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Idea di Dio e Rivelazione - associazione pitagorica

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qualità, basandosi sul numero anzichè sull’unicità, mescolando anzichè selezionando, viene afavorire il trionfo dei me<strong>di</strong>ocri e a sostituire la pacchianeria alla nobiltà, il guadagno-orario alguadagno-opera creando la babele dei valori e rendendo inutile lo sforzo, vana la capacità,sterile l’intelligenza, plausibile e necessario l’intrigo, l’inganno, la piaggeria, lodabilel’affarismo, creando lo schiavismo umano che se non è del trust è della piazza, se non è delconsiglio <strong>di</strong> azionisti è del comizio <strong>di</strong> scalmanati in cui l’incanaglimento della psiche tendespasmo<strong>di</strong>camente a creare il Barabba, che è l’Aristoi in basso.“Gesù o Barabba?” domanda una volta <strong>di</strong> più quel Pilato che è la vita. “Ho io da crocefiggereil vostro Re ?”Se l’Anaristoi non generasse l’Ariostoi in basso, si potrebbe sopportare anche una societàanaristoica, ma una società anaristoica non potrebbe sussistere che creando dei gruppiantagonisti in lotta fra loro. Una società anaristoica è il caos, mentre una società aristoica èl’or<strong>di</strong>ne.Ma attenzione agli equivoci: per società aristoica non inten<strong>di</strong>amo affatto un governo <strong>di</strong>aristocratici. Il nostro senso dell’Aristoi ha titoli <strong>di</strong> nobiltà che non guardano ai quartidell’aral<strong>di</strong>ca.(...)A costoro (agli anaristoi) noi contrapponiamo l’aristoicità della mente evoluta, della coscienzaretta, della volontà <strong>di</strong> superamento, della santità del costume, (...) l’aristoicità del me<strong>di</strong>cocondotto che con i pochi mezzi a <strong>di</strong>sposizione lotta da solo contro l’epidemia, l’ignoranza e lasuperstizione; del sacerdote pazzo <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> che ripete il miracolo dei pani e dei pesci pur <strong>di</strong>sfamare gli in<strong>di</strong>genti che ricorrono a lui, dell’operaio che non si lascia sobillare perchè in luiil lavoro è più che pane materiale pane spirituale; della donna del popolo già carica <strong>di</strong> figli e<strong>di</strong> fatica che accoglie, fa suoi e ama senza <strong>di</strong>fferenza gli orfani della vicina <strong>di</strong> casa morta <strong>di</strong>stenti.Questa è l’autentica aristoicità, (...) che non teme il livellamento perchè l’acqua e l’olio non sipossono livellare, né mutare, che teme invece l’imbastar<strong>di</strong>mento (che può provocare) unamalintesa idea <strong>di</strong> progresso la quale fa del denaro e dell’accumulo il soggetto e l’oggettodell’avi<strong>di</strong>tà, dell’invi<strong>di</strong>a e dell’avvilimento. (...)La conquista <strong>di</strong> una vita migliore, <strong>di</strong> una giustizia sociale non può nascere che da una naturale<strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> valori, ove siano favoriti i migliori che risultino veramente tali dalle loroopere, dove l’uomo valga in quanto uomo e non in quanto pe<strong>di</strong>na politica.Rivoluzione <strong>di</strong> valori, non insurrezione <strong>di</strong> egoismi; finora l’unica insurrezione umana fuquella <strong>di</strong> Cristo.Da Cristo in poi si ebbero una serie <strong>di</strong> insurrezioni simili ai cozzi delle montagne <strong>di</strong> ghiaccionell’oceano polare - scricchiolii sinistri, ma non <strong>di</strong>sgelo-. Solo la rivoluzione cristicaporterà il <strong>di</strong>sgelo. E questa rivoluzione non è attuabile che dagli Aristoi, cioè da coloro che inse stessi rivalutano l’umano destino. Questi potranno davvero ricominciare la marciadell’umanità verso la realizzazione del Regno <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, <strong>di</strong> quel regno <strong>di</strong> cui basta cercaredavvero la giustizia per avere in sovrappiù ogni sovrabbondanza <strong>di</strong> beni”.

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