Curiosità popolari tradizionali

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) caduto a' Nasitani più volte , ed essi ci avevano rimediato raet-
; tendo le candele al forno.
) «^ Giunto in Ficarra, quel povero diavolo Ìk^cò come gli aveva
) suggerito il Nasitano, ma le candele nel forno squagliarono, e la ?
l festa non potè più celebrarsi.
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>' Da ciò, dicono i vecchi, nacque il sopranome di 'Sfiiniacan- l
nili dato ai Ficarresi, i quali, com'è naturale, se la legarono al dito.
; « Difatti, passato un po' di tempo, un Ficarrese di molto spi-
' rito, trovandosi nella Chiesa Maggiore di Naso, mentre il Q.ua-
\ resimalista faceva la predica del Gludi:;J.o e gridava ;;i squarcia-
'^ gola: 'Sasu, Xasii, un ni ti ficca, Kasii ? rispose ad alta voce: 'Ntra
l
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stii st.... di c....\ e scappò di corsa per la più breve, senza che i
Nasitani potessero raggiungerlo. La stessa notte però, alcuni di essi,
) frementi di rabbia, andarono in Ficarra, e non potendo far altro,
> chiusero con altrettanti pezzi di legno, detti cavigghinna, tutte le
( porte che avevano i cancheri. Si racconta che un certo Masetto,
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il quale aveva una figlia che abitava una casa con due porte, tutte
> due chiuse da' Nasitani a quel modo , la mattina andava ripe-
? tendo: t.4 me figgbia Aìiciurina 'a 'ncavigghi'iuaru dava iti e darreri !
) « Tant'è che i Ficarresi vengono motteggiati ancora co" nomi
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di 'X/urna-cannili e Cavigghiunara ».
; Vedi in proposito i miei Proverbi siciliani, voi. III. p. 145.
N. Q2. Ed anche questa spiritosa predica ho udita più volte a (
pezzi e a bocconi in Sicilia, specialmente da persoiie di chiesa. <
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