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I valori della Costituzione - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

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Non si vuole, <strong>per</strong> ora, anticipare un giudizio sfavorevole a singoleriforme costituzionali, che siano effettivamente richieste daimutamenti reali sopra enumerati, ma si vuole dire che codestimutamenti, <strong>per</strong> ora, ben raramente hanno dato e danno luogo ariflessioni sistematiche e dotate di una certa plausibilità dottrinalee pratica, e quindi convo<strong>gli</strong>abili, come dovrebbe anzitutto essere,in proposte serie e concrete di leggi ordinarie e di direttive digoverno; bensí <strong>per</strong> ora sono sfociate in una denigrazione aprioristicae molto confusa del nostro patto fondamentale, divenutofacile pretesto non all’impossibilità, ma alla incapacità di governaree di avviare gradualmente la nostra comunità nazionale versopacati e già possibili passi di trasformazioni reali.Ed è appunto questa mitologia sostitutiva che è al centro delconflitto istituzionale, evidenziatosi in tutta la sua dimensionenelle ultime settimane: specialmente tra il capo dello Stato e l’exPresidente: e non soltanto l’ex Presidente, ma anche vari strati dell’opinionepubblica (anche cattolica) disinformata o volutamentemale informata.Parlo di mitologia sostitutiva: in qualche modo analoga a quelloche avveniva nell’antico Israele ogni volta che Dio incominciavaa castigare il popolo <strong>per</strong> la sua apostasia e <strong>per</strong> il suo falso cultoverso <strong>gli</strong> idoli di Canaan, e invece il popolo interpretava i castighiproprio a rovescio, cioè non li attribuiva al Dio unico e vero chevoleva portarlo alla conversione, ma li attribuiva proprio al suomancato servizio de<strong>gli</strong> idoli cananei e babilonesi. Come quando, airimproveri di Geremia da parte di Dio, il popolo rispondeva:Non ti vo<strong>gli</strong>amo dare ascolto, anzi, decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamopromesso [a<strong>gli</strong> idoli di Canaan]. Allora [quando li onoravamo] avevamopane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; ma daquando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo [la dea babiloneseIshtar] e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamostati sterminati dalla spada e dalla fame (Ger. 44, 17-18).46

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