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20 Zapping<br />
<strong>NTWK</strong> febbraio 2009<br />
Open air<br />
Carnevale smascherato!<br />
Tra novità e tradizione gli appuntamenti del 2009<br />
Carnevale: periodo magico<br />
di baldoria e allegria, maschera stessa<br />
dietro la quale celare per qualche tempo<br />
gli affanni di tutti i giorni, ed è forse<br />
proprio questo l’ingrediente segreto del<br />
suo successo.<br />
Festa che affonda le sue radici in più<br />
tradizioni, da quella latina dei Saturnalia<br />
a quella greca dei culti dionisiaci, che<br />
contrassegnavano il passaggio dall’inverno<br />
alla primavera e che contemplavano<br />
l’uso di maschere e di rappresentazioni<br />
simboliche, il Carnevale non smette di<br />
entusiasmare grandi e piccoli, colorando<br />
piazze e vie con le sue tinte vivaci.<br />
Ogni paese, grande o piccolo che sia,<br />
offre dal Giovedì Grasso al Mercoledì<br />
delle Ceneri manifestazioni carnevalesche,<br />
declinate secondo usanze e<br />
consuetudini molto diverse fra loro. Le<br />
espressioni più tipiche sono quelle delle<br />
zone montane, a partire dai sette giorni<br />
di danze della Val di Resia (UD). Qui il<br />
cuore dell’evento è il piccolo borgo di<br />
San Giorgio Bila, dove per sette giorni,<br />
dal giovedì grasso al mercoledì delle<br />
ceneri, si svolgono grandi festeggiamenti<br />
animati dalla resiana, la tradizionale<br />
danza locale eseguita al suono della<br />
zitira e della bunkula (strumenti simili al<br />
violino e al violoncello) con i<br />
costumi tipici della vallata.<br />
I balli si tengono nelle<br />
osterie, dove è possibile<br />
gustare salsicce, polenta e<br />
frico. Le maschere tradizionali<br />
sono di due tipi: le<br />
“maschere belle” ornate<br />
da merletti, nastri e fiori<br />
di carta colorata, e quelle<br />
brutte, i cosiddetti babaci<br />
kukaci, vestiti con abiti<br />
logori e con il volto coperto<br />
di fuliggine. Il culmine della<br />
settimana è in programma<br />
per martedì grasso, mentre<br />
il mercoledì delle ceneri è<br />
il giorno dedicato al rogo<br />
del fantoccio, simbolo di<br />
tutte le malefatte dell’anno<br />
appena trascorso. A Sauris,<br />
sabato 21 febbraio, carnevale<br />
fa rima con maschere e<br />
lanterne. Qui, al calar delle<br />
tenebre, ha inizio la Notte<br />
delle lanterne: un corteo<br />
illuminato dalla sola luce<br />
delle lanterne si inoltra<br />
nel bosco, dove viene<br />
acceso un falò propiziatorio. Le maschere<br />
sono quelle tradizionali in legno: due,<br />
invece, i personaggi principali. Uno è<br />
Rolar, figura magica e misteriosa dal<br />
volto ricoperto di fuliggine e dagli abiti<br />
rozzi che, armato di scopa, ha il compito<br />
di avvertire la gente che è giunta l’ora<br />
di prepararsi alla mascherata. Con lui c’è<br />
Kheirar, il re delle maschere, anch’esso<br />
nascosto dietro un calco di legno, vestiti<br />
laceri e una scopa che usa per battere<br />
alle porte delle case in cui vuole entrare.<br />
Le due figure sono accompagnate in<br />
corteo dal resto delle maschere. A Paluzza<br />
(UD) il Carnevale di Timau prevede<br />
la riscoperta delle maschere tradizionali<br />
Da Jutalan e I Campanacci o Dar Maschkar:<br />
Da Jutalan è una maschera tipica<br />
e unica di Timau, indossa un cappello<br />
che scende a ricoprire interamente il<br />
volto, ed è vestita di bianco. Intorno alla<br />
vita ha una fascia alla quale sono legati<br />
molti nastri colorati, calze bianche e i<br />
scarpets, calzature in tela tipiche della<br />
Carnia. È una maschera silenziosa che si<br />
sposta in piccoli gruppi, camminando<br />
leggermente sulle punte, e dopo essere<br />
entrata nelle case accompagnata dai<br />
Foto di Umberto Sartory<br />
suonatori, danza al suono della fisarmonica.<br />
I Campanacci sono invece figure<br />
paurose e selvagge con il volto e le mani<br />
nere di fuliggine, con le quali sporcano<br />
le facce dei malcapitati. Si continua con<br />
i Carnevali delle Valli del Natisone. Da<br />
Rodda a Montefosca a Clodig, passando<br />
per Tribil, Montemaggiore, Mersino e<br />
Masarolis, questi piccoli borghi incuneati<br />
fra Cividale e la Slovenia festeggiano con<br />
riti e costumi originali, ispirati sempre<br />
alla contrapposizione tra maschere belle<br />
e brutte. A Rodda protagonisti sono i<br />
Pustje, figure dispettose che, con abiti<br />
e cappelli multicolori, con campanacci<br />
e particolari pinze in legno, accompagnano<br />
di casa in casa il Diavolo (Zluodi),<br />
a malapena trattenuto dall’Angelo<br />
(Anjulac), portando allegria e confusione.<br />
A Mersino accanto ai Pustje troviamo<br />
le belle figure dal cappello infiorato e<br />
ornato di nastri che accompagnano le<br />
maschere tradizionali: un gallo (petelìn) e<br />
una gallina (kakuoša) giganteschi, coinvolti<br />
in maliziosi assalti. A Montefosca si<br />
svolge invece un affascinante carnevale<br />
che ha per protagonisti i Blumari che con<br />
abito bianco, campanacci e altri copricapi,<br />
percorrono più volte di corsa i confini<br />
del paese. A Clodig le maschere tipiche<br />
sono realizzate in vimini, come un tempo,<br />
e sfilano nel giorno delle S.Ceneri,<br />
nella piazza principale del paese, in<br />
corteo, accompagnate da fisarmoniche,<br />
portando un pupazzo rappresentante<br />
il Carnevale che, dopo un cerimoniale<br />
divertente, viene posto al rogo. A<br />
Monfalcone, secondo una tradizione<br />
veneziana, l’appuntamento principale è<br />
martedì grasso con la satira pungente<br />
di Sior Anzoleto, il leggendario postino<br />
dei tempi dell’impero austro-ungarico<br />
che, a mezzogiorno in punto, in piazza<br />
legge il suo testamento. Seguono la<br />
tradizionale Cantada, satira in versi dialettali,<br />
che prende di mira personaggi,