delle popolazioni interessate: consultazioni previste dall’art. 132relativo alle variazioni dei soggetti attuali (cioè al numero delleRegioni e del loro territorio); e previste soprattutto dall’art. 138(<strong>per</strong> quanto riguarda l’allargamento delle funzioni e competenzeoltre le materie ora fissate).b) Il rispetto dei princípi supremi immodificabili <strong>della</strong> nostra<strong>Costituzione</strong>: e in particolare il principio posto dall’art. 1 (l’Italiaè una Repubblica, ed è una Repubblica fondata sul lavoro); e quelloposto dall’art. 5 (che ribadisce l’affermazione dell’unità e indivisibilità<strong>della</strong> Repubblica, e a un tempo il principio delle autonomielocali e del decentramento amministrativo): ciò vuol direche si dovrà rispettare il livello unitario del Governo, che consentedi garantire <strong>gli</strong> obiettivi di egua<strong>gli</strong>anza delle condizioni di vita ditutti i cittadini, in qualunque regione vivano, e insieme si dovràrispettare la diffusione, nel seno <strong>della</strong> società italiana, di una pluralitàdi centri decisionali, che consentano la piú accentuata vicinanzatra governanti e governati.Come osservazioni aggiuntive (che, del resto, ricalcano certeparti <strong>della</strong> relazione Balboni) sottolineerei anzitutto che ancorapiú importante delle variazioni costituzionali sul riparto delle funzionitra Stato centrale e Regioni, può essere, e può risultare piúrealisticamente efficace, una coerente legislazione ordinaria, che siproponga un’ampia e sistematica riforma di tutte le pubbliche amministrazioni,e il loro effettivo decentramento locale: anche conl’attribuzione alle strutture amministrative regionali dell’applicazionedi leggi statali, oltre che di quelle regionali. Questo contribuirebbein modo decisivo alla piú adeguata e pronta comunicazionetra istituzioni e cittadini, e a un piú proficuo raccordo fra <strong>gli</strong>enti sociali intermedi (enti di categoria ed enti di volontariato ecc.)ed enti territoriali di programmazione e di gestione.In secondo luogo osserverei che va evitato il nuovo centralismo,già abbastanza manifesto, da parte delle Regioni, a danno dei32
Comuni: con una piú chiara distribuzione delle funzioni traRegioni ed enti territoriali inclusi in esse.In terzo luogo, piú in senso generale, mi sembrano piene dibuon senso e di realismo le parole pronunziate recentissimamenteda Francesco Paolo Casavola che un federalismo piú accentuato opiú confuso potrebbe essereanacronistico e contro tendenza rispetto ai processi di espansione dell’economia,di intensificazione di tutela dell’ambiente, di evoluzione <strong>della</strong> tecnologiadelle comunicazioni, <strong>della</strong> rapidità dei trasporti, del movimento delle <strong>per</strong>sone,<strong>della</strong> domanda di egua<strong>gli</strong>anza nella erogazione dei servizi e nelle piú essenzialiprestazioni sociali 10 .Infine, se mi può essere consentita qui una parola esplicita edoverosa a favore del Mezzogiorno – guardando puntualmenteall’attuale quadro di forze sul piano nazionale – esprimerei unavalutazione molto severa nei confronti delle tesi e del comportamento<strong>della</strong> Lega Nord. Anche le ultime dichiarazioni, dopo ilsecondo turno delle elezioni regionali, dimostrano non solo laribadita volontà di procedere <strong>per</strong> conto proprio, senza tener contodel quadro politico generale, ma anche l’intenzione precisa di condizionareogni suo atteggiamento, su qualunque problema, all’accettazioneprevia, da parte di qualunque interlocutore, <strong>della</strong> propriavisione estrema del federalismo: ossia, in definitiva, di unfederalismo tendenzialmente secessionista, e comunque sempremirato sull’interesse, grettamente concepito, <strong>della</strong> Padania, a scapitodi tutto il Centro-sud.Non credo che sia mai possibile <strong>per</strong> il nucleo duro <strong>della</strong> Lega,e <strong>della</strong> sua base piú solida nelle valli delle prealpi, elevarsi a concepirecome il Centro-sud può essere altrettanto essenziale alla10F. P. CASAVOLA, Per discutere <strong>della</strong> <strong>Costituzione</strong>, relazione al Convegno “MEIC e ParteCivile”, Roma, 23 marzo 1995.33
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