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I Siciliani - Libera Informazione

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www.isiciliani.it<br />

“Sì, signor ministro.<br />

Il manicomio”<br />

Modernità che ha risucchiato tutti, non<br />

solo gli ingozzanti tifosi di Berlusconi.<br />

Tutti. Una modernità che vuole sangue e<br />

lacrime da coccodrillo da sparare in televisione<br />

e sui social network per assolvere<br />

la maggioranza del popolo della politica<br />

politicata da destra a sinistra e offrire i<br />

mostri più grotteschi dell’ubriacatura<br />

collettiva.<br />

Modernità che si riduce in banalità di<br />

160 caratteri e, per fare esempi comprensibili,<br />

slogan da accidi sindaci toscani<br />

che si autodefiniscono il nuovo, i censori,<br />

i rottamatori, per offrire una pappa di<br />

slogan e banalità ben impacchettati al<br />

pubblico per nascondere la fame non sazia<br />

di chi è stato marginalizzato dal tavolo<br />

del grande banchetto.<br />

Modernità che è inventarsi un movimento<br />

di plastica condito da banalità e<br />

controllo orwelliano affarucoli editoriali<br />

e piacionerie narcisistiche come quello<br />

delle Cinque stelle che appena si avvicina<br />

alla realtà si schianta sulla propria inconsistenza<br />

paranoide. Modernità che è il<br />

sistema informativo di questo paese che<br />

è passato dal vendere le penne a mettere<br />

in comodato gratuito le anime e i corpi<br />

del giornalismo italiano.<br />

A vedere come stiamo andando alle<br />

prossime e sempre più sconcertanti elezioni<br />

politiche e alle tante elezioni amministrative<br />

regionali e locali che ci rovineranno<br />

addosso nei prossimi mesi non si<br />

può certo essere ottimisti. E ancor meno<br />

pensare che si stia prospettando chissà<br />

quale rivoluzione. Non confondiamo un<br />

presunto scatto d’orgoglio con un peto.<br />

La continuità del potere<br />

Dopo aver ascoltato la dichiarazione<br />

disarmante e disarmata (e profondamente<br />

minimalista) del ministro Cancellieri mi<br />

è tornato in mente un brano di Saramago,<br />

che sarebbe stata una perfetta surreale risposta<br />

a quella ministeriali parole: “Sì,<br />

signor ministro, il manicomio, E allora<br />

vada per il manicomio, Del resto, sotto<br />

tutti i punti di vista, è quello che presenta<br />

migliori condizioni, perché non solo è<br />

circondato da un muro per tutto il suo perimetro,<br />

ma ha anche il vantaggio di essere<br />

costituito da due ali, una da destinare<br />

ai ciechi propriamente detti, e un'altra<br />

ai sospetti, oltre a un corpo centrale che<br />

fungerà, per così dire, da terra-di-nessuno,<br />

attraverso cui coloro che siano diventati<br />

ciechi passeranno per andare a raggiungere<br />

coloro che lo erano già”.<br />

E’ l’assenza di idee ancor prima di dignità<br />

che lascia disarmati. Come se la caduta<br />

del potere per l’abuso delle proprie<br />

prerogative alla fine non alimentasse il<br />

rinnovamento delle persone e del senso<br />

di comunità ma la continuità del potere<br />

stesso. Ormai il manicomio è perfettamente<br />

costruito. E perfettamente organizzato.<br />

L’unica speranza che rimane, per sabotare<br />

la perfezione del meccanismo, è che<br />

in questo momento di traballamento si<br />

inseriscano come spine nel monolite del<br />

potere persone che impediscano l’omogeneità<br />

del flusso di scambio e malaffare.<br />

Creando dei piccoli cortocircuiti che risveglino<br />

quel poco di sinistra che ha ancora<br />

senso chiamare tale in questo Paese.<br />

Microscopiche speranze. A volte, temo,<br />

solo illusioni senili.<br />

I <strong>Siciliani</strong>giovani<br />

– pag. 59

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