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Antologia su Alba de Céspedes

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Ci siamo trovati a disagio, ci siamo scusati d’essere lì, anche lui

che pure è il padrone. Io mi sono affrettata a spiegargli che ero

tornata per lavorare, ho accennato a una pratica urgente lasciata

in sospeso. Lui ha detto: «Io no. Adesso lei conosce un mio

segreto: io torno sempre in ufficio, il sabato pomeriggio, proprio

per far nulla, riposare. Naturalmente, se mi capita, scrivo

qualche lettera. Non lo dico a nessuno perché non oso confessare

che mi trovo perduto, quando non sono in ufficio. La domenica è

un supplizio. Del resto, fuori, non trovo gran che d’interessante.

Il lavoro è un vizio, insomma» ha aggiunto sorridendo.

Siamo entrati nella sua stanza, io ho assicurato che sarei andata

via subito, non volevo disturbarlo. Lui s’è opposto vivacemente:

«No, no, perché? Al contrario, rimanga: mi fa piacere». Intanto

era andato alla sua scrivania e, tratta una chiave dal panciotto,

apriva il cassetto con un piccolo moto di soddisfazione. «Si sieda»

ha detto «anzi, telefoniamo al bar qui di sotto, facciamo portare

su due caffè.»

Io mi sono seduta come se fossi in visita. «A casa» egli

continuava «il sabato c’è più movimento del solito, i ragazzi

invitano sempre i loro amici fanno chiasso. Io dico che ho un

appuntamento in ufficio ed esco» ha concluso con un sorriso

furbo. Anche Michele ha detto la stessa cosa, oggi. Anch’io.

Adesso mi pare di ricordare che il garzone del bar, nel

consegnarmi il vassoio con le due tazze di caffè, mi abbia

guardato in modo ambiguo, ma è certo un’impressione, mi

conosce da tanti anni. A causa degli avvenimenti di questi giorni

son tanto nervosa che, nel porgere il caffè al direttore, mi

tremavano le mani. «Non offro sigarette perché so che lei non

fuma» ha detto. Ero sorpresa che lo avesse notato, ma, in fondo,

è naturale, ogni giorno stiamo a lungo insieme.

Michele mi ha domandato quanti anni ha; meno di cinquanta,

certo, benché abbia già quasi tutti i capelli bianchi; aveva le

tempie appena brizzolate quando sono stata assunta nell'ufficio.

Pensavo a ciò che Michele aveva detto di lui, dell’abitudine che

aveva preso di riaccompagnarmi a casa,

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