Luigi Riccoboni - irpmf - CNRS
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<strong>Luigi</strong> <strong>Riccoboni</strong>, Dell’arte rappresentativa – 39<br />
sbozzati approssimativamente dal poeta. I caratteri greci e quelli latini, anche grazie ai distinguo<br />
maturati nella querelle tra antichi e moderni e nei vari parallèles tra Omero e Virgilio, avevano fi nito<br />
per defi nirsi sugli opposti versanti di maggiore ferocia i primi, di più prossima umanità i secondi.<br />
Tale diversa caratterizzazione <strong>Riccoboni</strong> ritiene che l’attore debba rispettare, se necessario correggendo<br />
l’approssimazione testuale. Strumento indispensabile di tale individualizzazione è proprio la<br />
voce, o meglio la diversa intonazione:<br />
Accade spesso che il monsieur poeta<br />
fa l’uno e l’altro simile e congiunto.<br />
[...]<br />
Or, quando li riscontri di traverso<br />
dal tragico poeta imaginati,<br />
se puoi proccura di tirarli a verso.<br />
Far grandi e umani i latini citati,<br />
ed i greci crudeli e maestosi<br />
potrà la voce quai ci son vantati. (V, 166-77)<br />
Se avviene che il caratter non denoti<br />
il verso, può de la tua voce il tuono<br />
renderlo tal che il fallo non si noti. (V, 202-204)<br />
Fin qui si potrebbe pensare che la critica, nonostante quel monsieur poeta, si tenga sul generale;<br />
in realtà <strong>Riccoboni</strong> sembra anche in questo caso costruire la propria posizione di teorico proprio<br />
in negativo rispetto alla realtà teatrale francese.<br />
Molti ho veduti comici franciosi<br />
ogn’uno andar per lo stesso cammino,<br />
senz’esser sopra questo scrupolosi;<br />
e giocaresti l’ultimo quatrino<br />
che Achille, Cinna, Augusto e Mitridate<br />
son tutti nati sotto il ciel latino.<br />
Vorrei più tosto andare a farmi frate,<br />
se non sapessi un Proteo comparire,<br />
ché basta al capucciato il dire: “Orate”.<br />
A’ nostri dì non si cerca vestire<br />
del proprio lor carattere i francesi,<br />
i spagnuoli e tant’altri per fi nire?<br />
Or, se a’ moderni siamo sì cortesi,<br />
perché non esserlo a’ poveri greci<br />
più antichi molto e di lontan paesi! (V, 178-92) 64<br />
64. Che la polemica sia rivolta espressamente alla realtà parigina lo si evince dal confronto diretto con quanto<br />
<strong>Riccoboni</strong> scrive nella Dissertation: «Il paroît que le Tragiques François n’ont pas assés de soin de marquer les diff erences,<br />
que le genie particulier de chaque Nation a dû produire dans les Héros, nés chés des peuples diff erens; les Historiens,<br />
& les Poëtes Grecs nous retracent leurs Héros d’un caractere grand, mais ordinairement feroces, & cruels; nous voïons<br />
chés les Héros Romains la même grandeur, mais en même tems nous y voïons l’humanité & la generosité. Dans les<br />
Tragedies Françoises, César, Alexandre, Pompée, Mithridate, Auguste, Achille semblent tous nés sous un même climat, &<br />
éléves dans les mêmes maximes» (pp. 301) e nel Discorso: «Tutti gli attori della Tragedia francese, sia principale Eroe, o<br />
confi dente, parlano ad un istesso modo, e pensano con la medesima ellevatezza. In oltre a tutti i loro Eroi, o Greci, o<br />
Romani, danno i francesi lo stesso carattere, né vi è chi non sappi quale divario di caratteri avevano quelle due nationi.<br />
© IRPMF, 2006 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano