You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Mi sono lasciata cadere nella poltrona lì presso: pensavo che
aveva detto Venezia perché è molto vicina a Verona, ma avrebbe
potuto dire Padova o Vicenza; mi pareva che avesse letto nei
miei pensieri, che conoscesse quel mio desiderio logorante, e
sentivo di non avere più scampo. Dicevo: «No, no» e aggrottavo
la fronte, atterrita dalle sue parole. Lui mi pregava di non
rispondergli subito, mi supplicava di non farlo, diceva che ho
tempo per pensarci, lui farà quello che io vorrò, senza insistere.
Ha detto anche che devo aver fiducia in lui, nella sua devozione,
e intanto mi stringeva teneramente tra le braccia, sfiorava le mie
tempie con le sue labbra, mormorava che non possiamo
rinunciare all’amore, alla felicità, ne abbiamo diritto. «Pieno
diritto» ripeteva. Sentivo che, con queste parole, alludeva a
qualcosa della sua vita che non conoscevo. Io pensavo: “Basta
Mirella, basta Riccardo, oh, basta basta”. Quando l’usciere è
tornato ci ha sorpresi vicini, nella penombra; ma io ero tanto
assorta che il suo sguardo stupito non mi ha neppure raggiunta.
Ormai credevo già d’essere in treno.
24 aprile
Spesso, insomma, mi domando quali siano i rapporti che corrono
tra Michele e me, da qualche anno. Sento che dovrei interrogarmi
e scrivere a lungo: sarebbe uno sforzo troppo grande, e perciò vi
rinunzio.
Ma questa domanda torna insistentemente a propormisi da
quando mi sono avveduta che seppure il pensiero di un altro
uomo occupi sempre la mia mente, io posso ancora dire con
sincerità: “Amo mio marito”. Nel pronunziare questa frase non
provo alcun disagio. L’ho detta anche a Guido, spesso. Nel dirla
mi sento difesa; mi pare, anzi, che essa mi permetta di ascoltare
tutto quanto egli dice di Venezia, di non ribellarmi ai suoi primi
timidi baci, e di non riprenderlo quando, come fa da due giorni,
mi dà del tu.
62