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FuoriAsse #17

Officina della cultura

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atterizzato da grandi innovazioni scientifiche<br />

e tecnologiche con cui stiamo<br />

ancora facendo i conti.<br />

Anche la sperimentazione più innovativa<br />

è insomma possibile soltanto se, in<br />

un determinato contesto, si effettua una<br />

scelta. Scegliere una tradizione, fare interagire<br />

con la propria creazione alcune<br />

tradizioni in luogo di altre, è ciò che contraddistingue<br />

lo scrittore serio dal dilettante.<br />

Il dilettante comprende tutto, ma<br />

non ama in modo esclusivo nulla. Quan -<br />

do Cesare Garboli, senz’altro fra i più<br />

esperti interpreti della Morante, sostiene<br />

che Elsa Morante sia «nata da se<br />

stessa», che la sua «scrittura non lascia<br />

intravedere modelli» e sia «estranea a<br />

qualsiasi tradizione consacrata nel Novecento»<br />

3 – contribuendo a creare il mito<br />

di una scrittrice capace, questo sì, di<br />

uscire da diversi cliché letterari – sembra<br />

dimenticare, come sottolinea molto<br />

bene Daniela Marcheschi 4 , che l’opera<br />

della Morante nasce in realtà da un<br />

intreccio solido fra la tradizione del romanzo<br />

popolare e la tradizione della letteratura<br />

per l’infanzia. E ci ricorda, la<br />

Marcheschi, che proprio «la letteratura<br />

per l’infanzia italiana è, fra Ottocento e<br />

Novecento, fra le più innovative della<br />

cultura internazionale». Salgari 5 , Collodi<br />

6 , o Tofano sono riconoscibili modelli<br />

della Morante, in quanto «autori che costruiscono<br />

[...] testi all’insegna della<br />

multimedialità» 7 , il primo interrelando<br />

romanzo, opera lirica, teatro ecc., gli<br />

altri due rispettivamente lavorando a<br />

stretto contatto con gli illustratori o illustrando<br />

personalmente i propri libri. È<br />

©Chris Rain<br />

quello che vediamo nella Morante, capace<br />

di «far “saltare” le convenzioni del<br />

romanzo italiano novecentesco», ancora<br />

fortemente impregnato di Naturalismo,<br />

facendolo interagire con «elementi della<br />

fiaba e mitici», come accade in Menzogna<br />

e sortilegio (1948). È così che la Morante<br />

crea una nuova forma di romanzo.<br />

Ripensare i modelli, individuare una o<br />

più tradizioni che stanno dietro a ogni<br />

opera, consente a un critico di riconoscere<br />

un valore letterario. È importante<br />

riconoscere che dietro a Alla primavera o<br />

delle favole antiche (I Canti) di Leopardi<br />

c’è Ovidio, è altrettanto importante domandarsi<br />

come Ovidio interagisca con<br />

Leopardi; non si può ignorare che dietro<br />

alla poesia di Luzi ci sia Petrarca (l’oscurità<br />

malinconica, il limbo), ma anche la<br />

presenza antitetica di Dante, già rin-<br />

3 C. GARBOLI, La stanza separata, prefazione di Giuseppe Leonelli, Milano, Scheiwiller, 2008 (I edizione: Milano,<br />

Mondadori, 1969), p.105.<br />

4 D. MARCHESCHI, in Elsa Morante a trent’anni dalla scomparsa, Atti del Convegno, a cura di Sara Calderoni, CISLE<br />

(To-Mi), Milano, febbraio 2015, Voghera (Pv), Ticinum Editore, in corso di stampa.<br />

5 CFR. D. MARCHESCHI, Salgari e le tradizioni narrative fra Otto e Novecento. Note e noterelle, in La Tigre è arrivata.<br />

Emilio Salgari a cento anni dalla sua scomparsa, Padova, 7-8 aprile 2011, a cura di Donatella Lombello, Lecce,<br />

Pensa multimedia, 2011, pp.23-44.<br />

6 Cfr. l’Introduzione e le note a Carlo Collodi, Opere, a cura di Daniela Marcheschi, Milano, Mondadori, I Meridiani,<br />

1995.<br />

7 D. MARCHESCHI, in Elsa Morante a trent’anni dalla scomparsa, Op. cit.<br />

FUOR ASSE<br />

92<br />

Il rovescio e il diritto

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