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atterizzato da grandi innovazioni scientifiche<br />
e tecnologiche con cui stiamo<br />
ancora facendo i conti.<br />
Anche la sperimentazione più innovativa<br />
è insomma possibile soltanto se, in<br />
un determinato contesto, si effettua una<br />
scelta. Scegliere una tradizione, fare interagire<br />
con la propria creazione alcune<br />
tradizioni in luogo di altre, è ciò che contraddistingue<br />
lo scrittore serio dal dilettante.<br />
Il dilettante comprende tutto, ma<br />
non ama in modo esclusivo nulla. Quan -<br />
do Cesare Garboli, senz’altro fra i più<br />
esperti interpreti della Morante, sostiene<br />
che Elsa Morante sia «nata da se<br />
stessa», che la sua «scrittura non lascia<br />
intravedere modelli» e sia «estranea a<br />
qualsiasi tradizione consacrata nel Novecento»<br />
3 – contribuendo a creare il mito<br />
di una scrittrice capace, questo sì, di<br />
uscire da diversi cliché letterari – sembra<br />
dimenticare, come sottolinea molto<br />
bene Daniela Marcheschi 4 , che l’opera<br />
della Morante nasce in realtà da un<br />
intreccio solido fra la tradizione del romanzo<br />
popolare e la tradizione della letteratura<br />
per l’infanzia. E ci ricorda, la<br />
Marcheschi, che proprio «la letteratura<br />
per l’infanzia italiana è, fra Ottocento e<br />
Novecento, fra le più innovative della<br />
cultura internazionale». Salgari 5 , Collodi<br />
6 , o Tofano sono riconoscibili modelli<br />
della Morante, in quanto «autori che costruiscono<br />
[...] testi all’insegna della<br />
multimedialità» 7 , il primo interrelando<br />
romanzo, opera lirica, teatro ecc., gli<br />
altri due rispettivamente lavorando a<br />
stretto contatto con gli illustratori o illustrando<br />
personalmente i propri libri. È<br />
©Chris Rain<br />
quello che vediamo nella Morante, capace<br />
di «far “saltare” le convenzioni del<br />
romanzo italiano novecentesco», ancora<br />
fortemente impregnato di Naturalismo,<br />
facendolo interagire con «elementi della<br />
fiaba e mitici», come accade in Menzogna<br />
e sortilegio (1948). È così che la Morante<br />
crea una nuova forma di romanzo.<br />
Ripensare i modelli, individuare una o<br />
più tradizioni che stanno dietro a ogni<br />
opera, consente a un critico di riconoscere<br />
un valore letterario. È importante<br />
riconoscere che dietro a Alla primavera o<br />
delle favole antiche (I Canti) di Leopardi<br />
c’è Ovidio, è altrettanto importante domandarsi<br />
come Ovidio interagisca con<br />
Leopardi; non si può ignorare che dietro<br />
alla poesia di Luzi ci sia Petrarca (l’oscurità<br />
malinconica, il limbo), ma anche la<br />
presenza antitetica di Dante, già rin-<br />
3 C. GARBOLI, La stanza separata, prefazione di Giuseppe Leonelli, Milano, Scheiwiller, 2008 (I edizione: Milano,<br />
Mondadori, 1969), p.105.<br />
4 D. MARCHESCHI, in Elsa Morante a trent’anni dalla scomparsa, Atti del Convegno, a cura di Sara Calderoni, CISLE<br />
(To-Mi), Milano, febbraio 2015, Voghera (Pv), Ticinum Editore, in corso di stampa.<br />
5 CFR. D. MARCHESCHI, Salgari e le tradizioni narrative fra Otto e Novecento. Note e noterelle, in La Tigre è arrivata.<br />
Emilio Salgari a cento anni dalla sua scomparsa, Padova, 7-8 aprile 2011, a cura di Donatella Lombello, Lecce,<br />
Pensa multimedia, 2011, pp.23-44.<br />
6 Cfr. l’Introduzione e le note a Carlo Collodi, Opere, a cura di Daniela Marcheschi, Milano, Mondadori, I Meridiani,<br />
1995.<br />
7 D. MARCHESCHI, in Elsa Morante a trent’anni dalla scomparsa, Op. cit.<br />
FUOR ASSE<br />
92<br />
Il rovescio e il diritto