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FRATRUM MINORUM - OFM

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E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS425Convinzione assurda, che nessuno piùoserebbe sostenere! La verità, infatti, o megliola Verità che è Dio, è infinita nella suaestensione; e l’uomo non potrà mai raggiungerla,capirla e spiegarla a sufficienza.È quindi molto felice l’affermazione diDuns Scoto, il quale, basandosi sulle paroledi Cristo, che cioè lo Spirito Santo ci portagradatamente alla conoscenza della tutta interavetità (cf. Gv 16, 13), e prendendo lospunto da S. Gregorio Magno, afferma condeterminazione: «In processu generationishumanae semper crevit notitia veritatis»(nel cammino del genere umano, la conoscenzadella verità è sempre in crescita) 5 .La verità di fede, che dobbiamo credereper avere la vita eterna, sono quelle che citrasmette la Scrittura e il Magistero dellaChiesa. Quelle verità invece che non sonostate ancora dichiarate come “verità di fede”della Chiesa, quali sono ad esempio le conclusioninecessarie che promanano dalle veritàdella fede, non sono da ritenersi ancoracome verità di fede, ma su di esse si possonofare ricerche e si possono formulare opinioni,più o meno probabili, pronti ad accettarlecome verità di fede qualora siano definitecome tali dal Magistero della Chiesa.Una di questa è la verità della concezioneimmacolata di Maria SS., cioè la sua preservazionedal peccato originale, che Dio havoluto compiere «intuitu meritorum Christi»per la futura Madre del Figlio suo incarnato.Prima che la verità fosse del tuttochiarita e definita, ognuno era libero di ritenerlacome opinione, come verità razionalmenteprobabile (cioè che poteva essere dimostrata),o come verità non probabile. Enon era da ritenersi “eretico” né chi la accettavané chi non la accettava.Duns Scoto fu spesso accusato di eresia,proprio perché difendeva con validissimiargomenti tale privilegio mariano: accusaassurda, purtroppo ripetuta e straripetutalungo i secoli, a tal punto che Scoto è statogiustamente soprannominato “martire dell’Immacolata”!Mentre altre accuse di eresia, lanciatecontro Scoto, son frutto di errata interpretazionedel suo pensiero, o, peggio ancora,perché tale suo pensiero non collimava conquello di S. Tommaso su verità non definite;si trattava in realtà di semplici “opinioni”,come erano “opinioni” quelle che difendevaS. Tommaso.Le opere di un autore, di un santo, anchese nel loro complesso sono state approvateo raccomandate dalla Chiesa, non sono maiapprovate in ogni loro singola parte, né maipossono diventare metro per misurarel’ortodossia degli scritti di un altro dottore:tale metro è e dev’essere soltanto la Scritturae il Magistero della Chiesa.Ecco in proposito una bella ed eloquentepagina di Duns Scoto: «Io dico che ci sonoalcune cose che sono così appartenenti allasostanza della fede, che tutti coloro che abbianoraggiunto un tantino l’uso della ragione,sono tenuti a crederle esplicitamente,come sono gli articoli che riguardanol’incarnazione (ad esempio che Cristo è natoed è morto), sui quali ci sono speciali solennitàdella Chiesa, e che il popolo può capire,perché riguardano il Cristo uomo; altrecose sono esplicitamente richieste dallasostanza della fede, che debbono essere osservatedalle persone più ragguardevoli dellaChiesa (come ad esempio che Dio è trino,ed altre cose appartenenti a tali realtà spiritualie immaginabili). Questa distinzione ciè fornita da S. Agostino, libro XIV De Trinitatecap. 1. Altre cose ancora non sono necessariamenteda credersi così esplicitamentené da questi né da quelli, poiché nonsono ancora state dichiarate dalla Chiesa,quali sono ad esempio molte conclusioninecessariamente incluse negli articoli dacredersi; ma prima che siano dichiarate dallaChiesa, nessuno è obbligato a crederle,ma piuttosto bisogna sobriamente averedelle opinioni su di esse, in modo tale cioèche l’uomo sia pronto a crederle al momentoche essa vengano dichiarate come veritàdi fede» 6 .Questo è l’atteggiamento giusto dichiunque voglia spiegare con obiettività esenza partigianeria le verità della fede e leverità che tali ancora non sono. Èl’atteggiamento che hanno avuto sant’Agostinoe tanti maestri dopo di lui. Ecco comesi esprime sant’Agostino: «Gli altri autori(cioè gli autori di libri che non appartengo-

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