Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n.95 dicembre 2018
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
LA STORIA<br />
La mezzadria ha connotato l’ambiente e<br />
la società agricola di gran parte dell’Italia<br />
soprattutto centro-settentrionale, per<br />
molti secoli. Nasce alla fine dell’impero<br />
romano, insieme ad altri istituti di ripartizione<br />
agraria; inizialmente aveva delle<br />
caratteristiche di scarsa definizione, mentre<br />
in epoca moderna fu definita in quanto<br />
tale, assumendo le caratteristiche che<br />
sono durate in Italia fino al secolo scorso.<br />
Le tre componenti fondamentali erano:<br />
• il fondo che doveva avere anche l’abitazione<br />
del mezzadro;<br />
• il fondo stesso che doveva essere diversificato<br />
tra prato, bosco e vigna;<br />
• la famiglia, presenza fondamentale che<br />
garantisse alla proprietà la forza lavoro<br />
necessaria alla coltivazione del fondo.<br />
In epoca più antica, la mezzadria vedeva<br />
come proprietari soprattutto le grandi<br />
famiglie e gli ecclesiastici, questi ultimi in<br />
particolare riservavano al colono una quota<br />
di prodotto anche superiore alla metà,<br />
così come fa pensare il concetto stesso di<br />
mezzadria.<br />
In età napoleonica e post napoleonica,<br />
quando quelle istituzioni venute meno<br />
videro frazionate le grandi proprietà e<br />
il ricostituirsi di fondi di entità ridotta,<br />
comparve la borghesia urbana che investiva<br />
nei fondi condotti a mezzadria risorse e<br />
denari, anche se talvolta si trattava di investimenti<br />
a scarso rendimento.<br />
Questo istituto mezzadrile fu cambiato<br />
radicalmente dopo l’Unità d’Italia, quando<br />
il nuovo codice rimosse una visione societaria<br />
del fondo a compartecipazione tra<br />
proprietario e mezzadro, per concedere al<br />
padrone il ruolo di “locatario” e affidargli<br />
ogni potere di gestione.<br />
Ne derivarono conseguenze molto gravi<br />
perché non vennero più fatti investimenti<br />
né da parte del concedente, che avrebbe<br />
dovuto rinunciare ai suoi guadagni, né dal<br />
mezzadro che non aveva le risorse sufficienti.<br />
Ne scaturì una grossa crisi dell’istituto<br />
mezzadrile sia a livello produttivo<br />
che sociale, tuttavia in <strong>Piemonte</strong>, diversamente<br />
da quanto accadde ad es. in Emilia<br />
58<br />
Agricoltura 95