />
Non è un caso che il reato di associazione<br />
a delinquere e di mafia (il 416 e il<br />
416 bis c.p.) sia formalmente un reato<br />
di egoismo che pascola tra le fratture<br />
della infrastrutture solidali che vengono<br />
a mancare: un sentiero in penombra<br />
dove si incontrano i politici spericolati,<br />
gli imprenditori poco etici e ovviamente<br />
i soldati delle mafie per convergere insieme<br />
a loro.<br />
Un sentiero in penombra<br />
La privatizzazione della responsabilità<br />
partorisce tanti piccoli Zambetti che<br />
possono agire indisturbati nei coni<br />
d’ombra per garantirsi l’autopreservazione<br />
tra i quadri dirigenziali a disposizione<br />
per codardi, servi e faccendieri.<br />
Cosa succede quindi in Lombardia<br />
Succede che qualcuno ha esagerato ed è<br />
cascato tra le maglie di una legge che<br />
consente pochissimi margini di manovra<br />
nel voto di scambio. Ma intorno,<br />
tutto intorno, ci sono gli altri che sono<br />
stati bravi ad essere inopportuni senza<br />
cadere nel reato. E questi sono il male<br />
peggiore.<br />
I <strong>Siciliani</strong>giovani<br />
– pag. 32