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©Florence Emma Zulian<br />
«Io?» chiedo. «Ma quando?»<br />
«Lo ha messo sotto i piedi! Il mio Tigrino!»<br />
«Non potevi stare più attento? Non<br />
guardi mai dove metti i piedi?» mi investono<br />
i due genitori, sconvolti. Si uniscono<br />
a loro anche gli altri parenti, che<br />
un po’ commiserano il moccioso, un po’<br />
condannano il mio comportamento. Anche<br />
la zia Anselmina, risvegliatasi da un<br />
sonno che cominciavamo a ritenere definitivo,<br />
comincia a dirmene di tutti i<br />
colori – la demenza senile le ha fatto<br />
scoprire un insospettato lessico pittoresco.<br />
Ora – portate pazienza – il racconto<br />
rischia di farsi sgradevole sul serio:<br />
perché la sera di quello stesso giorno<br />
anche il piccolo John ha cominciato ad<br />
aver male, a sentirsi come schiacciato,<br />
ed è entrato in una fase depressiva che<br />
è degenerata in vera e propria catalessia.<br />
Clara e Attilio me lo hanno rinfacciato,<br />
nel corso di una drammatica telefonata,<br />
come se avessi lanciato io un<br />
malocchio sul loro figlioletto. Mi sono<br />
difeso con le armi della ragione, ma<br />
temo sia servito a poco. Hanno concluso<br />
che avrebbero messo la cosa nelle mani<br />
di certi loro amici avvocati, per impedirmi<br />
non solo di vedere John, ma anche di<br />
avvicinarmi a lui. Ma tenetevelo il vostro<br />
John, ho pensato. Non è l’unico nipotino<br />
a cui posso voler bene. La voce però si<br />
è sparsa tra i parenti nel giro di due<br />
giorni, e anche il conforto della compagnia<br />
degli altri due nipotini, Serenella e<br />
Rupert (sic), mi è stato negato da genitori<br />
d’improvviso freddi.<br />
Credo che questo potere che di giorno in<br />
giorno sembra espandersi – un potere di<br />
cui farei volentieri a meno, garantisco –<br />
funzioni anche sulle figure non viventi,<br />
o non esistenti, su quelle frutto dell’immaginazione,<br />
insomma. Di recente,<br />
se comincio a leggere un romanzo, qualunque<br />
romanzo, i personaggi lamentano<br />
disturbi sin dalle prime pagine, al<br />
secondo capitolo sono già a letto, al<br />
terzo sono ricoverati d’urgenza, al quarto<br />
nemmeno ci arrivano, e il resto delle<br />
pagine è bianco. Ho dapprima attribuito<br />
questa monotonia alla crisi della narrativa<br />
di questi anni, alla serializzazione<br />
imposta dai trust editoriali, a carenze di<br />
ispirazione degli autori, e ho pensato<br />
che tutte quelle pagine bianche fossero<br />
lì per consentire di prendere appunti:<br />
ma temo che la cosa stia solo nelle mie<br />
mani che reggono il libro. Altri miei<br />
conoscenti per esempio si godono i loro<br />
romanzoni fino alla fine, e hanno a che<br />
fare con personaggi in ottima salute. Lo<br />
stesso accade con i film. Se metto su un<br />
DVD, i personaggi si ammalano subito,<br />
poi arriva l’ecatombe. Il resto sono tutti<br />
extra fatti di inquadrature immobili in<br />
cui non compare nessuno. Per fortuna<br />
non vado più al cinema, sennò provocherei<br />
una rivolta.<br />
Porterò davvero male? mi sono chiesto<br />
– me lo chiedo ancora. Stamattina, per<br />
darmi una risposta, sono uscito di casa<br />
e mi sono diretto al parco giochi in cui<br />
FUOR ASSE 112<br />
Lettera 22