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Antologia su Alba de Céspedes

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C’era qualcosa che mi sfuggiva nel suo discorso. Di nuovo ho

avuto il sospetto che Michele sia innamorato di lei, ma il fatto che

avesse mandato me a parlarle e l’umiliazione alla quale egli si

piegava chiedendole con tanta insistenza di aiutarlo, lo hanno

dissipato subito. «Una donna che lavora» Clara continuava

«soprattutto una donna della nostra età, porta sempre in sé la

lotta tra la donna tradizionale che le hanno appreso a essere e

quella indipendente che ha scelto di divenire. C’è un continuo

conflitto in lei. Risolverlo, superarlo, costa: soprattutto nei

riguardi degli uomini. Tu non puoi capire questo, forse. Tu hai

un altro carattere e in fondo hai avuto tutto quello che ti eri

proposta d’avere sposandoti: sei stata fortunata.» Le ho chiesto

se lo pensasse davvero. «Oh, certo» ha esclamato, e continuava:

«Io mi sentivo sempre debole di fronte a te, proprio perché non

eri mai combattuta. Tu conducevi la vita che avevi scelto e io ti

ammiravo perché eri sempre coerente con te stessa, sempre

serena. Ricordo quando lavoravi a maglia, quando facevi i dolci

per guadagnare. E ora hai tutto sulle tue spalle, lo so bene, la

casa, l’ufficio. Non so come fai. Io non potrei essere tanto forte.

O forse non riusciamo mai ad essere forti quando siamo soli, è la

certezza di essere necessari agli altri che ci costringe ad essere

forti. Comunque, bisogna avere la tua salute, per riuscire». Io ho

detto che ero d’accordo per quanto riguarda la salute, ma ho

tentato di accennare a tante altre mie debolezze e Clara mi ha

interrotto: «No, no, credi di averle avute, ma ti sbagli. È inutile

che cerchi di convincermi, sei stata sempre fortissima». Rideva di

un riso arguto, giovane. [...]

Spesso provo il desiderio di confidarmi con una persona viva, non

solo con questo quaderno. Ma non ho mai potuto; più forte del

desiderio di confidarmi era il timore di distruggere qualcosa che

sono andata costruendo giorno per giorno, in vent’anni, e che è il

solo bene ch’io possieda. Clara mi parlava con calore: «Il fatto è

che bisogna sempre avere uno scopo nella vita.

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