Luigi Riccoboni - irpmf - CNRS
Luigi Riccoboni - irpmf - CNRS
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Si trattava il processo di suo fi glio<br />
e, per voler la legge mantenere,<br />
era di morte universal bisbiglio.<br />
Su le ginocchia il re (stando a sedere)<br />
i gomiti appoggiava, e le mascelle<br />
in fra le mani si vedea tenere.<br />
A me pareva, in buona fé, di quelle<br />
pagode che ci vengon da la Cina,<br />
non di terra, ma in carne, in ossa e pelle.<br />
Pur, qual eff etto fe’ la sua dottrina?<br />
Ridevano i più savi e gli ignoranti<br />
ammiravano: oh razza berretina!<br />
Ma qui non fermiam, tiriamo avanti<br />
e mi si accordi un altro esempietto<br />
di questi re più piccoli dei fanti.<br />
Un monarca, sedendo di rimpetto<br />
de’ suoi magnati e con aurato manto<br />
tutto spirante maestà e rispetto,<br />
riceve ambasciator che vien dal Xanto<br />
e, con le gambe incrocichiate, ascolta<br />
quell’oratore rosicando un guanto.<br />
Sentivo sussurrar la turba stolta<br />
tutti gridando: “Qual Natura è questa!<br />
Io così feci ed io più d’una volta”.<br />
È una Natura, animali da cesta,<br />
di voi degna e che a voi ben si appartiene<br />
che non avete un gran di sale in testa.<br />
Un tal atto ad un re non si conviene<br />
e, se per sorte un re l’avesse fatto,<br />
tu nol déi far già mai sopra le scene;<br />
sarebbe un re stravolto e scontrafatto:<br />
Natura sì, ma bella dée mostrarsi,<br />
e il dogma la propone a questo patto. (III, 85-120)<br />
<strong>Luigi</strong> <strong>Riccoboni</strong>, Dell’arte rappresentativa – 9<br />
Nell’interdizione estetica di Lelio agisce dunque un fortissimo principio sociologico che è<br />
pronto a tradursi in legge morale e civile: il rispetto dovuto all’istituzione monarchica impone di<br />
rendere l’habitus regale in termini di maestosa bellezza, grandezza e autorità. Non si tratta di ossequio<br />
superfi ciale, ma di una profonda convinzione di <strong>Riccoboni</strong> che, anche alla luce di questo principio,<br />
può legittimare la propria professione, e riconoscersi come uno degli strumenti di controllo<br />
dell’ordine sociale. La diffi coltà di comprendere l’orizzonte concettuale riccoboniano risiede a mio<br />
avviso nel cambiamento epocale che separa l’Ancien Régime dalla contemporaneità: il principio monarchico,<br />
spazzato via dalla Rivoluzione francese, è per un attore nelle condizioni di Lelio (Italiano<br />
a Parigi, chiamato a resuscitare un teatro sul quale pesa l’accusa di aver infranto le regole sociali,<br />
dipendente anche dalla benevolenza della corte) un a priori logico ed esistenziale; la tragedia è il<br />
genere attraverso il quale l’attore esprime al re il rispetto che sente di dovergli e lo ripaga della sua<br />
benevolenza rendendo quel principio accattivante, maestoso e ammirevole; solo così gli riuscirà di<br />
istigare nel pubblico-popolo il medesimo ossequio (e ciò anche a dispetto delle interpretazioni li-<br />
© IRPMF, 2006 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano