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FuoriAsse #17

Officina della cultura

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Le<br />

recensioni<br />

a cura di<br />

Claudio Morandini<br />

di<br />

Carla Vasio<br />

Piccoli impedimenti alla felicità<br />

Nottetempo, 2015<br />

©Carsten Nichte<br />

È sempre una gioia leggere un nuovo<br />

libro di Carla Vasio (lo è anche, per<br />

motivi analoghi, rileggere i suoi precedenti,<br />

tra i quali alcuni da tempo fuori<br />

catalogo aspettano una degna ricollocazione<br />

editoriale). Dopo Vita privata di<br />

una cultura, del 2013, imponente affresco<br />

di un’epoca brulicante di artisti, di<br />

letterari, di musicisti in mezzo a cui<br />

l’autrice si aggirava complice affettuosa<br />

e maliziosa, la casa editrice Nottetempo<br />

ci consegna nel 2015 un esile libro di<br />

racconti, o frammenti, o fogli d’album,<br />

intitolato Piccoli impedimenti alla felicità.<br />

Qui Carla Vasio si misura con la forma<br />

del dialogo, prevalente in moltissimi dei<br />

brani: e fissa sulla pagina conversazioni<br />

tra figure che volutamente non sono<br />

definite, colte in situazioni ellittiche. Illumina<br />

certi dettagli, ne lascia in ombra<br />

altri. Prosciuga, ma questo prosciugamento<br />

non porta a un’accelerazione,<br />

bensì a una sorta di stato di quiete<br />

vibrante – piccole vibrazioni, quasi inavvertibili.<br />

Si insinuano, nel dialogare,<br />

frammenti dell’ambiente, dettagli naturali,<br />

ombre notturne o crepuscolari; e<br />

spiccano i gesti, evidenziati come segnali<br />

misteriosi, anche quando sono consueti,<br />

se non compulsivi; e vi si frappone<br />

ogni sorta di oggetti e di animaletti,<br />

lumache, mosche, vermi, farfalle, che<br />

non fanno in tempo a diventare segni di<br />

qualcosa, emblemi portatori di una rivelazione,<br />

perché il racconto sfuma e finisce<br />

prima.<br />

Colti in momenti in cui qualcosa li<br />

distoglie dalla rassicurante consuetudine,<br />

i personaggi (le ombre di personaggi,<br />

le silhouette, gli abbozzi, se vogliamo)<br />

esitano, incespicano, si pongono domande<br />

che restano inesplorate: non sono<br />

diversi da noi – sono dei “noi” a cui è<br />

stato tolto colore, dei “noi” che un’ironia<br />

superiore ha reso esili e disarmati.<br />

Assorta, precisissima nel lavorare tutta<br />

questa vaghezza di contorni, Carla Vasio<br />

lascia in chi la legge un retrogusto di<br />

ironia superiore, che incanta e disorienta.<br />

FUOR ASSE<br />

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