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spazio semipubblico aperto tra il portico<br />

e il negozio. La vetrina è definitivamente<br />

eliminata e sostituita da uno squarcio<br />

rettangolare pronto a risucchiare all’interno<br />

del negozio anche il passante più refrattario<br />

al consumo. Negli anni ’90 si sono<br />

registrate nuove modifiche strutturali nel<br />

commercio bolzanino, accompagnate<br />

da una parallela attività di rinnovo degli<br />

allestimenti. Tra il 1992 e il 2002 metà<br />

degli 82 esercizi commerciali dei Portici<br />

di Bolzano ha cambiato vetrina o arredo,<br />

in particolare le grandi catene d’abbigliamento<br />

italiane e i negozi in franchising,<br />

per i quali il restyling continuo è un obbligo<br />

commerciale inderogabile. Purtroppo<br />

gli “italiani” – contrapposti ai “Laubenkönige”,<br />

le famiglie mercantili bolzanine<br />

insediate da generazioni sotto i Portici –<br />

portano con sé una cultura dell’immagine<br />

effimera e veloce che non appartiene a<br />

quella situazione urbana, tipico prodotto<br />

della “lunga durata”. Al di là dell’oggettiva<br />

volgarità di alcuni allestimenti (nn.<br />

7, 11, 66), persino nelle situazioni in cui si<br />

riconosce la mano di un arredatore attento<br />

e disponibile al dialogo con la preesistenza<br />

non si può fare a meno di avvertire<br />

un senso sgradevole di artificiosità.<br />

L’arrivo dei franchisors sta peraltro determinando<br />

un ritorno alla tradizionale<br />

vetrina posizionata lungo il lato interno<br />

del portico, che come si è visto rischiava<br />

di scomparire a vantaggio di spazi aperti<br />

di mediazione tra il portico e il negozio<br />

sempre più estesi. Questa evoluzione<br />

probabilmente è da mettere in relazione<br />

con la prevalenza del marchio sulla merce<br />

che caratterizza il commercio in franchising,<br />

e più in generale le grandi catene di negozi:<br />

l’ampliamento della superficie espositiva<br />

esterna non è per il franchisor una priorità<br />

commerciale quanto lo è per il marchio<br />

locale acchiappaturisti, che tende invece a<br />

dilatare gli spazi espositivi come in un<br />

caleidoscopio (nn. 37 e 67,). Tra il franchisor<br />

e il grande magazzino multipiano sopravvive<br />

qua e là qualche bottega indifferente<br />

agli sviluppi del commercio cool e globalizzato.<br />

Sono strette in spazi di risulta ricavati<br />

da ripetuti frazionamenti e conservano<br />

inalterato lo charme un po’ ostico e spartano<br />

della vecchia Bolzano (nn. 23, 53, 54).<br />

Nella cappelleria al n. 60 questa “bolzanità”<br />

è apertamente esibita, anzi ricercata con<br />

compiacimento. Dietro le modeste apparenze<br />

della vetrina dei Portici si offre al<br />

cliente e al turista (figure che in questo caso<br />

spesso coincidono) un prezioso spaccato<br />

di cultura commerciale e storia edilizia bolzanine<br />

con le sue cantine fonde, il cavedio,<br />

i magazzini stipati di merce, il via vai concitato<br />

delle commesse e delle apprendiste.

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