Antologia su Alba de Céspedes
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Mi piaceva guardare Clara e anche a Mirella piaceva guardarla.
Michele la guardava come avrebbe guardato un frutto. Ella
parlava con spirito, fumando, mangiava con appetito giovanile,
ha molto gradito il dolce. Intanto raccontava degli attori, delle
loro abitudini. Riccardo era divertito da quei discorsi, ma li
ascoltava con dispetto, a suo malgrado. A un certo punto Clara
ha accennato alla scarsità di buoni soggetti. Allora Michele ha
detto che lui aveva una trovata per un soggetto, una trovata
originale. «Lo scriva» Clara ha ribattuto con entusiasmo,
servendosi ancora un po’ di dolce: «Lo butti giù, come se me lo
raccontasse. Con un buon soggetto si possono guadagnare
milioni.» Anch'io lo incoraggiavo: «Davvero, scrivilo, Michele,
non si sa mai». Clara diceva che avrebbe pensato lei a
presentarlo a un produttore suo amico: «Lo scriva, Michele, e me
lo porti». Lui ha chiesto: «Quando?». «Quando sarà pronto.»
Michele ha esitato un momento e poi ha detto che è già pronto.
Clara ha avuto un lieve moto di sorpresa, di disappunto, quasi:
forse temeva di aver promesso troppo, nella certezza che Michele
parlasse per ischerzo. I ragazzi non hanno detto nulla,
seguitavano a mangiare. Io ho domandato, con un filo di voce:
«Ah, bravo, quando l'hai scritto, Michele?». Lui si schermiva, era
incerto tra il desiderio di far credere a me che si tratta di una
cosa di poco conto, che ha scritto per passare il tempo, e il timore
di annullare in anticipo l'interesse di Clara. «Ma quando l'hai
scritto?» insistevo io, incuriosita. «Quando?» egli ha ripetuto:
«Dio mio, non lo so, qualche volta mi sono trovato solo in ufficio
e non avevo molto da fare. Il sabato pomeriggio, per esempio.»
Michele e Clara hanno preso appuntamento per uno dei giorni
della settimana prossima. Michele andrà da lei per leggerle il
soggetto.
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