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Antologia su Alba de Céspedes

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«Ma quale può essere il tuo giudizio, a vent’anni?» ho esclamato

con rabbia: «Devi fidarti di chi ha già esperienza, rimetterti.» Lei

ha sorriso: «Se fosse così nulla cambierebbe mai, tutto si

trasmetterebbe intatto da generazione e generazione, senza

migliorare, si venderebbero ancora gli schiavi sulle piazze, non ti

pare? È proprio adesso che posso ribellarmi, a quarant’anni,

quando sarò vecchia, non potrò più far molto, mi piacerà di star

comoda». Stavo per dire che, al contrario, è proprio a

quarant’anni che ci si ribella, ma non so se è vero, e poi Mirella è

tanto più colta di me, cita sempre nomi e libri che mi danno torto.

«Tu non sei religiosa, Mirella?» le ho chiesto, invece. Ha esitato

un momento prima di rispondere, poi ha detto: «Penso di sì.

Almeno lo sono stata finora. Ma non so spiegarti… Ecco, ora

saprò se la mia fede è più forte di alcune mie idee, alcuni miei

propositi che la religione condanna. Capisci? Insomma ora io

devo consapevolmente accettare la religione che voi mi avete

imposto quando ero bambina. Finora era facile esserlo. Adesso…

adesso è molto diverso, se vogliamo considerare la religione come

un impegno serio che deve regolare le nostre azioni e non ci

accontentiamo di andare alla messa di mezzogiorno ogni

domenica, magari con un cappello nuovo». «E allora?» le ho

chiesto ansiosamente. Mi pareva che dalla sua risposta avrei

capito se è o non è l’amante di Cantoni. «Anche questo riguarda

me sola, mamma. Qui davvero non si può seguire l’esempio degli

altri senza convinzione.» Il suo continuo riflettere mi mette paura

e, soprattutto, m’ispira pietà. È inutile pensare tanto, i giorni

svolgono ugualmente il loro corso, con indifferenza; Mirella

sembra stretta in una macchina crudele che la stritolerà. Ho

tentato ancora di farla ravvedere, le ho consigliato di scrivere

una lettera a quell’uomo annunziandogli la sua intenzione di non

vederlo più. «Dopo sarai più contenta, vedrai.» [...]

Eravamo in piedi, ormai, lei mi pregava di lasciarla andare a

letto perché era stanca. «Hai pensato che non potrai mai avere

una famiglia tua, tuoi bambini?» le ho detto: «Che stai

distruggendo il tuo avvenire per qualcosa che finirà presto

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