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Luigi Riccoboni - irpmf - CNRS

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“Il verso”, disser, “molto si diparte<br />

dall’ordinaria forma della prosa,<br />

se con ritmo è costrutto e si comparte;<br />

però dal comun uso in qualche cosa<br />

allontaniamci col tuon de la voce<br />

e rendiamla sonora, armoniosa”. (V, 55-60)<br />

<strong>Luigi</strong> <strong>Riccoboni</strong>, Dell’arte rappresentativa – 35<br />

Il discorso di <strong>Riccoboni</strong> è sempre molto più implicato e slittante di quanto non sembri:<br />

nel passo riportato infatti dapprima parla del verso dal punto di vista della composizione, della<br />

prosodia; poi del verso dal punto di vista della recitazione, prosodico-orale. Se nulla obietta infatti<br />

alla prima accezione, <strong>Riccoboni</strong> trova che gli sforzi degli interpreti di forzare in senso melodico la<br />

dizione teatrale abbiano sortito un eff etto parodico (V, 61-63). Ed è contro questa intonazione del<br />

verso, contro questo ‘cantilenare’ che <strong>Riccoboni</strong> indirizza i propri strali:<br />

Questa maniera ancora va conservando<br />

l’Italia nostra in una cantilena<br />

che adopran le academie recitando.<br />

Ella ti ucide, ti sfi bra, ti svena<br />

e di tuoni un concerto sconcertato<br />

senti che ti va in fondo de la schiena;<br />

né so già se si trovi un battezato<br />

che una tragedia intera sopportasse<br />

per penitenza di un grave peccato. (V, 61-72)<br />

Diffi cile dire se l’oggetto polemico di <strong>Riccoboni</strong> sia una realtà specifi ca o piuttosto non colpisca<br />

un usus diff uso, un tipo di recitazione di ‘casta culturale’. In entrambi i casi mi sembra una<br />

testimonianza preziosa, in un contesto particolarmente avaro come quello relativo alla specifi cità<br />

performativa degli attori dilettanti, con la doverosa precisazione che la realtà descritta da <strong>Riccoboni</strong><br />

non deve essere necessariamente quella a lui contemporanea. Ben diversa invece la posizione nei<br />

confronti del teatro francese, rispetto al quale, l’aff ondo contro quello italiano appare quasi pretestuoso.<br />

Se infatti la cantilena degli Italiani è stata archiviata (V, 79-81), la declamazione dei Francesi<br />

non solo si conserva, ma va per la maggiore (V, 82-84). È evidente che entrambe, ma soprattutto la<br />

seconda perché viva e presente, non possono che apparirgli come deformazioni da bandire in nome<br />

di una razionalità che è garanzia di verità 58 . Nella condanna generale che investe il teatro francese<br />

l’unica a salvarsi è Adrienne Lecouvreur 59 :<br />

58. Che il consenso degli spettatori, irrazionale e dettato unicamente dalla consuetudine, nei confronti della<br />

declamazione tragica fosse una questione di pervertimento di gusto, è opinione ampiamente diff usa tra i riformatori<br />

teatrali settecenteschi; lo stesso <strong>Riccoboni</strong> lo ribadirà nelle Pensées, pp. 267: «Le plus grand nombre des Spectateurs<br />

François, n’est pas en état de sentir ce qu’on appelle vérité d’action: on s’accoutume de bonne heure à la Déclamation<br />

de Th éatre: les jeunes gens ne raisonnent point, & l’on parvient à l’âge de maturité, sans avoir jamais fait des réfl exions<br />

solides sur cette matière. Si des Auditeurs qui sont dans de pareilles dispositions sont touchés dans la Tragédie, c’est<br />

parce qu’ils se font une illusion d’habitude où la raison n’a nulle part».<br />

59. Su Adrienne Le Couvreur o Lecouvreur (Damery, 1695 - Paris, 1730) entrata nel 1717 nella Comédie-Française<br />

e presto divenuta acclamatissima attrice tragica cfr., oltre i repertori tradizionali, Lemazuerier, Galerie historique,<br />

cit., II, pp. 278-301; A. Le Couvreur, Lettres, réunies pour la première fois et publiées avec notes, étude biographique<br />

documents inédits tirés des archives de la Comédie [...], par G. Monval, Paris, 1892 (rist. anast. Nendeln|Liechtenstein,<br />

Kraus Reprint, 1979); M. Corsi, Adriana Le Couvreur: una vita d’arte e di passioni, Milano, Ceschina, 1935 e P. Germain,<br />

Adrienne Le Couvreur, Paris, F. Sorlot, 1983.<br />

© IRPMF, 2006 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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