382 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3nione con Dio e coi fratelli, la Parola di Diofatta vita. L’uomo giusto e fedele non solo“spiega” le Scritture, ma le “dispiega” davantia tutti come realtà viva e praticata. Èper questo che viva lectio, vita bonorum, lavita dei buoni è una lettura/lezione viventedella parola divina. Era già stato san GiovanniCrisostomo a osservare che gli apostoliscesero dal monte di Galilea, ove avevanoincontrato il Risorto, senza nessunatavola di pietra scritta come era accaduto aMosè: la loro stessa vita sarebbe divenutada quel momento il Vangelo vivente.Nella casa della Parola divina incontriamoanche i fratelli e le sorelle delle altreChiese e comunità ecclesiali che, pur nelleseparazioni ancora esistenti, si ritrovano connoi nella venerazione e nell’amore per la Paroladi Dio, principio e sorgente di una primae reale unità, anche se non piena. Questo vincolodev’essere sempre rafforzato attraversole traduzioni bibliche comuni, la diffusionedel testo sacro, la preghiera biblica ecumenica,il dialogo esegetico, lo studio e il confrontotra le varie interpretazioni delle SacreScritture, lo scambio dei valori insiti nelle diversetradizioni spirituali, l’annuncio e la testimonianzacomune della Parola di Dio inun mondo secolarizzato.IV. Le strade della Parola: la missione«Da Sion uscirà la Legge e da Gerusalemmela parola del Signore» (Is 2,3). LaParola di Dio personificata “esce” dalla suacasa, il tempio, e si avvia lungo le strade delmondo per incontrare il grande pellegrinaggioche i popoli della terra hanno intrapresoalla ricerca della verità, della giustizia edella pace. C’è, infatti, anche nella modernacittà secolarizzata, nelle sue piazze e nellesue vie – ove sembrano dominare incredulitàe indifferenza, ove il male sembraprevalere sul bene, creando l’impressionedella vittoria di Babilonia su Gerusalemme– un anelito nascosto, una speranza germinale,un fremito d’attesa. Come si legge nellibro del profeta Amos, «ecco verrannogiorni in cui manderò la fame nel paese,non fame di pane né sete di acqua, ma diascoltare la parola del Signore» (8,11). Aquesta fame vuole rispondere la missioneevangelizzatrice della Chiesa.Anche il Cristo risorto agli apostoli esitantilancia l’appello a uscire dai confini delloro orizzonte protetto: «Andate e fate discepolitutti i popoli… insegnando loro a osservaretutto ciò che vi ho comandato» (Mt28,19-20). La Bibbia è tutta attraversata daappelli a “non tacere”, a “gridare con forza”,ad “annunciare la parola al momento opportunoe non opportuno”, ad essere sentinelleche lacerano il silenzio dell’indifferenza. Lestrade che si aprono davanti a noi non sonoora soltanto quelle sulle quali si incamminavasan Paolo o i primi evangelizzatori e, dietrodi loro, tutti i missionari che s’inoltranoverso le genti in terre lontane.11. La comunicazione stende ora una reteche avvolge tutto il globo e un nuovo significatoacquista l’appello di Cristo:«Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nellaluce, quello che ascoltate all’orecchiopredicatelo sulle terrazze» (Mt 10,27). Certo,la parola sacra deve avere una sua primatrasparenza e diffusione attraverso il testostampato, con traduzioni eseguite secondola variegata molteplicità delle lingue del nostropianeta. Ma la voce della parola divinadeve risuonare anche attraverso la radio, learterie informatiche di Internet, i canali delladiffusione virtuale on line, i CD, i DVD,gli podcast e così via; deve apparire suglischermi televisivi e cinematografici, nellastampa, negli eventi culturali e sociali.Questa nuova comunicazione, rispetto aquella tradizionale, ha adottato una sua specificagrammatica espressiva ed è, quindi,necessario essere attrezzati non solo tecnicamente,ma anche culturalmente per questaimpresa. In un tempo dominato dall’immagine,proposta in particolare da quelmezzo egemone della comunicazione che èla televisione, significativo e suggestivo èancor oggi il modello privilegiato da Cristo.Egli ricorreva al simbolo, alla narrazione,all’esempio, all’esperienza quotidiana, allaparabola: «Parlava loro di molte cose in parabole…e fuor di parabola non diceva nullaalle folle» (Mt 13,3.34). Gesù nel suo annunciodel regno di Dio non passava mai
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS38313. Gesù, nella sua parabola del seminatore,ci ricorda che ci sono terreni aridi, sassosi,soffocati dai rovi (cf. Mt 13,3-7). Chisi inoltra per le strade del mondo scopre anchei bassifondi ove si annidano sofferenzee povertà, umiliazioni e oppressioni, emarginazionie miserie, malattie fisiche e psichichee solitudini. Spesso le pietre dellestrade sono insanguinate dalle guerre e dalleviolenze, nei palazzi del potere la corruziones’incrocia con l’ingiustizia. Si leva ilgrido dei perseguitati per la fedeltà alla lorocoscienza e alla loro fede. C’è chi è travoltodalla crisi esistenziale o ha l’anima privadi un significato che dia senso e valore allostesso vivere. Simili a «ombre che passano,a un soffio che s’affanna» (Sal 39,7), moltisentono incombere su di sé anche il silenziodi Dio, la sua apparente assenza e indifferenza:«Fino a quando, Signore, continueraia dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderaiil tuo volto?» (Sal 13,2). E alla fine sierge davanti a tutti il mistero della morte.Questo immenso respiro di dolore chesale dalla terra al cielo è ininterrottamenterappresentato dalla Bibbia, che propone appuntouna fede storica e incarnata. Basterebbesolo pensare alle pagine segnate dallaviolenza e dall’oppressione, al grido acree continuo di Giobbe, alle veementi supplichesalmiche, alla sottile crisi interiore chepercorre l’anima di Qohelet, alle vigorosedenuncie profetiche contro le ingiustizie sociali.Senza attenuanti è, poi, la condannadel peccato radicale che appare in tutta lasua potenza devastante fin dagli esordi dell’umanitàin un testo fondamentale dellaGenesi (c. 3). Infatti, il “mistero di iniquità”è presente e agisce nella storia, ma è svelasoprale teste dei suoi interlocutori con unlinguaggio vago, astratto ed etereo, ma liconquistava partendo proprio dalla terraove erano piantati i loro piedi per condurli,dalla quotidianità, alla rivelazione del regnodei cieli. Significativa diventa, allora, lascena evocata da Giovanni: «Alcuni volevanoarrestare Gesù, ma nessuno mise lemani su di lui. Le guardie tornarono dai capidei sacerdoti e dai farisei e questi disseroloro: Perché non lo avete condotto qui? Risposerole guardie: Mai un uomo ha parlatocosì!» (7,44-46).12. Cristo avanza lungo le vie delle nostrecittà e sosta davanti alle soglie delle nostrecase: «Ecco, sto alla porta e busso. Sequalcuno ascolta la mia voce e apre la porta,io verrò da lui, cenerò con lui ed egli conme» (Ap 3,20). La famiglia, racchiusa tra lemura domestiche con le sue gioie e i suoidrammi, è uno spazio fondamentale in cuifar entrare la Parola di Dio. La Bibbia è tuttacostellata di piccole e grandi storie familiarie il Salmista raffigura con vivacità ilquadretto sereno di un padre assiso allamensa, circondato dalla sua sposa, simile avite feconda, e dai figli, «virgulti d’ulivo»(Sal 128). La stessa cristianità delle originicelebrava la liturgia nella quotidianità diuna casa, così come Israele affidava alla famigliala celebrazione della pasqua (cf. Es12,21-27). La trasmissione della Parola diDio avviene proprio attraverso la linea generazionale,per cui i genitori diventano «iprimi araldi della fede» (Lumen gentium11). Ancora il Salmista ricordava che «ciòche abbiamo udito e conosciuto e i nostripadri ci hanno raccontato non lo terremonascosto ai nostri figli, raccontando alla generazionefutura le azioni gloriose e potentidel Signore e le meraviglie che egli ha compiuto…eanch’essi sorgeranno a raccontarloai loro figli» (Sal 78,3-4.6).Ogni casa dovrà, allora, avere la sua Bibbiae custodirla in modo concreto e dignitoso,leggerla e con essa pregare, mentre la famigliadovrà proporre forme e modelli dieducazione orante, catechetica e didatticasull’uso delle Scritture, perché «giovani eragazze, vecchi insieme ai bambini» (Sal148,12) ascoltino, comprendano, lodino evivano la Parola di Dio. In particolare lenuove generazioni, i bambini e i giovani,dovranno essere destinatari di un’appropriatae specifica pedagogia che li conducaa provare il fascino della figura di Cristo,aprendo la porta della loro intelligenza e delloro cuore, anche attraverso l’incontro e latestimonianza autentica dell’adulto,l’influsso positivo degli amici e la grandecompagnia della comunità ecclesiale.
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