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Il cinema di Cronenberg

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mo <strong>di</strong> un complesso residenziale al microcosmo <strong>di</strong> una giovane<br />

coppia, per cercare <strong>di</strong> dare un sapore più drammatico ed<br />

intimista alla vicenda.<br />

Rabid è quin<strong>di</strong> il primo film <strong>di</strong> <strong>Cronenberg</strong> a incorporare<br />

una componente melodrammatica, in cui la tragica con<strong>di</strong>zione<br />

del mutato - mostro e non più umano, ormai <strong>di</strong>ventato<br />

altro-da-sé e quin<strong>di</strong> non riconosciuto (“Tu non sei Rose,<br />

sei un mostro!”) - rende impossibile per il protagonista<br />

l’amore e gli affetti. Diversamente dagli “idrofobi”, Rose<br />

riprende a tratti la sua luci<strong>di</strong>tà ed è ben consapevole <strong>di</strong> ciò<br />

che sta vivendo: e come tutti gli altri mutati del <strong>cinema</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cronenberg</strong>, trova nella morte (volontaria) l’unica forma <strong>di</strong><br />

“redenzione” dalle proprie colpe e <strong>di</strong> liberazione dalla sua<br />

opprimente con<strong>di</strong>zione. Rivedremo questa trage<strong>di</strong>a del sentimento<br />

amoroso in molto suo <strong>cinema</strong> degli anni ’80 e ’90, a<br />

partire da La zona morta passando per La Mosca e arrivando<br />

a M Butterfly.<br />

Anche in Rabid il virus scatena - almeno per la protagonista<br />

- una sessualità perversa ed incontrollabile; Rose infatti<br />

sviluppa una strana mutazione in cui da un’apertura nell’ascella<br />

fuoriesce una forma simil-fallica con cui penetra le<br />

sue vittime, in un atto erotico e mortale (eros e thanatos) che<br />

ricorda molto il vampirismo: molti critici hanno notato in<br />

Rose una rivisitazione dell’archetipo letterario creato da<br />

Stoker, nel quale agli obsoleti canini appuntiti si è sostituito<br />

un moderno, cronenberghiano organismo corporale. Non è<br />

un caso che l’occasione in cui avremo modo <strong>di</strong> vedere da<br />

vicino il meccanismo del contagio operato da Rose abbia<br />

luogo in un <strong>cinema</strong> dove vengono proiettati film porno,<br />

avvenga nei confronti <strong>di</strong> un uomo che con lei ci ha apertamente<br />

provato, e che l’atto si configuri come una necessità<br />

fisica e <strong>di</strong> sopravvivenza (non lo è anche il rapporto sessuale?),<br />

la cui assenza viene pagata da Rose con dolorose<br />

contrazioni spasmiche. Non è nemmeno un caso che l’attrice<br />

protagonista (Marilyn Chambers) fosse all’epoca una porno<strong>di</strong>va<br />

(anche se per il ruolo <strong>Cronenberg</strong> aveva pensato a<br />

Sissy Spacek, dopo averla vista in La rabbia giovane <strong>di</strong><br />

Malick: ma non riuscirà a scritturarla e <strong>di</strong>verrà l’attrice protagonista<br />

in Carrie <strong>di</strong> DePalma 15 ).<br />

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