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Simone Weil<br />
Ma l’amor mio non muore<br />
INTERVISTA<br />
a Veronica Leffe<br />
e Pier Paolo Di Mino<br />
di Faith Aganmwonyi<br />
©Veronica Leffe<br />
Il progetto artistico Ma l’amor mio non muore, con testi di Pier Paolo di Mino e illustrazioni<br />
di Veronica Leffe, è prima di tutto una guida alla conoscenza di celebri<br />
figure femminili. In ordine cronologico, a ognuna di queste donne, è dedicato uno<br />
spazio in cui, brevemente, viene raccontata la loro storia. Il filo conduttore del racconto<br />
è l’amore che si manifesta nelle sue diverse forme, il tutto viene armonizzato<br />
da uno gioco narrativo che alterna il leggiadro al canzonatorio.<br />
Abbiamo qui l’occasione di confrontarci con gli autori, estrapolando i punti cardine<br />
del testo, per permetterci uno sguardo al racconto dalla loro prospettiva.<br />
FA - Che cosa vi ha portati all’elaborazione<br />
di questo progetto artistico, che<br />
unisce alla trama dei racconti le simboliche<br />
illustrazioni di donne della mitologia<br />
e della storia, raggruppate sotto<br />
l’unico filo conduttore dell’amore?<br />
PPDM: Il piacere di ragionare d’amore,<br />
che è uno dei primi, anzi forse il più primitivo,<br />
dei piaceri d’amore. Di questo,<br />
però, me ne sono reso conto del tutto<br />
soltanto strada facendo. All’inizio avevo<br />
pensato a un piccolo libro molto semplice<br />
e classico. Avevo pensato a una sorta<br />
di fanalino di coda da mettere in fondo a<br />
una tradizione letteraria per la quale il<br />
nesso fra parola, immagine e desiderio è<br />
l’oggetto primario di qualsiasi forma di<br />
letteratura; o (così si sarebbe espresso<br />
Robert Graves) l’unico e solo vero tema<br />
poetico. Secondo questa tradizione, la<br />
letteratura significa trarre da sé parole<br />
che evocano immagini, immagini da<br />
penetrare infinitamente e che, quindi,<br />
infinitamente evocano, o partoriscono,<br />
altre parole. L’immagine con cui ho rappresentato<br />
questa tradizione non è priva<br />
di connotati erotici, e, infatti, Graves<br />
direbbe che qui ho evocato un atto di<br />
amore, o tributato la mia venerazione<br />
alla grande Dea Bianca. Tuttavia, alla<br />
FUOR ASSE<br />
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Redazione Diffusa