Antologia su Alba de Céspedes
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Michele s’è messo a ridere. «E con questo?» ha domandato
«Clara è una donna libera, ancora giovane, non fa male a
nessuno.» Volevo replicare che fa male a se stessa, ma sentivo
che non era un principio morale a farmi parlare così sibbene una
meschina animosità contro qualcosa che mi pareva ingiusto nella
mia vita. Mi domandavo se Michele pensasse veramente ciò che
diceva o se volesse soltanto difendere Clara; tuttavia le sue
parole mi hanno turbata e ancora mi turbano profondamente.
Non ho potuto a meno di ripetergli che Clara ha la mia età, lo
dicevo con un doloroso proposito di ferirmi. Michele ha detto che
il concetto d’età è relativo all’attività che svolgiamo e citava
attrici e uomini di stato. «Ho capito» ho ribattuto io «allora se la
reputazione non conta e una donna a quarantatré anni è libera di
agire ancora come una ragazzina in cerca di marito, se tu stesso
approvi tutto questo, vuol dire che anch’io potrei…» «Che c’entri
tu?» egli mi ha interrotto subito con accento di stizzoso
rimprovero: «Come puoi paragonare il tuo caso con quello di
Clara, mammà? tu hai un marito, due figli già grandi… Clara è
sola, e tutti conosciamo il mondo del cinematografo…» Mentiva
come si mente ai bambini e, d’un tratto, ho capito che non era la
prima volta che mi parlava così; è da sempre, o almeno da tanti
anni che io ho dimenticato qualsiasi altro suo modo di parlare. E
nel rispondergli docilmente, ammettendo che il mio caso è
diverso, anch’io mentivo, per timore di lui, del suo giudizio. Egli
mi si è avvicinato, mi ha fatto una carezza. «Lo capisci, vero?»
ha detto e io ho annuito; ma, forse per la menzogna o forse
perché confusamente intuivo che egli aveva ragione, sentivo
nascere in me una irrefrenabile malinconia. Temo che il mio
modo d’essere non abbia più alcun valore ai suoi occhi, giacché
gli pare naturale. Anzi, egli ammira Clara che è tanto diversa da
me e con la quale non ho più nulla in comune, neppure il nostro
passato di giovani spose che ella, oggi, con la sua vita presente
rinnega, deride. Mi chiedevo se per Michele sono ancora una
donna viva o già, come sua madre, un ritratto sulla parete. Così
sono per i miei figli, di certo, così mia madre è per me.
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