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Il cinema di Cronenberg

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piccola fortuna, con i quali il regista può noleggiare una<br />

cinepresa a 35 mm e realizzare il suo primo lungometraggio,<br />

Stereo.<br />

Stereo e Crimes of The Future: <strong>Cronenberg</strong> in nuce<br />

<strong>Cronenberg</strong> gira il suo primo lungometraggio in 35 millimetri,<br />

Stereo, nel 1969. La pellicola è in bianco e nero e<br />

priva <strong>di</strong> au<strong>di</strong>o: una scelta curiosa considerato che il titolo fa<br />

riferimento ad un termine usato in acustica per in<strong>di</strong>care la<br />

<strong>di</strong>visione su due canali (destra e sinistra) <strong>di</strong> una fonte sonora.<br />

La ragione dell’assenza <strong>di</strong> una benché minima banda<br />

sonora è più banale <strong>di</strong> quella che si potrebbe immaginare:<br />

sarebbe stato impossibile prelevare il suono in presa <strong>di</strong>retta<br />

con l’ausilio <strong>di</strong> una rumorosissima cinepresa Arriflex, perciò<br />

<strong>Cronenberg</strong> preferisce ricorrere all’uso delle pure immagini<br />

in una prima fase <strong>di</strong> produzione, prima <strong>di</strong> aggiungere in<br />

post-produzione una voce fuori campo che accompagna e<br />

spiega (se così si può <strong>di</strong>re) il fluire della vicenda.<br />

Siamo in un futuro imprecisato, all’interno <strong>di</strong> un’istituzione<br />

che si de<strong>di</strong>ca a esperimenti telepatici. <strong>Il</strong> nuovo<br />

arrivato (Ronald Mlodzik) si muove nello spazio come<br />

cercando una via <strong>di</strong> accesso all’istituto. Lunghe vetrate,<br />

corridoi, architetture <strong>di</strong> vetro, ferro e cemento.<br />

Finalmente riesce a entrare nell’e<strong>di</strong>ficio. Accompagnato<br />

da un ricercatore in camice bianco, dopo aver percorso<br />

un lungo corridoio, entra in una stanza dove vede a un<br />

ritmo velocissimo e accelerato alcuni oggetti d’arte (<strong>di</strong>pinti,<br />

stampe, soprammobili, icone, porcellane). Poi, solo<br />

davanti a uno specchio, si solleva i capelli e si palpa la<br />

fronte con i polpastrelli delle <strong>di</strong>ta. Quin<strong>di</strong>, vestito bizzarramente<br />

come una sorta <strong>di</strong> Amleto, esce dalla stanza<br />

e comincia ad avere contatti con i suoi partner telepatici.<br />

Nell’istituto si compiono vari esperimenti <strong>di</strong> telepatia.<br />

Eccone alcuni: una ragazza a petto nudo si siede con<br />

gli occhi bendati su un tavolo <strong>di</strong> laboratorio mentre il<br />

suo partner accarezza eroticamente le viscere <strong>di</strong> un<br />

manichino usato probabilmente nelle lezioni universi-<br />

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