Luigi Riccoboni - irpmf - CNRS
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deve apparir quel pianto e dée vedersi<br />
l’inganno con il ver giunto e distinto.<br />
Or io per farlo ho veduto valersi<br />
di modi sì aff ettati che il deluso<br />
del falso non potea non avvedersi. (IV, 157-174)<br />
<strong>Luigi</strong> <strong>Riccoboni</strong>, Dell’arte rappresentativa – 47<br />
Nell’atelier dell’artista<br />
Ma che allo scrittorio del critico sieda anche il maestro che addita ai suoi allievi gli errori e<br />
i pregi dell’arte, credo lo dimostri l’uso scaltrito degli exempla tratti dalle arti fi gurative. Abbiamo<br />
già avuto modo di sottolineare come in <strong>Riccoboni</strong> ci sia un’attitudine a ridurre in fi gure plastiche<br />
concetti parodici, estetici, caricature, ecc. Niente dunque di eccezionale nel riscontrare nell’attoremaestro<br />
una particolare attenzione al codice fi gurativo, alle minute equivalenze tra l’arte dei colori<br />
e la recitazione, o nel ricorso frequente al campo metaforico della pittura. Si rammenti il passo<br />
che descrive la rappresentazione fi gurativa del ‘sacrifi cio di Ifi genia’ (IV, 34-66) e ci si accorgerà<br />
che vent’anni prima di Sainte-Albine e attraverso percorsi che non battono la consueta e retorica<br />
assimilazione della pittura alla poesia (come invece avviene nel teorico francese), <strong>Riccoboni</strong> si avvale<br />
della ricchezza emozionale dell’arte pittorica e suggerisce al suo allievo di osservare le nuances<br />
che l’artista utilizza per descrivere i vari gradi passionali e le diverse manifestazioni del sentimento<br />
doloristico 73 .<br />
‘Quel non so che’: i limiti della pedagogia<br />
Prima di chiudere questa indagine sugli strumenti pedagogici riccoboniani, è doverosa una<br />
precisazione: l’attore e il maestro sono la stessa persona, al punto che il secondo conosce perfettamente<br />
i propri limiti. Insegnare i principi, trasmettere il buon gusto e il galateo attoriale per <strong>Riccoboni</strong><br />
vuol dire anche cercare di compensare quello che la teoresi affi data alla pagina non può dire.<br />
Del patrimonio attoriale, la componente che più sfugge a questa pedagogia scritta è infatti proprio<br />
la voce, la dizione e il tono che l’interprete deve trovare da solo, sia che si tratti del giusto volume<br />
vocale necessario per raggiungere tutti gli spettatori senza cadere nelle urla inespressive<br />
Al tuo buon senno il resto raccomando,<br />
non potendo spiegarti per iscritto<br />
ciò che tu andrai a tempo raggiustando,<br />
sin che giunghi a la fi n sul cammin dritto (III, 157-160)<br />
sia che si tratti dell’esatta intonazione con cui pronunciare i versi tragici<br />
Non ti saprei descriver per minuto<br />
il maestoso modo e naturale<br />
per dir il verso, e rimango nasuto.<br />
Per fartelo comprendere non vale<br />
l’altrui discorso o la ragione, è duopo<br />
orecchio aver che scerna il ben dal male.<br />
S’io fossi più fi losofo d’Esopo<br />
non saprei dirlo: ascolta altrui o pensa,<br />
ed il vero ed il grave sian tuo scopo.<br />
Il naturale ogn’ora ci dispensa<br />
73. Su Sainte-Albine cfr. Tort, La partition intérieure, cit., pp. 47-52.<br />
© IRPMF, 2006 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano